Meglio non indossare le gonne troppo corte, altrimenti «a qualche prof cade l’occhio». Questo l’invito che la vicepreside del liceo romano Socrate avrebbe rivolto l’altro giorno ad alcune studentesse del penultimo anno che, appunto, indossavano la gonna corta. Ne è nata una polemica che ha visto il collettivo scolastico Ribalta femminista organizzare una protesta, con gli studenti che si sono presentati a lezione – tutti, non solo le ragazze – in minigonna o comunque in pantaloncini corti.
Il caso è diventato addirittura nazionale ed è intervenuta perfino il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, intenzionata ad inviare nel liceo un’«ispezione», anche se volta ad accertare che cosa, esattamente, non è chiaro. Ora, anche senza voler entrare troppo nel merito di quest’episodio – che vede sotto accusa la vicepreside, tacciata di essere una fiancheggiatrice del patriarcato -, si può comunque trarre spunto ad esso per sviluppare alcune rapide riflessioni utili, forse, anche a chi non frequenta questo istituto della Garbatella.
La prima riguarda il rispetto dei luoghi e delle istituzioni: esiste ancora? Apparentemente no. Infatti è possibile assistere a studenti che non al liceo ma addirittura all’università vanno a sostenere esami con la camicia hawaiana, i pantaloncini corti, le ciabatte infradito e così via. Trattasi di vero progresso? E se non lo è, come rimediare a questo stato di cose insegnando ai giovani già alle superiori, anzi anche prima, che la scuola non è un bivacco né una passerella bensì, appunto, una istituzione che comporta un minimo di decoro?
Riflessione numero due. Se siamo dell’avviso che la vicepreside del Socrate abbia detto una sciocchezza, accettiamo pure l’idea che a qualche insegnante – senza che questo ne faccia uno stupratore – cada davvero «l’occhio» sulle gambe di qualche studentessa di 16 o 17 anni, la cui corporeità è di gran lunga più prossima a quella adulta che non a quella di una bambina? E se questa seconda idea non ci convince, non ci stiamo forse infilando in una contraddizione tale per cui da un lato è bello vestirci come ci pare e, dall’altro, guai a chi ci squadra?
Il terzo ed ultimo spunto riguarda la sovrapposizione tra minigonna e libertà, che non investe solo le studentesse romane ma è ormai un po’ un simbolo dell’Occidente rispetto, per esempio, alla cultura islamica, dove i veli la vanno da padrone. Rispetto a questo, è possibile ricuperare – non solo per le giovani, ma anche per i maschietti – un discorso sul pudore senza passare per aspiranti imam? E soprattutto: non è riduttivo e limitante liquidare l’impegno educativo adulto – non solo nell’abbigliamento, ma in tutto – nel «fai come ti pare»?
Non c’è cioè il rischio che questo permissivismo, più che un inno alla libertà, altro non sia che menefreghismo verso giovani che avrebbero bisogno di valori, guide e orizzonti? É un dubbio che francamente viene. Per un motivo semplice: lasciar totalmente liberi ragazzi e ragazzi è facile: basta, appunto, lasciar fare. Invece provare ad indirizzarli verso determinati valori, soprattutto di questi tempi, richiede un impegno e, prima ancora, la capacità di dar ragione di ciò che si vuol trasmettere. Ed è proprio la capacità di testimoniare i valori più belli, forse, quello di cui oggi si avverte maggiormente l’assenza.
Mi chiedo: e se un docente si presentasse in classe con minigonna o calzoncini? Quali sarebbero le reazioni? Passerebbe inosservato? Sarebbe criticato?
Credo che si sia proprio perso il senso del decoro e del limite!
Questo “caso” divenuto in poco tempo virale sui social, dimostra quanto sia più che mai necessario ponderare (e soppesare) le parole quando si desidera far recepire correttamente un qualsivoglia messaggio. La superficialità palesata dalla vice-preside di quel liceo per richiamare le ragazze al doveroso contegno che occorre tenere in una istituzione pubblica, ha sortito (e fornito) invece un formidabile assist a quella frangia chiassosa e provocatrice sempre pronta a far gazzarra in nome di una personale e distorta libertà. Come di fatto è avvenuto.
Personalmente, credo che la dirigente dell’istituto volesse, goliardicamente, evidenziare un aspetto di una scelta scostumata sempre più invalsa tra le adolescenti, quando invece la questione avrebbe richiesto serietà ed un richiamo perentorio al rispetto delle regole dettate dal buon senso e non dalla eventuale scopofilia del corpo docente.
E perché non in topless?
Non è forse segno di “libertà”?
È se “ti cade l’occhio” il problema è tuo porco d’un masculo depravato e sessista!
