Con molta incredulità, debbo constatare come, a distanza di quasi dieci giorni dalla morte di Willy Monteiro Duarte, il ventunenne ucciso lo scorso 6 settembre nel corso di una rissa notturna a Colleferro, dopo aver provato a difendere da un pestaggio un compagno di scuola, tiene banco sulla stampa e sui social – dove Fedez se la piglia con Giorgia Meloni – il dibattito sulla «cultura fascista» che avrebbe ispirato questo omicidio.
Ora, io sono in grande imbarazzo. Sì, perché se da un lato non provo alcuna particolare simpatia per il fascismo né per la figura di Benito Mussolini – il quale magari si sarà pure convertito all’ultimo, come ipotizza in un suo testo don Ennio Innocenti, ma fu e visse da fiero anticlericale -, dall’altro riconosco che, per parlare di «cultura fascista», è inevitabile riferirsi a paradigmi, volumi, autori.
Rispetto a questo, ecco, mi permetto di dubitare che gli autori del crimine di Colleferro abbiano la casa traboccante di testi di Marinetti, Gentile, Pirandello, Soffici, Evola, Pound o Jünger. Più in generale, mi permetto di dubitare che i coatti in parola abbiano, se non per noia, mai accostato qualche libro degno di qualche nota. E quindi, di che «cultura fascista» stiamo esattamente parlando, se è lecito nutrire la curiosità?
Delle due l’una: o attribuiamo al termine fascista il suo significato storico – parlando di «cultura fascista» con cognizione di causa -, oppure, virando verso un’accezione più ampia, dobbiamo includere non solo i responsabili della morte di Duarte, ma tutti i violenti sulla piazza, dai fenomeni dei centri sociali ai vandali che abbattono statue illudendosi di purificar la storia. Ma qualcosa mi dice che detta seconda eventualità piacerà già meno a Ferragnez e discepoli.
Una maschia gioventù…
Adesso ‘sto agit-prop piddino starà zitto?
https://www.agi.it/cronaca/news/2020-09-15/prete-accoltellato-como-aggressore-costituisce-9663955/
Mettere sullo stesso piano l’omicidio di willy, commesso da due o tre bestie perfettamente in grado di intendere e volere, con quello di Don Roberto Malgesini, che è stato ucciso da un mezzo matto senza una precisa ragione se non il suo grande disagio personale, è il tuo tipico modo di selezionare le notizie passando per tutti gli organi del corpo tranne il cervello.
E’ lo stesso sistema che ti permette di “saltare” agilmente ogni accenno rispetto all’omicidio della ragazza uccisa dal fratello perché fidanzata ad un trans, commesso da chi ha una mente lucida, ma una mentalità alterata dallo stesso pseudo pensiero violento-razzista-sessista-omofobo che unisce tutti questi fatti di cronaca (incluso il pestaggio della coppia omosessuale di Padova), meno che l’omicidio di Malgesini.
Don Malgesini sarebbe schifato per come utilizzi strumentalmente la notizia della sua morte. Di certo è in paradiso, perché si è speso fino all’ultimo per gli altri pure rischiando la vita. Il tuo unico rischio invece, caro Kosmo, è che mentre scrivi un commento vada via la corrente e tu debba ricominciare.
Le solite puttanate del solito agit-prop portavolantini del PD.
Innanzitutto non sei tu che devi giudicare se un paragone è ben fatto o no.
Non ne hai la statura intellettuale, figuriamoci quella etica e morale.
Poi, ma quale “mezzo matto”? Il tunisino (quali guerre ci sono in Tunisia?) NON AVEVA ALCUN PROBLEMA PSICHICO, come conferma la Questura.
https://ibb.co/gWfBF9D
Addirittura dall’autopsia risulta che voleva sgozzarlo, come un “perfetto islamico”.
Il solito tentativo di buttarla in caciara quando non si sa rispondere.
