American Sniper, Mystic River, Un mondo perfetto. Per fortuna non sono amico di Clint Eastwood perché domenica, giorno del suo novantesimo compleanno, non saprei proprio da quale suo film iniziare per ringraziarlo. Costantemente fuori dal coro, questo ex cowboy diventato cineasta senza mai tradire sé stesso è un monumento vivente, un pezzo unico. Non credete? Allora trovatelo, se siete capaci, un altro conservatore in grado di girare film contro il razzismo senza essere moraleggiante (Gran Torino), di produrre una pellicola in Georgia mentre tutta Hollywood boicotta quello stato a causa delle sue politiche antiabortiste (Richard Jewell), di prender di petto l’asfittico galateo liberal: «Ci stiamo tutti segretamente stancando del politicamente corretto, quella in cui siamo è una generazione di leccaculo e di fighette». Un altro di una schiettezza così abrasiva e adorabile io non lo conosco e – ancor prima delle sue 90 candeline e dei 65 anni di carriera – mi bastano queste sue 20 parole per rendergli, oggi come sempre, devoto omaggio.

Giuliano Guzzo