Aiutatemi vi prego, no, non voglio morire. Gli occhi di Vincent Lambert, il francese tetraplegico 42 anni per cui da stamane è iniziato l’iter che lo condurrà a morte per fame e per sete, emettono questo grido. E lo emettono con l’unica forza che resta a uomo nelle sue condizioni: quella estrema delle lacrime. Certo, possiamo consolarci, si fa per dire, con il pensiero che dopotutto gli specialisti sono divisi – alcuni sostengono che egli sia in stato di coscienza minima («état de conscience minimal plus»), altri che sia vegetativo cronico, «état végétatif chronique») -, sperando abbiano ragione i più pessimisti.

L’uccisione di una persona in «état végétatif chronique» infatti sempre tale sarebbe, ma almeno non avrebbe l’aggravante di quella ai danni di chi sente, vede e, appunto, piange. E si dà il caso sembri essere proprio questo, il caso di Lambert. Lo prova la diagnosi di «état de conscience minimal plus», a suo tempo effettuata dal Coma science group del professor Steven Laureys, uno dei maggiori esperti mondiali nei meccanismi e nei gradi di coscienza; lo provano le parole della madre Viviane, più che certa che il figlio sia perfettamente in contatto con l’esterno; soprattutto lo provano gli occhi disperati con cui oggi Vincent ha guardato un mondo in cui c’è sempre meno posto per quelli come lui.

Un mondo dove il senso di umanità ormai è invocato solo per accogliere chi viene da continenti diversi ma non per chi, di diverso, ha solo la condizione fisica o neurologica. Così, nonostante le tante preghiere di queste ore, lo spazio per un miracolo si assottiglia sempre più e quando mamma Viviane se ne esce con un «siete dei mostri», rivolta a chi sta conducendo suo figlio alla morte, ci riesce difficile non sentirci chiamati in causa. Non forse come mostri, ma come testimoni che non hanno saputo far sì che un uomo fosse trattato come un uomo. Perché a nessuno, nonostante tutto, può sfuggire la tragica differenza tra le lacrime di un essere umano che implora aiuto e questa interminabile pioggia di maggio.

Giuliano Guzzo

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