Quindi falla finita con le tue menzogne e la tua rissa verbale.
Come se poi se fosse intervenuto nella rissa un italiano non avrebbero ammazzato anche lui quegli imbecilli.
Ma quando la finirà questo attivista agit-prop portavolantini del PD ad ammorbare tutti i blog cattolici con le sue menzogne?
Già su costanzamiriano, su berlicche, e su altri ti hanno smerdato più e più volte.
Ancora non hai capito che la propaganda dei piddini in TV non funziona bene sui blog?
Il modus operandi del PD (e quindi di tutto l’apparato mass-mediatico che fa capo ad esso, il 99% di tutti i mass media):
Se un “migrante” (un clandestino) ferisce o uccide un italiano, sono SEMPRE malati mentali.
Se un italiano ferisce o uccide un “migrante”, allora è SEMPRE fascismo.
Il sempre ottimo Rino Cammilleri riassume bene la cosa
https://lanuovabq.it/it/se-gli-immigrati-delinquenti-sono-tutti-malati-di-mente
A mio parere quel che scrivono in rete i “reginetti” dei social non è probabilmente conseguenza, o nella maggior parte dei casi non è conseguenza, di propria autentica e ricercata speculazione culturale. Molto semplicemente i VIP devono difendere la propria visibilità e il proprio grado di attirare (e trattenere) consenso. In questo senso il signor Fedez quando apre bocca e scrive qualcosa deve essere soprattutto “conservativo” nel garantirsi le prebende acquisite (come quasi tutte le persone di spettacolo… del resto). Se l’obiettivo primario quando Fedez lavora per il “mantenimento della visibilità acquisita” è banalmente “difendere le posizioni acquisite” il potenziale prodotto culturale di queste persone non può che essere compromesso in partenza. E se una persona VIP, non dimostra effettivamente e liberamente di esprimere “liberamente” il proprio “effettivo” pensiero, non fa altro che rimanere racchiuso in una “maschera” destinata ineluttabilmente a compromettere le potenzialità creative e/o culturali delle proprie affermazioni. In tal senso speculare se il signor Fedez nell’usare il termine “cultura fascista” esponga i risultati di un proprio (anche implicito) ragionamento o un proprio approfondimento culturale in senso stretto appare perlomeno ardito. Sono solo frasi frutto di situazioni “umorali” o “modaiole contingenti” (figlie “uniche” di questo tempo); nella maggior parte dei casi, sono frasi destinate a far rimanere i concetti da esprimere nell’ambito dell’accettabilità in relazione al baricentro delle persone che diventano inconsapevolmente testimoni indirette della “visibilità” e il “mantenimento della visibilità” di questi signori VIP.
Per questi campioni dell’antifascismo da avanspettacolo, cultura fascista sarebbe (a quanto pare):
– un comportamento aggressivo, che deriva dalla legge del più forte,
– che diventa la legge della razza dominante,
– che diventa l’oppressione del bianco sul nero, o del padre sul figlio, o del possidente sul proletario, o del maschio sulla femmina, o dell’etero sull’omo, e via dicendo…
– fino a diventare voto per Salvini e Meloni. Stop!
C’è un’ignoranza tale in queste farneticazioni che si resta allibiti.
Il sociologo liberale Raymond Boudon, all’inizio del capitolo “Relativismo e modernità” (Il senso dei valori 2000) rivela:
“Un bel giorno del 1920, Max Weber passeggiava a Monaco in compagnia di Oswald Spengler, sulla Ludwigstrasse, che tre anni dopo doveva essere teatro del fallito colpo di stato di Hitler. Secondo Spengler, Max Weber gli avrebbe dichiarato: «Il mondo nel quale esistiamo intellettualmente è in buona parte un mondo formato da Marx e da Nietzsche»”.
Andare a cercare le vere radici del razzismo, del superomismo anticristiano e della correlata violenza eretta a potere, …è un po’ più complicato.