Le parole di Papa Francesco ai delegati del Forum delle Famiglie ricevuti oggi in Vaticano hanno scatenato una pesante polemica – la seconda nel giro di pochi giorni, dopo quella per le dichiarazioni del Ministro della famiglia Lorenzo Fontana -, e non avrebbe potuto che essere così. Infatti la tesi dell’unicità del modello familiare – «la famiglia, immagine di Dio, uomo e donna, è una sola», ha detto il Papa – è letteralmente fumo negli occhi per una cultura dominante che, sposando le istanze Lgbt, da anni sostiene che ci siano tanti tipi di famiglia. Ma è davvero così? Oggi esistono cioè «famiglie diversificate», oppure si può ancora dire che la famiglia sia una sola? Come stanno veramente le cose?
La mia tesi – già esposta in un libro dal titolo assai eloquente, La famiglia è una sola – è che, nonostante le trasformazioni sociali, demografiche e anche giuridiche in materia, la famiglia autentica sia – e resti – effettivamente solo una: quella composta da un uomo e da una donna formanti un’unione stabile e pubblicamente riconosciuta. Suffraga questo pensiero tutta una serie di considerazioni, a partire dal fatto che la famiglia fondata sul matrimonio, anche sorvolando su un aspetto di primaria importanza quale è quello dei figli, è –per stabilità, fecondità, longevità e benessere del partner e una miriade di altre variabili – diversa anche dall’unione di fatto composta da un uomo ed una donna conviventi.
La famiglia impropriamente definita «tradizionale», infatti, è nella generalità dei casi quella in cui gli sposi vivono meglio, più a lungo, nella quale nascono più figli e si registrano tassi di violenza inferiori. Lo stesso dicasi per i figli, i quali hanno nella compresenza di padre e madre sposati una garanzia fondamentale sotto ogni aspetto. Questo non vuol dire, per ribattere a facili obiezioni, che la famiglia sia da pensarsi come quella paradisiaca della Mulino Bianco, ma semplicemente che è una sola perché non ha equivalenti funzionali. Non solo: tutta una serie di studiosi (Claude Lévi-Strauss, George Murdock, Peter Laslett, Pierpaolo Donati, ecc.) ci spiegano che la famiglia composta da uomo e donna è, lei sola, universale.
Anzi, no: a livello etno-antropologico abbiamo notizia di alcune tribù nelle quali famiglia «nucleare», come la chiamano gli studiosi del settore, è scomparsa. Peccato che pure quelle tribù, dopo poco, si siano estinte. Qualcosa vorrà pur dire. Per più dettagliati rimandi a quanto esposto rinvio al mio libro (lo so, è brutto citarsi: ma a volte tocca); quel che qui mi preme evidenziare è che la tesi secondo cui la famiglia è una sola non risponde alla volontà di esaltare l’amore etero e di negarne altre forme, come una narrativa sempliciotta intende affermare, bensì alla constatazione che nessun altro nucleo affettivo, neppure le stesse convivenze tra uomo e donna, equivale alla famiglia che oggi passa come vintage. Ma che in realtà è la sola autentica.
La famiglia composta da uomo donna e figli precede la società ed è fondamento della società, si sostituisce alla società quando questa è carente nei confronti dei suoi componenti.
“la famiglia a immagine di Dio è una sola” , questo ha detto il Papa. E giustamente anche nel post è riportato , anche se nel titolo , e nei titoli di tutti i giornali che riportano la notizia , la specificazione “a immagine di Dio” viene glissata, un po per imperizia , un po per ignoranza , un po per malizia.
Perche è assolutamente corretto che la famiglia a immagine di Dio è una sola. È invece improprio dire che non esistano e non siano mai esistiti altri agglomerati umani che sono assimilabili , dal punto di vista sociale, ad una famiglia. D’altra parte anche tralasciando le coppie dello stesso sesso, anche Gesù e la madonna (vedova) erano famiglia. O no ?
In sociologia si chiamano “altre formazioni sociali”.
E cosa dovrebbe dimostrare la tua chiamata in causa della Santa Famiglia?
Qualunque Famiglia formata da un Uomo e una Donna a immagine di Dio, passa attraverso l’esperienza della vedovanza (tranne che i due non muoiano assieme) e se ci sono figli questi fanno esperienza del restare orfani.
Ciò non ne fa certamente un “agglomerato” umano.
“Agglomerato”… interessante termine hai usato (lapsus freudiano?)
@Bariom – Se gli orfani (minori e in tenera età) venissero affidati allo zio che, magari senza farlo sapere convive con il compagno, questo nucleo non avrebbe tutti i carismi della classica famiglia?
