C’è un solo dato certo, nella storia di Noa Pothoven, la diciassettenne olandese che cinque giorni fa ha ottenuto il suicidio assistito perché segnata da un’esperienza devastante come possono essere tre violenze subite (la prima a 11 anni, l’ultima a 14): quella giovane è morta quattro volte. Tre per mano di bestie dalle sembianze umane, una tramite una barbarie dalla sembianza di Stato. Ed è su quest’ultima morte – quella definitiva, purtroppo – che dovremmo riflettere chiedendoci se alla povera Noa, con essa, sia stato dato un sostegno o una scorciatoia, un abbraccio o un colpo di grazia. Il fatto che lei non sia più tra noi, e soprattutto tra quelli che le hanno voluto bene, credo basti e avanzi per capire che il suicidio assistito non è stato che l’ennesimo orrore toccatole.
Invece i nostri bravi giornalisti sono tutti lì – rigorosamente allineati e falsamente commossi – a raccontare la storia di questa giovane donna osannando la «sua lotta», la sua «lunga battaglia per l’autorizzazione alla dolce morte». Come se le cose dovessero per forza andar così; come se si potesse parlare di autodeterminazione nella scelta di morte di una ragazza che dalla morte, nella vita, era stata tallonata. Non so se ve ne siete accorti, ma stiamo allegramente passando dall’eutanasia come rimedio al dolore terminale al suicidio assistito come estremo rimedio allo stupro: il tutto senza provare quel minimo di schifo. Una volta speravo, davanti a certe follie, in chi avesse avuto il coraggio di alzare la voce. Oggi sarebbe già qualcosa se qualcuno avvertisse il bisogno di turarsi il naso. Spero di non chiedere troppo.
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fake news o frittata girata per sondare l’opinione pubblica.
Perchè stuprare una ragazzina quando una, della stessa bellezza (o anche migliore) a “Luci rosse”, costa dalle 25/50,00 euro …5 minuti? Sono messi cosi male economicamente in Olanda dove esiste la castrazione chiruigica provvisoria per i maniaci sessuali?
In Olanda come in Danimarca, lasciano la libera circolazione delle droghe leggere per cercare di fermare i disastri delll’alcol sui minori da parte di genitori alcolisti. Eppure preferiscono l’alcool … come mai? Pensaci.
Chi stupra non lo fa per bisogno di sesso: lo fa per bisogno di violenza. Quindi nessuna bellezza superesperta prodigatrice di inenarrabili piaceri potrà mai sostituire una vittima sofferente, implorante, terrorizzata, urlante per il dolore fisico.
la violenza è una espressione naturale degli esseri viventi. Siamo fatti di carne e ci sostentiamo di carne e per fare ciò uccidiamo, brandiamo le carni, le impaniamo, le rosoliamo,creandoci le pietanze giornaliere. Quindi la violenza è un impulso naturale pertinente alla sfera degli istinti di sopravvivenza e in tutti gli esseri viventi del pianeta (microbi compresi). Nella catena alimentare si creano dei gradini di dipendenza e prepotenza. Gli animali hanno evoluto le loro armi di difesa e noi, disarmati, abbiamo prodotto armi da pugna… fino alla bomba Atomica e oltre.
Quando si costituisce una società esclusivamente come le nostre evolute dalla ragione, per gestire la società delle Nazioni, ognuna ha messo delle regole comportamentali per il proprio buon governo. Pena: la sottrazione della libertà o pena di morte ai trasgressori.
Le società crescono e i confini non tengono insieme le moltitudini. Avvengono gli scontri sociali e i con seguenti sconfinamenti per miseria. Lo Stato di confine che li ospita, o ammazza gli esuli o li organizza militarmente per ributtarli al loro paese lasciandoli combattere fino alla decimazione. Ma se lo stato ospitante, in piena crisi demografica, decide di adottare gli esuli, nascono i conflitti interni razziali ecc ecc
Ora, se la crisi persiste e degenera in peggio, l’esule conquista con la forza il proprio spazio vitale nel nuovo stato. Poiche gli esuli sono ospitati per sotituire i mai nati maschi dello stato ospitante, la giustizia chiude un occhio sul reato di stupro. Voglio ricordarti che l’Italia che ami, è stata fondata sul ratto e stupro delle ragazze Sabine, quindi abbiamo una tradizione statale dove lo stupro è considerato un atto politco e non di violenza gratuita. Quando le donne si rifiutano di perpetuare la specie, la violenza della carne è inevitabile nella mente dello stupratore, il quale, nel suo erotismo frustrato, non va sul sottile, poi se lo stupratore di 30 anni non ha mai avuto un rapporto sessuale dalla nascita e si trova in uno stato dove la nudità è gratuita, i più forti resistono, gli altri si buttano nel branco a branco. Ma questo vale anche anche per noi italiani, dove il 90% degli stupri femminili denunciati sono consumati in famiglia. Qui il discorso si fa complesso e abbisogna di molto spazio di scrittura e tempo per rispondere alle tematiche. Di fatto, oggi, proprio per le lagne generalizzate dal corpo femminile sociale, i governi stanno aprendo i confini per dare delle spose autoctone agli stranieri, ciòl vuol dire che l’integrazione diventa lentissima e si creano quartieri e cittadelle monolingua è baluardi difficile da gestire. La legge sulla violenza alle donne non è per proteggere le italiane, ma le donne straniere dove, la violenza fa parte della cultura barbara e che qui non dobbiamo tollerare. Qui ti do ragione. Dobbiamo tenere nei reciti la violenza sulle moglie da parte degli stranieri.
