Innocente. Il cardinale George Pell è innocente. Lo hanno stabilito – all’unanimità – i sette giudici dell’Alta corte australiana, prosciogliendo il prelato, 78 anni, ex super segretario all’economia del Vaticano, il quale stava scontando una condanna per abuso su minori. «Non c’erano prove», questa la motivazione con cui la magistratura ha ribaltato la decisione del Tribunale di Melbourne del dicembre 2018. Quindi i 13 mesi di carcere e l’accusa di pedofilia contro Pell (che una vera “colpa” l’ha: essere conservatore) sono stati una colossale ingiustizia. Che alimentano un dubbio: e adesso, chi paga? Non si tratta, si badi, di una domanda polemica, dato che gli elementi per capire che ciò di cui il cardinale era accusato – l’episodio principale era presunta aggressione ai danni di due coristi nella sagrestia della cattedrale di Melbourne nel 1996, dopo la messa principale della domenica – fosse assai poco realistico, ecco, quegli elementi c’erano tutti.
Infatti era stato dimostrato che: a) la sagrestia dove Pell avrebbe abusato dei due giovani (per circa 6 minuti) era un «alveare di attività» dopo la Messa (un chierichetto testimoniò che non passavano 30 secondi senza che passasse qualcuno); b) l’arcivescovo, secondo l’accusa, indossava i paramenti durante l’aggressione, ma i protocolli prescrivono che un vescovo non sia mai solo mentre si veste per la Messa o dopo; c) Il Maestro delle cerimonie della cattedrale, mons. Portelli, confermò di aver accompagnato Pell e di averlo aiutato vestirsi e spogliarsi proprio quando il prelato avrebbe aggredito i due coristi; d) tra la Messa e il cambio d’abito, il cardinale era solito intrattenersi per salutare i fedeli (quindi non avrebbe avuto modo, manco volendo, di violentare alcuno); e) i paramenti indossati dal cardinale – che secondo l’accusa egli avrebbe aperto per mostrare il pene alle vittime – non rendevano fisicamente possibile tale operazione.
L’accusa contro Pell, insomma, non stava in piedi. Ciò nonostante, ci son voluti – lo si diceva – 13 mesi di carcere e più gradi di giudizio per appurare che, semplicemente, «non c’erano prove» contro di lui. Quindi il quesito ritorna: e adesso? Chi paga? Ricordiamo che i casi di false accuse contro preti cattolici sono numerosi. Lo ha ammesso persino il quotidiano Repubblica in un articolo eloquentemente intitolato «Abusi: ci sono anche i preti innocenti vittime dei giustizieri» (16.2.2019). Anche il più autorevole istituto di criminologia d’America – il John Jay College of Criminal Justice – ha prodotto più rapporti con cui documenta come la pedofilia nella Chiesa sia assai meno diffusa che nella scuola o tra i boy scout. Dunque, se proprio non si trovano i responsabili per l’ingiusto calvario del cardinale Pell, si può sperare che almeno, a pagare, sia il pregiudizio anticattolico che da troppi decenni una certa cultura – giornalistica, accademica e cinematografica – squallidamente alimenta.
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«Da leggere!» (Diego Fusaro)
«Un libro pieno di chicche» (Rino Cammilleri)
«Un viaggio tra vicende note e meno note con lo scopo di aiutarci a sviluppare il senso critico» (Aldo Maria Valli)
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Ringraziamo Dio per questa sentenza.
Quanto al pregiudizio, ho poche speranze… non ho sentito la notizia rimbalzare su ogni media ovviamente impegnati ora con altra emergenza, ma temo non sarebbe stato molto diverso in altro tempo.
Peraltro chi ha il pregiudizio ficcato in testa, dirà: “Figurati, non hanno avuto il coraggio di condannarlo”; “Chissà che maneggi sotto da parte del Vaticano”; “Figurati se era innocente!”… e via discorrendo.
Ma sono contento per il card. Pell. La sua coscienza era certo in pace davanti a Dio, ora può dirsi libero da tutte le accuse (anche se,vedi sopra…) e soprattutto gustare un vera Pasqua di resurrezione.
@Bariom
Alla luce dei fatti, è evidente che avesse contro satana in persona.
Questa entità, sceglie e si serve delle persone giuste per screditare ed infangare gli “uomini di Dio”, ed un cardinale è senz’altro una preda appetibile
La cosa molto grave comunque è che il Card. Pell è stato abbandonato in passato dal Vaticano, come agnello da sacrificare agli altari laicisti.
Ma alla Sapienza è stata resa giustizia dai suoi figli.
Deo gratias.
