Parità sessuale e antifemminismo possono convivere? La Danimarca prova di sì. Infatti, benché si tratti di una nazione tra le più egualitarie del mondo, a differenza anche della vicina Svezia si mostra enormemente tollerante verso atteggiamenti che alle femministe 2.0 procurerebbero forti mal di pancia. I danesi – tenetevi forte – pare siano addirittura più «sessisti» degli italiani, notoriamente additati a gente rimasta nella preistoria dei diritti.

E’ quanto rilevato dal Global Project Project YouGov-Cambridge, condotto in 23 Paesi su un campione complessivo di 25.000 persone, secondo cui meno del 15% dei danesi si definirebbe femminista (a differenza di oltre il 25% degli italiani), quasi due su cinque disapprovano il movimento #Metoo e oltre il 30% ritiene accettabile il volgarissimo fischio di apprezzamento, performance assimilabile a molestia, al punto che in Francia può costare multe fino a 750 euro.

Per la verità, gli esiti di questa ricerca non fanno che confermare una tendenza radicata nel Paese nordico – la stessa Karen Ellemann, assumendo la carica di ministro per la parità, tre anni or sono, affermò di non dichiararsi femminista -, che però consente a noi, maschi stanchi d’essere criminalizzati a priori, di tirare un sospiro di sollievo. Perché se il vento boldriniano dovesse tornare a soffiare in Italia, almeno ora sappiamo di avere un rimedio: un aereo per Copenaghen.

Giuliano Guzzo

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