Un buon esempio fu la legge di 30 anni fa che alzò la pena ai Delitti d’Onore in Sicilia, trattandoli come un uxoricidi. Quindi da 12 a 20 anni, fino l’ergastolo in caso di uxoricidi efferati. In Europa, siamo in un periodo di transizione sociale speciale e delicato, dove la crisi delle materie prime sul pianeta si fa sentire, quindi, la crisi se usata a fini idioti come i governi di destra nazionalisti, scatena una violenza trasversale tale da coinvolgere tutti i settori sociali. Poi ci si è messa la pornografia sadica a intortare i cervelli deboli o giovanissimi, e le conseguenze sono ciò che lamenti. Tu non hai mai subito violenza, ma ti assicuro che se la subisci poi la subirai ancora. La castità femminile fu un rimedio sociale usato in tutti i secoli quando il malcostume (per crisi) degenerava o quando i popoli erano invasi da barbari violenti. La violenza sessuale la fermi solo con le nascite, tante nascite. E qui il tasto è dolente, coinvolge le donne che per condizioni sociali avverse preferiscono la sterilità come arma di difesa e i Governi che non sanno risolvere la crisi demografica, economica e territoriale in caduta libera. La violenza sessuale femminile, al completo, non tocca il 3% nazionale , quindi è contenibile, solo che le “femmine” la stanno ampliando inutilmente oltremisura, rendendosi repulsive, conto che va svantaggio sul futuro delle donne sterili quindi single, mettendosi in difficoltà finanziarie pericolosissime. Tra i sessi, dobbiamo crearci “amici” e non nemici altrimenti la battaglia è persa per ambedue contro i terzi che avanzano moltiplicandosi, ridendoci a dietro divertiti.
“Tu non hai mai subito violenza”
Tu cosa ne sai?
“ma ti assicuro che se la subisci poi la subirai ancora”
Ti assicuro che può anche succedere che poi sei pronta a sbranare anche per un semplice “chiudi il becco”. Perché se non sei capace di fermare quello, meno che mai sarai in grado di fermare l’inevitabile crescendo che ne seguirà. E io lo fermo.
Quello che mi chiedo, soprattutto, è: ma prima di aiutarla a morire per sfuggire a una sofferenza che le impediva di vivere, c’è stato qualcuno che abbia provato ad aiutarla a vivere?
Tra l’altro nell’articolo la ragazza stessa racconta di aver lottato per tutte quelle come lei, vittime di violenza, affinché in Olanda si attivino delle strutture che possano aiutarle, visto che ora mancano.
Invece molto meglio suicidarle, risparmi e chi si è visto si è visto.
Vomito.
Preghiamo per lei è per questo schifo di ideologia.
E’ inquietante che esistano medici che certificano l’irrisolvibilità di una sofferenza psichica. 100 anni di Psicanalisi e Psicoterapia, eppure oggi uno stato e un medico davanti a un trauma optano per un mix letale.
E’ una delle cose che più mi hanno colpita: come prendi atto che il cancro ha interamente invaso l’intestino e quindi non si può più fare niente, così certifichi che a diciassette anni (A DICIASSETTE ANNI!) non potrò mai più riprendermi dalla depressione che mi attanaglia, che niente di quanto potrà accadermi nel futuro – non un’amicizia, non un amore, non un impegno sociale – potrà mai più farmene uscire. Da condannare alla tortura dell’olio bollente. Preceduta da tutte le altre, beninteso.
Poi magari ci sarebbe da spendere due parole anche sulla famiglia: ti violentano una figlia di undici anni e non te ne accorgi? E se te ne accorgi non fai niente per metterla al sicuro e lasci che accada altre due volte? E quando cade in depressione la lasci andare? Mah.
Sono d’accordo con entrambe.
