Le ultime foto Instagram di Nadia Toffa, anzi a dire il vero quasi tutte, la ritraggono sorridente. Ora, io non so – e nessuno può sapere – quanto quelli fossero sorrisi e quanto, invece, tentativi di scavalcare il recinto del dolore per colorare giorni altrimenti malinconici, spenti, tristemente grigi. Tuttavia, pur non condividendo tanto dello stile e dei contenuti del giornalismo targato Iene fatto anche da questa conduttrice morta a soli 40 anni, non posso che esprimerle gratitudine. Non solo per aver combattuto il cancro, ma per averlo fatto con il sorriso. Come tanti meno noti di lei, ribatterà il polemico di turno: d’accordo, però Nadia Toffa l’ha fatto sfruttando una visibilità che pochi hanno. Non si è cioè limitata a lottare, ha pure insegnato come si dovrebbe fare.
Esemplare, a questo proposito, una sua riflessione che vale davvero la pena, oggi, riprendere, e che rivela una maturità spirituale notevole: «All’inizio mi chiedevo: “perché proprio a me?” Chi è che vuole il cancro? Nessuno. E’ una brutta notizia. Ma poi mi sono detta: “Perché non a me?”. Questo è il mio dolore, me lo devo portare. E’ il mio fardello. Il Signore mi ha dato una sfida che io posso magari non vincere, ma l’importante è mettercela tutta. Combattere, sempre. Non bisogna mollare, il Signore non è crudele. Da una sfiga si può trovare anche qualcosa di buono, il Signore non è cattivo, lo ripeto, non ci vuol veder soffrire. E’ una prova per farci migliorare, per essere persone migliori». Quel Signore che «non è cattivo» anche quando sembra togliere più di quanto dia ora ti accolga nella Sua Luce, guerriera col sorriso.
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