Gli stessi che criticano Bergoglio per aver lasciato che la giustizia facesse il suo corso nel caso Pell senza intervenire, lo criticano perchè in Argentina quando era presidente della conferenza episcopale è intervenuto in difesa di padre Grassi. (altro accusato di pedofilia). Due pesi e due misure.
A conferma del fatto che ogni scusa è buona e strumentale solo per criticare e attaccare il Papa.
Ovviamente questo Papa di oggi.
Perchè verso i precedenti Papi (che contro la pedofilia hanno fatto molto meno) c’è una protezione speciale.
Eppure la maggior parte dei clero pedofilo è stato ordinato e ha fatto carriera, compiendo intanto i suoi crimini, sotto i precedenti pontificati.
Nonostante questo i precedenti Papi sembrano attorniati da un’alea di intoccabilità eterea , come se dovessero occuparsi d’altro.
Contro questo Papa invece si scaricano tutti i peccati secolari di una parte della chiesa (con la “c” minuscola) quantomeno distratta, se non proprio omertosa.
Leggete molto attentamente questo articolo:
https://it.insideover.com/societa/il-regno-unito-ha-un-problema.html
E ora ripensate a tutta la vicenda del cardinale Pell…
A me pare non centri nulla…
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italiae ha commentato:
Cui prodest?
Da laureata in diritto penale mi domando quanto nella persecuzione contro il Cardinal Pell abbia pesato lo IOR ed il giro di affari immobiliari della banda di Santa Marta notoria filiazione della Mafia di San Gallo
@Miccheli
Francamente, non riesco proprio a comprendere dove voglia andare a parare…eppoi, che toni inusitati quanto riprovevoli! Meraviglia, oltretutto, che in un blog di spirito cattolico soggetto a moderazione non vengano censurate ma bensi’ pubblicate espressioni gravemente diffamatorie, fuori luogo, destituite di ogni fondamento e che rimandano direttamente al nostro Pontefice!
Davvero destituite di ogni fondamento?
https://benedettoxviblog.wordpress.com/2018/07/05/la-mafia-di-san-gallo-danneels-svela-tutto-durante-unintervista-televisiva/
https://fromrome.info/2020/04/03/il-testimonio-di-mons-livi-contro-la-mafia-di-san-gallo/
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/07/la-mafia-di-san-gallo.html
http://www.altrastoria.it/2019/08/08/elezione-papa-francesco-mafia-san-gallo/
Un uomo che apostata la Fede Cattolica ed adora pubblicamente la Pachamama, bestemmia e dà sandalo può essere pontefice regnante ma resta degno di riprovazione pubblica come lo scandalo che provoca
Non pagherà nessuno perché la Chiesa oggi non cerca giustizia!
Giustizia. Ciò occorrerebbe contro chi in malafede organizza tutto questo contro un uomo innocente. Come se l’esigenza di giustizia che ognuno ha in cuore non fosse cristiana. Oggi la Chiesa é un ospedale da campo. Non parla più di anima.
@Samaritano – Ma per carità, quei blog lì sono pattume e niente di più: da parte mia, ritengo che non meritino nessuna considerazione.
@Miccheli -Al di là di queste mere farneticazioni (ma lei…e’ cattolica?), su cui nemmeno intendo soffermarmi perché si commentano da sé, non vedo contingenze e ingerenze di “casa Santa Marta” con il caso e la sentenza afferente il Card. Pell…
“…quei blog lì sono pattume e niente di più…”
E che c’entra? E’ il contenuto del testo linkato che deve valutare, e il contenuto, condivisibile o meno, esprime una legittima opinione riportando fatti e dichiarazioni reali.
A parte ciò, quelli che lei, nell’anonimato, definisce sprezzantemente “pattume”, saranno anche molto ostili (qualche volta anche scorretti) verso un pontificato che è difficile non definire quanto meno “controverso” e che scandalizza molti sinceri credenti, ma non mi pare diffondano menzogne o s’inventino scandali.
Buongiorno, mi potrebbe indicare gli studi del John Jay College of Criminal Justice a cui fa cenno nel post? Grazie e buona Pasqua
Ora non ho il link a portata di mano, perché li consultai anni fa. Sono gli stessi di cui parla qui il sociologo Massimo Introvigne: https://www.ricognizioni.it/le-accuse-alla-chiesa-di-pedofila-dinmassimo-introvigne/. Santa Pasqua!
@ A. Spinoza
A parte il fatto che in rete l’anonimato non esiste proprio (neppure chi naviga nel dark web, è anonimo…) in quanto tutti abbiamo un codice IP, il mio nome è reale quanto la mia casella di posta elettronica. Sì: per me, chi giudica; chi disprezza; chi scava nel torbido; chi insinua il tarlo del sospetto nei confronti del Papa, non merita alcuna considerazione.