È solo una domanda a corollario del tuo intervento: costoro sono una famiglia? E se è vero che la nostra vita sia disegnata sin nei più infinitesimali particolari da nostro Signore, perché Egli ha voluto che due imberbi vivessero con due omosessuali?🤔
Ciao.🙌
@Roberto,
e chi ha detto che questo rientrerebbe nella Volontà di Dio?
Comunque il tuo è classico il mezzo dialettico dei “casi particolari” portati avanti per cercare di scardinare le sane regole generali (quelle ancora rimaste).
E se questo zio si scoprisse poi essere pedofilo, questo rientrerebbe ancora nella Volontà di Dio?
Non perché ciò debba avvenire in modo “automatico” (anche se l’omoerotismo alla pedofilia spesso si accompagna) ma per seguire la tua “logica”.
Il tuo problema di fondo (come quello di tanti) e il non voler riconoscere che «…Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.» (CCC)
Le relazioni omosessuali generano situazioni di peccato mortale permanente (strutture di peccato) e il peccato (qualunque peccato non a caso detto “mortale”) genera la morte (ontologicamente non solo spirituale) e ha gravi ripercussioni su chi vive attorno e all’interno di tali strutture di peccato.
Ma per te e per altri, queste situazioni paiono NON essere un male, essere un male “minore”, essere (addirittura) un “diverso bene”…(*)
Questo contraddice ciò che lo Spirito Santo (non io) afferma tramite la Sua Chiesa a partire dai passaggi del CCC che ho su riportato.
Ora, se tu ti poni nella scia di James Martin che afferma che il CCC è un male e che la Chiesa è matrigna in questa Sua visione, è un TUO problema, ma nessuna delle tre* ipotesi sopra sono vere!
Per di più prospettare le idee che prospetti, potrebbe configurare un vero e proprio peccato contro lo Spirito (vedi tu…) perché Dio ha tantissimi attributi e certo NON è ILLOGICO e se, oltre ad ispirare ciò che la Chiesa insegna, ispira tanti, tantissimi, ad operare perché, nella sofferenza e nel combattimento, vi sia una strada per ricondurre le pulsioni omoerotiche nell’alveo della Verità della Sua Volontà, Egli NON può ispirare percorsi OPPOSTI (non diversi..) che contraddicono in noce ciò che è Bene e ciò che è Male.
Il percorso ispirato dallo Spirito è fondamentalmente lo stesso per chiunque combatta contro il proprio peccato quando diviene vizio e quindi schiavitù e per chi, cristianamente, accompagni e non “fiancheggi”, coloro che si pongono su questo percorso, percorso che si badi bene, al suo termine vede la GIOIA e la PACE interiore di chi lo porta a compimento (altra menzogna il dire che ciò non è possibile).
Quella Pace e quella Gioia che solo vengono dall’essere in piena comunione con Dio, qualunque sia la tua Croce che dalla grazia è illuminata.
Questo per me è quanto e per quanto mi riguarda, non mi interessa tornare a dibattere sulle infinite casistiche umane che meritano certo la dovuta attenzione, ma sono soggette al discernimento nella Verità prima di tutto di una santa guida spirituale, mentre sono per lo più presentate nel dibattito in modo pretestuoso a difendere stolte idee, più che per un vero interesse umano.
Ciao.
Parlare di “agglomerati umani” è ormai da retrogradi. Su un sito in cui si chiedono le dimissioni del Ministro Lorenzo Fontana, una certa Sonia Ingrassia scrive “La famiglia è anche la mia: io e miei due bimbi a quattro zampe.”
Chissà se ora chiederanno anche le dimissioni del vescovo di Roma? A proposito, sbaglio o si cerca di non divulgare ciò che nella stessa occasione ha detto sull’aborto?
@Bariom – Rispetto la tua posizione che è poi quella della Chiesa cattolica romana e non anglicana e luterana; pero’ io avevo posto una domanda precisa e senza “orpelli”: non necessariamente l’omosessualità si associa alla pedofilia, ed io, senza divagare o allargare il discorso, chiedevo se due omosessuali che crescono con la diligenza del buon padre di famiglia due orfanelli, potrebbero avere a tutti gli effetti i carismi della famiglia propriamente intesa.
Ti porto un esempio concreto costituito da Elton John, che ha dichiarato che i suoi “figli Elijah e Zachary, sono il suo amore e dono più grande che abbia mai avuto.
