Nel raccontare, anzi nel festeggiare – l’articolo s’apre con «finalmente una buona notizia!» – la separazione tra Francesco Totti e Ilary Blasi, su Repubblica Natalia Aspesi scrive tutta contenta di una coppia «ce la fa ad uscire dalla prigione dei doveri della celebrità e dalla fallace promessa del per sempre». Ora, sorvolo sulla vicenda personale per concentrarmi sul pensiero irrazionale, e dò al giornale fondato da Eugenio Scalfari una notizia: altro che uscita «dalla prigione», senza un «per sempre» siamo morti viventi.

Attenzione, mica dico che il «per sempre» sia semplice e so benissimo che mantenerlo, dopo esserselo promesso, sia oggi un’impresa. Il fatto è un altro: non c’è alternativa. Non abbiamo cuori usa e getta né anime di ricambio. Al contrario, siamo unici e quindi unicità, anzi eternità bramiamo. Non c’è nulla di sdolcinato né di «fallace» nel prendere coscienza di questo, mentre c’è molto di cupo nell’esaltare ciò che finisce. Perché un amore si può festeggiare ogni giorno mentre un addio, sempre che vi sia da festeggiare, una volta sola e stop. Poi restano solo, capirai che consolazione, le pagine di Repubblica.

Giuliano Guzzo

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«Guzzo ha scritto un poderoso volume apologetico che risulta illuminante per capire la situazione della fede cristiana oggi» (Avvenire)

«Giuliano Guzzo accumula una serie impressionante di dati per mostrarci una realtà che ignoriamo. E che dimostra che il Maestro non ha esaurito le carte da giocare» (Rino Cammilleri)

«Un prezioso manuale con corrette interpretazioni su moltissime tematiche. Può senz’altro contribuire a trasformare la “fede liquida” in una “fede forte”» (Unione Cristiani Cattolici Razionali)

«Un libro che mancava e che sfata montagne di pregiudizi sul cristianesimo» (Pro Vita & Famiglia)

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