Il Papa, questo Papa, va amato da chi si professa cattolico e basta: non siamo noi che dobbiamo insegnare il mestiere al Papa, e men che meno i giornalisti.
Il Papa, quando parla, si rivolge alla universalità e non fa politica; il cattolico, deve rimettersi alla sua guida.
“A parte il fatto…”
Sciocchezze.
Lei, come tutti i privati in genere, avrà un indirizzo Ip dinamico, che pertanto non è riferibile ad una persona fisica identificabile! Solo un’indagine giudiziaria può cercare di identificarla. Lei ha tutto il diritto di restare nell’anonimato, ma quando si emettono giudizi perentori bisognerebbe avere il coraggio di metterci la faccia, altrimenti, per rispetto, è meglio astenersi.
Quanto al corretto rapporto tra singolo fedele e Papa, ho informazioni leggermente diverse. Diciamo, meno turbo-neo-integraliste.
Appunto: siamo d’accordo che l’anonimato non esista nel web; poi, solo per il fatto di non aggiungere il cognome al nome (solo nella mia città esistono ben 30 miei omonimi, per cui dovrei indicare pure la data di nascita…), non significa per questo essere anonimi; quand’anche si usasse un nick di fantasia per esprimere il proprio pensiero, sarebbe la stessa cosa: la persona e’ sempre reale.
Il Papa, non si discute ma si ama, almeno per chi si ritiene cattolico: ne faccia memento.
Che un Papa debba essere amato dai cattolici è a dir poco discutibile.
E salvo che sia ex cathedra, nemmeno il suo insegnamento va seguito-e-basta.
@ Celia
La sua posizione è alquanto singolare, altro che “basta”.
A tal uopo, al fine di comprendere perché non sia possibile essere cattolici senza amare il Papa, può esserle di qualche utilità leggere il pensiero assai articolato del Santo Card. Newman sull’argomento.
È possibile trovare materiale in rete.
Lo farò senz’altro.
Da Newman, che come tutti i convertiti ha a cuore la comprensione esatta di ciò che abbraccia, riceverò di certo un’ulteriore di quanto ho scritto, che per altro è cosa nota e piuttosto banale…
* ulteriore conferma.
@Celia
Oltretutto, a rigor di logica, se fosse come dice lei, senza celia, nemmeno servirebbe la guida di un Papa.
Newman, abbraccio’ il cattolicesimo perché dopo attento studio, comprese quanto fosse indispensabile la figura del Papa.
Suo è il motto: “Non è possibile amare la Chiesa senza amare anche il Papa”.
Mi dispiace, ma nemmeno su San Henry Newman siamo tanto d’accordo.
Il Card. Newman desidera ardentemente la realtà di quello che ai suoi tempi era il “Vicarius Christi”, capisce che una Chiesa senza Papa non ha senso e si perde. Perciò “ama” nel senso che non può farne a meno! Qualunque cattolico deve amare il Papa in questo senso; poi magari ne ama uno molto e uno poco o pochissimo perché vede comportamenti e esternazioni che lo scandalizzano…
Osservi il passato, per esempio quello di un Innocenzo VIII, un Alessandro VI, o un Clemente VIII. All’epoca c’era poca informazione e io non so come in coscienza mi sarei trovato, ma immagino ci saranno stati dei preti o dei semplici fedeli (pur “papisti”) che si sentivano scandalizzati, che non apprezzavano…
Non dovevano considerarsi cattolici? Per dimostrare il loro “amore” verso il Papa, avrebbero dovuto “non discutere” nemmeno davanti alle torture e ai roghi?
Secondo San Henry Newman, il Papa si ama incondizionatamente, a meno che non vi siano conclamate, gravi e manifeste ragioni tali da sconfessare il Vicario di Cristo, che comunque non competono all’umore del fedele.
Queste ragioni si concretizzano se il Pontefice dovesse parlare o comportarsi contro coscienza, poiche’ il suo compito è quello di illuminare le coscienze. Il referente della coscienza è la legge divina, invalicabile anche per il Pontefice. Non mi pare che Francesco abbiano mai trasceso questa legge.
Non escludo che sia avvenuto nel passato…ma ne passa di acqua sotto i ponti, e la Chiesa ha sempre fatto memento dei suoi errori.
È proprio questo il punto:
Emergono con puntuale insistenza, negli anni, elementi in atti formali e informali del Pontefice che possono aver confuso una coscienza cattolica conformata a una lunga e ininterrotta tradizione magisteriale della Chiesa?
A suo parere no, per altri si.
E sarebbe meglio per tutti se la Chiesa finalmente non lasciasse passare più troppa acqua sotto i ponti, prima di prendere il coraggio di discuterne seriamente e eventualmente riconoscere quegli errori.