Penso per contro, a tutti quei bimbi destinati dai “genitori” all’accattonaggio o, addirittura, ai neonati gettati nei cassonetti dalle “madri” naturali…
Bye!🙌
A certo quello di Elton John che si è comprato i “figli” dauna donna incubatrice inseminata con il frullato dello sperma suo del “compagno”, che da appena nati urlavano tutto il tempo (una almeno) perché sentivano la necessità del contatto con il seno materno e lui (che se lo può permettere) faceva arrivare il latte della “non-madre” (perché da contratto non-esiste) con il suo jet privato (nulla contro i jet privati, ma come avrebbe fatto senza?) è proprio un bellissimo esempio di “famiglia”… ma di cosa stiamo parlando??
Sono questi gli esempi su cui vorresti aprire un confronto… scusa Roberto, ma cosa ti sei bevuto?
Ah già lui li “ama tanto”, questi bambini… tanto che vedremo cosa dirà loro quando chiederanno della loro madre naturale.
Nati già orfani e nella menzogna.
Poi naturalmente a condire il ridicolo esempio preso ad esempio, mettiamo per controbilanciare tali empietà, tutto il male che talune madri o padri naturali possono fare ai loro figli.
Che non c’entra un beata mazza!
Roberto, mi spiace io chiudo qui a causa del livello delle argomentazioni.
Ciao.
Quanto al “rispetto”, non è questione di rispettare la “mia” posizione (che poco importerebbe) è rispettare quella della Chiesa e “senza orpelli”, o si è dentro a tale posizione o si è fuori (che significa anche essere nell’ortodossia o nell’eterodossia).
Basta saperlo, per sé e per rispetto dell’interlocutore.
@ Bariom – Mamma mia, sei spietato! 😢La mia domanda riguardava un problema o una fattispecie che nella società esiste, e che meritava una riflessione più pacata e meno circoscritta a certi canoni stereotipati. È notizia dell’altro ieri, riportata dal Mattino di Napoli, di genitori arrestati perché obbligavano i figli all’accattonaggio, e questi tristi fatti mi fanno ritenere che la famiglia non è fatta di gente in cui corre lo stesso sangue, ma di gente disposta a donare il proprio sangue per il bene dei componenti.
Bye, bye.🙄
@Roberto, spietato dici?
Magari realista amico mio… e come mai non trovi nulla di spietato in chi in nome di una propria egoistica esigenza di “ammore”, i bambini se li compra con tutto ciò che ne consegue?
Strano il tuo metro di giudizio…
Quanto alla tua riflessione sul fatto di cronaca che citi (se ne potrebbero citare a migliaia), anche qui mi dispiace la tua valutazione è del tutto sballata – perché la tua prospettiva si dimostra sempre più orizzontale.
Forse che le storture – anche gravissime – che si verificano in alcune famiglie fondate su “legami di sangue” (io non ho mai fatto questa distinzione), stanno a dimostrare che qualunque altro “agglomerato” può essere definito e riconosciuto come famiglia?
Proprio no. Direi piuttosto che dimostrano in modo lampante come anche la famiglia formata da un Uomo e un Donna – a immagine di Dio – se NON è a immagine di Dio, se esclude Dio dalla propria vita, se non ha Cristo come roccia su cui reggersi, può (nota che uso il condizionale…) vittima del peccato a partire da quello Originale che mina ogni tipo di azione e rapporto, arrivare a bassezze indicibili.
Tutto qui (e non è poco).
Ciao.
@Bariom – Come dici tu, esistono famiglie tradizionali non a immagine di Dio, mentre esistono famiglie omogenitoriali a doppia immagine di Dio, capaci di riversare sui figli tutto il bene del mondo.
Quanti bambini con genitori scellerati e litigiosi, invidiano i figli di Elton John?
Famiglie omogenitoriali a doppia immagine di Dio (??)
Questa mi mancava…
“Quanti bambini con genitori scellerati e litigiosi, invidiano i figli di Elton John?”
Ammesso l’ìnvidia sia un buon parametro valoriale di ciò che è invidiato, e ammesso e per nulla concesso che Elton e C non siano scellerati e litigiosi, non saprei. Tu ha statistiche attendibili??
Visto poi che le tue argomentazioni sono ormai alla frutta o alla stregua delle chiacchiera da bar, chiudo qui.
Ho cose più importanti da fare.
Ciao
Ma CHI li invidia i “figli” di Elton John?
Con mia madre e mio padre, pure sotto un ponte se necessario, per tutta la vita!!!
Questo per aver ridotto la vita a puro materialismo.
Sul sito Affaritaliani leggo: “Migranti, l’Onu contro Trump: “Inaccettabile separare bimbi da genitori””.
Ma è proprio ciò che avviene con l’utero in affitto.
