C’erano i gel igienizzanti, le mascherine, le distanze e le precauzioni previste dal protocollo Cei-governo, che non sono abbastanza da proteggere dal contagio ma bastano e avanzano a segnalare che la pandemia è ancora in corso. Eppure, nonostante l’atmosfera ambulatoriale, la Messa di stamattina è stata una boccata d’ossigeno profondissima, interminabile, liberatoria. Soprattutto, è stata un’esperienza istruttiva perché l’emozione di potermi nuovamente inginocchiare mi ha ricordato un’evidenza antropologica prima che religiosa: l’uomo non è ciò che mangia, mi spiace per Feuerbach, ma ciò che adora. E la libertà, quella vera, non è uscire da casa tua per gozzovigliare, ma andare a casa Sua per lodare.

Giuliano Guzzo