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Ieri il Santo Padre ha comunicato la data della canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta (1910-1997), fissata per domenica 4 settembre 2016. Ora, su questa piccola grande suora si potrebbero raccontare numerosi e significativi aneddoti – ne ho ascoltati da persone che l’hanno conosciuta, rimanendone profondamente colpito –, ma credo che il modo migliore per capire non tanto e non solo la sua grandezza, bensì il suo coraggio e la sua capacità di essere limpidamente controcorrente, sia riportare le parole con le quali, l’11 dicembre 1979, ad Oslo, andò a ritirare il Nobel per la Pace:

«Sono stata sorpresa di vedere in occidente tanti ragazzi e ragazze darsi alle droghe, e ho cercato di capire perché, perché succede questo, e la risposta è: perché non hanno nessuno nella loro famiglia che li accolga. Padre e madre sono così occupati da non averne il tempo. I genitori giovani sono in qualche ufficio e il figlio va in strada e rimane coinvolto in qualcosa. Stiamo parlando di pace. Queste sono cose che distruggono la pace, ma io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa.

E leggiamo nelle Scritture, perché Dio lo dice molto chiaramente: “Anche se una madre dimenticasse il suo bambino, io non ti dimenticherò. Ti ho inciso sul palmo della mano”. Siamo incisi nel palmo della sua mano, così vicini a Lui che un bambino non nato è stato inciso nel palmo della mano di Dio. E quello che mi colpisce di più è l’inizio di questa frase, che “Persino se una madre potesse dimenticare, qualcosa di impossibile, ma perfino se si potesse dimenticare, io non ti dimenticherò”. E oggi il più grande mezzo, il più grande distruttore della pace è l’aborto. E noi che stiamo qui, i nostri genitori ci hanno voluti.

Non saremmo qui se i nostri genitori non lo avessero fatto. I nostri bambini li vogliamo, li amiamo, ma che cosa è di milioni di loro? Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa dove tanti ne muoiono, di malnutrizione, fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla».

Dinnanzi a queste parole, svetta su tutte una curiosità: oggi quanti cattolici – quanti fedeli, quanti preti, quanti vescovi – saprebbero gelare un’intera platea affermando che «l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa»? E quanti, invece, riterrebbero queste parole troppo pesanti e poco misericordiose? Quanti al posto di Madre Teresa, ad Oslo, si sarebbero rifugiati dietro giri parole molto più pacate, possibilmente addirittura evitando il tema dell’aborto? Credo che anche dalle risposte a queste domande emerga la differenza – purtroppo molto attuale – fra il cristianesimo e le sue parodie.

Giuliano Guzzo