Per stemperare riporto la metafora di un compianto monsignore: “L’omelia deve essere come una minigonna… corta, aderente (alla vita, alla Parola, non saprei) e far intravedere il mistero…”
Se però per analogia il “mistero” si intravede, ottimo per l’omelia, sul resto ho qualche dubbio.
@Bariom👏👏
Si potrebbe ripristinare l’uso del grembiule a scuola
scusa Giuliano se intervengo alla tua provocazione. La “rivoluzione sessuale” oggi ha raggiunto il mezzo secolo di vita. La minigonna segna un taglio netto. La minigonna nasce con la pillola, nasce con la consapevolezza che: ” se il sesso non serve per fare i figlio, serve per giocare” ovvero simulare la copula fecondativa con tutte le sue varianti. In quegli anni io c’ero e ti garantisco che fu una bella rivoluzione per le donne- Provocare sensualmente non era più un peccato e nemmeno consumare. Da un certo periodo in poi (anni 90) , la riforma sessuale inversa (castità) fu scatenata per la presenza dell’Aids. Si consigliava le domme (Media) di portare i pantaloni da uomo (jeans) nel nome di una parità fittizia e falsa ma che abbassava la domanda di sessualità e sensualità. Ambra scatenò di nuovo nelle Teenager la sensualità lanciando la moda del mini T-shirt liberando l’ombelico valorizzando il body nudo femminile.Ora è arrivato l’apocalittica Corona (virus) che ci allontana e condanna agli approcci sensuali e sessuali peggiore del ciclo Aidis. Siamo arrivati al “Divieto Contatto” fisico. Ora, 16/17 anni sono i momenti migliori nella vita sessuale dei giovani adolescenti, e tu non puoi negarlo perchè quell’età l’hai avuta anche tu, anche se bisogna riconoscere alle femmine un risveglio sessuale più precoce di quello maschile.La sensualità adolescenziale è un atomica nel corpo femminile, mentre neri ragazzi esplode verso i 20. Ora, la domanda di sessualità delle teenagers di oggi, castigata dal Corona, non combacia con la richiesta del professore che in classe non riesce a portare a termine la lezione perche troppe gambe sono aperte in segno di voluto, provocazione sessuale, ricordandoti che quello del professore è un punto privilegiato di osservazione sul colore delle mutandine delle allieve. Nessuno meglio di lui è sottoposto ad una tortura simile perche le femmine girano sempre le spalle ai colleghi in classe, penalizzando lee provocazione sessuali con il confidente migliore della classe. Ora ti invito a leggere – se non lo hai ancora fatto, una poesia di una nostra associata a FiloRosso che in una sua poesia ci narra la seduzione in classe verso un insegnante, capendo meglio che se si vuole censurare la minigonna, tra i telefonini arrivano msm del tipo ” indovina di chi è?” dove le adolescenti postano la propria vagina depiilata o no ,vista sotto le gonne più lunghe. Quindi , secondo me, quando la repressione si fa più marcata verso le adolescenti, le reazioni sono ancor più ruggenti. Sul prof in questione possiamo fare un discorso a parte se veramente esiste oppure immagine virtuale dei Media per fare giornalismo e provocazione sociale al mutamento censorio di Corona Virus Comunque Buona lettura: “Smeraldi d’Irlanda” in Pdf. di Blu Marina; https://wordpress.com/read/blogs/155093289/posts/4622
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Certo, rassegnamoci al fatto che tutto ciò che lei ha scritto sia normalità. Ma per cortesia, è uno schifo e va ribaltato! Non è progresso, ma regresso morale e culturale.
Gentile signora Werner, la mia poetessa Desda Corilla scrisse una volta una frase (delle tante) che mi rimase impressa. “Quando il sesso non serve per fare figli serve per giocare” Buon divertimento.
@filorossoArt
Inanzitutto sono un uomo. Le dico solo che il suo nichilismo è agghiacciante.
La provocazione sessuale nata con la pillola?! E madame Bovary? E le matrone romane del rinascimento? E Caterina di Russia? E Teodora? E le matrone romane ai tempi dell’impero? E Lesbia?
I jeans abbiamo cominciato a portarli negli anni Sessanta, e col cavolo che abbassavano il livello di sensualità. E non li portavamo nel nome di una parità fittizia e falsa ma perché per correre e per giocare e per andare in bicicletta erano infinitamente più comodi delle gonne.
Nei maschi la sensualità esplode intorno ai 20 anni?! Sicuro di conoscere i maschi? Mai sentito parlare di pubertà e di ormoni? Il testosterone arriverebbe intorno ai 20 anni?!?!
La mia generazione è quella che ha inaugurato la minigonna, e non è mai capitato che un professore, né giovane né di mezza età, non riuscisse a portare a termine la lezione per via delle gambe scoperte.
Quella delle vagine mandate sui telefonini al professore che si vuole sedurre è un fatto documentato o una qualche perversa fantasia del genere wishful thinking?