L’ha ribloggato su Organone ha commentato:
La “cultura della morte” colpisce ancora… 😢😢
Chiesa Cattolica muta.
L’idea che mi sono fatta è che più che essere una conseguenza delle violenze la causa depressione che ha portato Noa alla tragica decisione sia da ricercare in quelle che avrebbero dovuto essere le cure del disturbo post traumatico, diventate a loro volta trauma. Nei post parla di una vita invivibile fatta di cliniche, psicofarmaci, tutto somministrato da professoroni in camice. Sono convinta che molte storie di follia inizino così. Ho sentito recentemente il caso di un bambino che manifesta un comportamento alimentare un po’ anomalo, ma senza conseguenze fisiche, e gli “esperti”, a cui ci si rivolge in buona fede, senza sapere né leggere né scrivere hanno consigliato RICOVERO di due settimane “per allontanarlo dalla famiglia”. Se si inizia così per un nulla, dove si va a finire? Non sarebbe magari ora di togliere ai medici l’aura di infallibilità e iniziare a trattarli da professionisti che lavorano nell’interesse del paziente (magari anche nel rispetto del giuramento di Ippocrate)? Invece sono i nuovi sacerdoti del nuovo dio, LASCIENZA. Tanto se qualcosa va storto si rottama il paziente e si riprova…
Soprattutto dovrebbero avere l’umiltà di accettare l’idea che la psicologia NON è una scienza (a rigor di termini neppure la medicina, pur essendo basata su un gran numero di scienze esatte, è una scienza esatta), non è una cosa come infezione: antibiotico, infiammazione: cortisone, peritonite: bisturi. Aggiungo che avendo avuto a che fare, per ragioni professionali, con un gran numero di psicologi, non ne ho incontrato uno che non fosse pesantemente disturbato. Sia ben chiaro, non sto dicendo che non esistano, dico che io non ne ho incontrati. E ho avuto più di uno scolaro irrimediabilmente rovinato da questi personaggi che proiettavano sul paziente i propri disturbi personali e non vedevano quelli del bambino che avevano davanti, col risultato di curare disturbi che questo non aveva e trascurare quelli effettivamente esistenti, provocando danni al quadrato. Per non parlare di quelle società in cui per ogni minimo disturbo ti fanno buttare giù etti di psicofarmaci. E ci credo che a un certo punto uno dice basta lasciatemi morire.
La psichiatria miete vittime da quando è nata, consapevolmente (es. Unione Sovietica) o meno, ma ha il grande vantaggio di poter nascondere le vittime dietro alle loro presunte problematiche iniziali. Chi ha detto che pillole ed „esperti“ siamo più indicati a superare un trauma della vicinanza di una famiglia, per dirne una? Ma pare che certi professionisti non vedano l‘ora di incollare l‘etichetta di malato alla gente.
Il suo pensiero nei confronti della psicologia è perfettamente allineato a quello di Karl Kraus, indiscusso Re dell’aforisma, seppur, a mio avviso, personaggio assai singolare 😁
Probabilmente anche Karl Kraus aveva avuto modo di osservare da vicino un sufficiente numero di psicologi – o psicoterapeuti di altro genere. (Un esempio a caso? Quella che nuotando nella piscina del proprio albergo improvvisamente si bloccava terrorizzata dalla possibilità che ci fosse uno squalo. E NON è un caso limite)
@ il blog di Barbara – Kraus, nutriva un’idiosincrasia per gli psichiatri…chissà poi perché. …pure lei?
@Roberto – Per gli psichiatri non è proprio idiosincrasia, per psicologi e psicanalisti sì.
Roberto, non conosco questo Karl Kraus, approfondirò. Non dico che le “psic” non abbiamo mai in nessun caso un’utilità. I danni che sono sotto gli occhi di tutti derivano dall’azione slegata dall’etica, non tutto ciò che è “possibile” deve essere accettabile. Per quanto ho potuto vedere con i miei occhi, gli psicologi (come figura professionale) sono completamente privi di morale e si sottomettono al divieto assoluto di giudicare qualsiasi porcheria a meno che non odori di “repressione”, che secondo loro porta alla nevrosi. (in sostanza, se vai da uno psicologo a dire che metti le corna a tua moglie ti incoraggia ad assecondare le tue pulsioni, se ci vai perché vuoi salvare il matrimonio invece di mettere le corna a tua moglie ti rimprovera perché calpesti la tua felicità). I pochi psichiatri che ho visto distribuiscono pillole come se fossero caramelle. Qualcosa non va.
Concordo Bramadamate.
Si fa un gran parlare , o forse straparlare , della morte di Noa Pothoven.
