Quale che sia l’esito della storica tornata elettorale del prossimo 3 novembre, che cioè Donald Trump sia confermato o perda, il giuramento di Amy Coney Barrett alla Corte Suprema incarna un messaggio epocale, che da bravi i media stanno facendo il possibile per mimetizzare: il futuro è conservatore. Messo a margine dai poteri forti, minoritario nelle redazioni dei giornali, sbeffeggiato nelle università, il pensiero conservatore – con sei giudici su nove – è saldamente al comando della più importante Corte del mondo. E lo è una volta di più, oggi, con la nuova giudice Barrett, insistentemente bollata come «ultraconservatrice».
Ecco, tutto ciò ha implicazioni enormi. Significa che, mentre in Italia e più in generale in Europa stiamo ancora, poveri noi, al vecchio schemino donna-in-carriera-quindi-progressista, gli Stati Uniti – da sempre anticipatori di tendenze – stanno indicando un’altra strada. Che non è solo giuridica, attenzione, ma pure sociale dal momento che vari parametri indicano che le famiglie molto religiose (e conservatrici) sono sia quelle che fanno più figli sia quelle che, come messo in luce da un recente studio su Proceedings of the National Academy of Sciences, hanno più possibilità che i suoi componenti siano allergici a concezioni liberal in tema di aborto e nozze gay.
Significa che, mentre da un lato la cultura dominante, complici i mass media al suo servizio, cerca di inculcare – stavo per scrivere diffondere, mi è scappata la mano – un certo tipo di pensiero, dall’altro la famiglia religiosa e numerosa non solo resiste, ma controbilancia alla grande il verbo progressista; la stessa Barrett, ricordiamolo, siede alla Corte Suprema da moglie e madre sette figli. Esistono insomma davvero tutte le premesse sia giuridiche che sociologiche per intravedere un clamoroso rilancio di quel filone culturale a lungo irriso, considerato vecchio e superato. E che oggi, contro ogni previsione, mostra al mondo il suo innegabile riscatto. Quanto a lungo potranno, i megafoni del potere, celare questa realtà?
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
Perchè l’elezione della Amy Coney Barrett dovrebbe sottintendere una “corte suprema” conservatrice?
E’ vero che è stata votata dai repubblicani, ma una donna del genere non è banalmente inquadradabile, secondo me, in schematismi di tipo politico-ideologico.
Unica cosa fin qui innegabile è l’opposizione energica dei “liberals” lungo l’iter di elezione. La vera questione è: essendo Amy una donna di “valori” possono essere considerati questi valori, a prescindere, come conservatori? La risposta potrebbe non essere necessariamente scontata.
possono essere considerati questi valori, a prescindere, come conservatori?
Si, lo possono.
Perché il conservatorismo è l’opposto di un’ideologia: è un modo di essere e di vivere, una forma particolarmente elevata di rispetto della realtà che, in democrazia, ha rilevanza politica.
Il conservatore guarda alla continuità della tradizione quando deve affrontare i nuovi problemi che si presentano, e si sforza di risolverli in quei termini. Lo fa perché concepisce il vincolo sociale, non come un rousseauiano “contratto”, ma piuttosto come l’amministrazione fiduciaria di un’eredità che merita di essere salvaguardata e tramandata. Il conservatore modifica e innova nelle forme senza alterare contenuti e finalità, opponendosi ai modi e ai metodi rivoluzionari (+ o -“soft”) tipici del radicalismo e del liberalismo socialista odierno.
Non penso. Bagaglio ed estrazione culturale e religiosa della ACB e quindi la visione etica della ACB hanno a che fare col concetto di “conservatore” solo nella misura in cui il suo bagaglio e la sua estrazione la portano ad appoggiarsi a pochi ma sicuri punti fissi. Per il resto non c’è niente di più “instabile” ed “innovatore” dell’etica cristiana che supporta gran parte della “visione” della ACB. Posso essere d’accordo che il conservatore “modifica ed innova nelle forme senza alterare contenuti e finalità” (fino ad un certo punto però…) ma la ACB non si muoverà nel rispetto di contenuti e finalità (concetti propriamente contingenti del resto) ma nel rispetto soprattutto di una visione etica che ha ben chiaro cosa siano e dove alberghino effettivamente il male e il bene nella forma di società ove deve esercitare la sua professione.
Dipendera’ tutto dal prossimo presidente, se vince Biden si adeguerà anche lei. È il cambiamento baby!