Barbara, tu c’eri e anche io. La rivoluzione sessuale tra i minori in Italia nasce con Mondo Bit, poi il Piper, poi il 68, li ho fatti tutti e poi e poi.. gli Hippie e poi e poi siamo arrivati alle castità mediche oggi, che vergogna, che chiusura. Ora manco baciarti per strada poi , un gesto divenuto raro ancor prima della peste HV a Corona. Susami : “E madame Bovary? E le matrone romane del rinascimento? E Caterina di Russia? E Teodora? E le matrone romane ai tempi dell’impero? E Lesbia?”… mai sentito parlarne nella mia adolescenza di questi personaggi borghesi. A quei tempi per noi c’era Eva Kent, Satanik, Valentina, Isabella duchessa dei diavoli, Lucifera,. eroine dei fumetti che masturbavano a manetta i ragazzi. “Noi quelle cose non le facciamo , siamo femmine” e ci credevamo perché non sapevamo cosa fosse la vagina o come era fatta (retaggio democristiano). Si andava in bicicletta a Chiasso in Svizzera o coi Pullman sabato per vedere un film “porno”, che oggi vanno bene da proiettare nelle classi scolastiche per l’educazione sessuale (erano vietati). Erano filmati svedesi e propagandavano la pillola, spiegando tutto, lasciandoci a bocca aperta e perplessi. Avevo sedici anni e le puttane di strada, per l’eta, sembravano le nostre mamme. Dai Barbara, ti masturbavi anche tu e vantavi di essere vergine come mia sorella o come tutte e noi ci credevamo sulla vostra santità fino a quando scoprimmo il mondo erotico dei grandi grazie alle nostre “sbarbine” , si sbarbine perche avevano sotto ancora pochi peli. Era arrivata l’era della pillola insegnandoci dove si doveva metterlo, e poi e poi l’Ogino & Cnauss… il termometro prima di fare. Barbara, mi trattengo per rispetto di Giuliano, sono in casa sua e devo morsicarmi la lingua. A 16 anni, in collegio, mi fecero firmare “l’Obbligo Nuziale ” in questura con Ornella, perche perse la verginità con me facendo il mio nome in Infermeria… Dai Barbara, come l’amavo, Fu allontanata dall’Istituto e non la rividi mai più. Amavamo i Beat ma non i Rolling Stone. Divenni Hippie come tanti e tante, eppure le nostre ragazze Hippie portavano le sottane lunghe a fiori , sottane indiane fino a piedi e andavano con chi volevano, col nostro consenso. Giravamo l’Europa perché eravamo ragazzi europei nei paesi liberi e poi via, tutti in India, in autostop… Che viaggio incredibile, che viaggi. A ventitre aanni divenni padre per caso, eppure avevo il termometro di Ogino e Knaus… (come eravamo ingenui… e belli) °________° – Barbara, fu la nostra rivoluzione che i ragazzi di oggi ancora godono.
Mamma mia quanti luoghi comuni!
PS: VOI giravate l’Europa; IO, figlia del sottoproletariato urbano, ero impegnata, insieme ai miei genitori, a risolvere il problema di riuscire a mangiare tutti i giorni. Vedi un po’ tu. Mai che si riesca a immaginare che esiste vita – una vita un po’ diversa dalla propria – al di là del proprio naso, eh?
In ogni uomo che vive su questa terra, Dio ha messo una scintilla del suo amore: chi non si è mai interrogato sull’esistenza di Dio, oppure non ha ne ha mai avvertito il desiderio, cercando di abbandonare i propri vizi per vivere quella rettitudine sull’esempio di Gesù?
Spesso, però, questo desiderio rimane assopito, ed allora ci si getta a capofitto in quella parvenza di libertà che altro non è che stordimento.
I buoni pastori, possono aiutare a riaccendere quella flebile ma inestinguibile scintilla presente in ciascuno di noi, ed ad indirizzarci nella giusta comprensione dell’escatologia cristiana alla quale ogni uomo dovrebbe tendere, cosicché si ricerchi la felicità solo in Gesù (e non nei Beatles, che si ritennero più famosi di Cristo…), e si rifugga ogni gloria che non sia quella della Croce, buon viatico per il Paradiso.
Freda Kelly, la segretaria personale – factotum dei Beatles, osservando da vicino quei miti degli anni ’60, comprese questo, e arrivò a dire: “ho compreso che la ricchezza ed il successo, non valgono nulla”.
Il fatto è che la vicepreside NON HA ASSOLUTAMENTE DETTO NIENTE DEL GENERE!
https://shevathas.wordpress.com/2020/09/19/sul-gonfiare-le-vicende-da-parte-dei-media/
L’ha ripubblicato su Organon.
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