La ragazza si è “lasciata morire” e nessuno l’ha con la violenza costretta a nutrirsi. Suicidio assistito ? Eutanasia nascosta ? Suicidio e basta ? Di certo c’è che il ministero della sanità olandese ha aperto una inchiesta, quindi neanche per le autorità olandesi questa morte ha seguito un chiaro iter legale.
E’ evidente che ci si trovava davanti ad una ragazza confusa e disperata, e che giudicare da lontano senza averle vissute certe dinamiche personali e familiari , applicando il metro di pensiero di chi certe cose non le vive sulla propria pelle, è una cosa da fare con un po di attenzione e rinunciando alla tipica superficialità che ormai sembra spadroneggiare nella mente di molti. “Bianco e Nero, Giusto e Sbagliato, Si fa così, io avrei fatto così , a me non succederà mai”
Una prima cosa che mi colpisce è questa frase detta qualche tempo fa dalla stessa Noa : “Se hai un problema cardiaco in due giorni ti operano. Se hai un problema mentale, aspetti due anni per un posto in clinica”,
E da questo vorrei partire. Perchè la malattia mentale è uno spettro rispetto al quale nessuna nazione , neppure l’organizzatissima Olanda (e tanto meno l’italia) da alle famiglie ed alle persone il giusto supporto. I costi sono elevatissimi, per salvare e sostenere una persona servirebbe il lavoro di 2 o 3 persone fisse e dedicate. Nessun sistema sanitario se lo può permettere e tutto si scarica sulle famiglie che si macerano, si rovinano ed alla fine qualche volta crollano.
la morte di Noa colpisce l’immaginario collettivo soprattutto per alcuni aspetti :
1) è volontaria ma non cruenta (quindi era evitabile in modo forzato)
2) è giovane e bella e benestante
3) non ha malattie fisiche incurabili
In italia il tasso di suicidi è di 8 circa per 6,5 per 100.000 abitanti. Significa che ogni anno nel nostro paese si ammazzano circa 4.000 persone. Di queste il 70% sono uomini. Tutto questo nel totale silenzio.
Eppure non tutti sono vecchi e malati. Ci sono molti giovani , depressi, con situazioni di disagio mentale estremo .
Perchè allora non se ne parla ? semplice : Si ammazzano in modo cruento (si buttano da una finestra, si sparano, si impiccano..etc)
Poichè lo fanno in questo modo l’opinione pubblica se ne può lavare le mani. Non sono stati aiutati, il loro disagio non è stato capito, lo Stato lascia sole le famiglie etc etc, allo stesso modo di Noa. Ma poichè si sono ammazzati da soli sembra che la loro morte fosse “inevitabile”, e possiamo guardare avanti.
Noa poteva essere salvata in modo coercitivo, e quindi con la forza. Forse, se l’avessero fatto, dopo una decina di giorni sarebbe salita sulla finestra e si sarebbe buttata di sotto.
Se avesse fatto così non avrebbe occupato neppure una riga dei nostri giornali. Come per tutti gli altri.
Perchè la realtà è che non ce frega niente se la gente è sola è disperata e si ammazza. Ci interessa soltanto di poter dire : “Non è colpa mia, ma scelta loro”.
Quindi se sei disagiato cerca di ammazzarti in modo che nessuno possa avere la possibilità di salvarti in qualche modo, ci sarà sempre qualcuno che dovrà per forza cercare un colpevole da accusare, per poter liberamente dire “non è anche colpa mia”
Buona Domenica.
Veramente mi sembra che si questi lidi si parli invece prevalentemente di come cercare di evitare alla gente di arrivare al pozzo di disperazione che ti prende quando la vita non ha più un senso. Un esempio di vita senza senso è quella seguita dal nulla. E torniamo sempre alla perdita di Dio. Quanto alles autorità preposte, è un altro discorso che vale la pena di affrontare a parte, perché è palese che l‘obiettivo del „diritto a morire“ generosamente elargito è togliersi dai piedi (e dalle casse) la gente non produttiva.
Ottima risposta. Quindi se le proponessero di aumentare le tasse che lei paga di almeno il 5% per finanziare l’assistenza ai malati di mente lei sarebbe ovviamente d’accordo?
LiberaMente, se me lo propone lei su un blog no di certo, è per caso lo sceriffo di Nottingham? Non mi pare che l‘Italia sia un paradiso fiscale, le tasse sono già altissime e non penso proprio che ogni centesimo venga speso al meglio. Dove e come tagliare per avere risorse per curare i malati, che deve essere la prima preoccupazione di un paese civile, altro che unioni e aborto gratis, non è affare mio né suo, c‘è chi lo fa di mestiere. In ogni caso, non si ammazza la gente per risparmiare.
Standing ovation.