E poiche esiste l utero in affitto ed alcuni che lo praticano, diventa allora giusto separare i figli dei migranti dalle madri ? Altro caso di “benaltrismo”. il soggetto “A” commette una ingiustizia, e lo so usa per giustificare l’ingiustizia commessa sul soggetto “B” , innocente.
Certo che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire ed utilizza pesi diversi a seconda dei casi. Purtroppo c’è chi difende l’utero in affitto e considera innocente chi lo pratica; ma le separazioni dei bimbi dai genitori sono inaccettabili sempre.
E allora Vittoria satebbe il caso che tu le condannassi senza fare ricorso ad altri esempi , che citi evidentemente per arrivare (alla fine) a condannare le unioni civili , visto che sotto sotto questo è il senso del post : separazione dei figli dei migranti –》 utero in affitto –》 coppie che lo praticano –》 coppie dello stesso sesso –》 unioni civili.
Sappi che l utero in affitto è utilizzato prima di tutto dalle coppie eterosessuali che non possono avere figli e che (anche per numero) sovrastano le altre.
La frase “le separazioni dei bimbi dai genitori sono inaccettabili sempre” è netta e non può essere equivocata; se poi uno ha in mente solo le coppie dello stesso sesso, il problema è suo. Comunque, io sono favorevole all’istituto della adozione, con tutte le necessarie precauzioni.
Vorrei per una volta articolare (in breve) il mio pensiero circa l’argomento, invece di continuare a rispondere a questo o quel post . E’ tutta farina del mio sacco, mi scuso per le imprecisioni:
Esistono in generale 3 tipologie di realtà sociali che possono prendere il nome famiglia. . Purtroppo nessuno può rivendicare l’utilizzo del termine in modo esclusivo.
1) famiglia dal punto di vista RELIGIOSO. Su questo non c’è dubbio : La Famiglia (F maiuscola) a immagine di Dio è una sola, Padre Madre e Figli. come dice anche il Papa.
Per distinguerla da altre forme , chiamate con nomi simili, spesso si fa riferimento a Famiglia tradizionale, Famiglia vera , etc etc. La sostanza è che è il riferimento diretto per questa realtà è la fede. Dal punto di vista antropologico , per esempio, esistono anche altre realtà nella storia, riconosciute peraltro da altre fedi e in passato anche dalla fede Ebraica : La famiglia poligama (un uomo e più donne ) è per esempio un tipo di famiglia che esisteva prima di Gesù, e che esiste tutt’ora per le fede musulmana.
2) famiglia dal punto di vista PERSONALE. Ognuno, indipendentemente da ciò che pensa la Chiesa o lo Stato o altre entità, ha il diritto di chiamare “famiglia” quello che considera essere la propria famiglia. Ovviamente questo non ha alcun effetto legale o sociale, ed è valido soltanto tra i soggetti che vi si riconoscono. SI tratta di un tipico legame affettivo. Per un orfano presso una Casa famiglia, la sua famiglia è probabilmente tutta la casa, inclusi gli operatori che ci lavorano. Per qualcuno che sia stato maltrattato dalla sua famiglia di origine ed accolto da altri, saranno forse i secondi ad essere scelti come “famiglia”. L’aspetto affettivo è insindacabile e libero, ed è molto più importante delle parole.
3) famiglia dal punto di vista SOCIALE. Ad alcuni tipi di formazioni sociali (prima fra tutti alla Famiglia “tradizionale”) lo stato può riconoscere un valore sociale e pubblico, degno quindi di protezione e facilitazioni. Non dimentichiamo che al momento del matrimonio la legge indica che “Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione” .
Ora tralasciando l’aspetto della fedeltà, quello dell’assistenza morale e materiale e della collaborazione è un aspetto assolutamente importante anche per lo Stato, che altrimenti spenderebbe risorse molto più ingenti per la sanità e l’assistenza.
Il vantaggio che viene quindi allo stato dall’istituzionalizzare alcuni rapporti non è quindi soltanto in funzione della prole, ma anche dell’assistenza reciproca. “Un buon matrimonio è quello in cui ciascuno dei due nomina l’altro custode della sua solitudine” (il poeta Rainer Maria Rilke). In questo senso quindi non si può escludere che uno Stato individui , oltre alla “famiglia tradizionale” , anche altre forme di associazione tra 2 persone che sia degna di essere riconosciuta, seppur in forma differenziata, con tutto quello che ne consegue.
Ed ora una mia chiosa finale sull’argomento : Una coppia uomo/donna, sposata magari in chiesa, che rinunci volontariamente a fare figli per sempre (pur non avendo problemi) , è una Famiglia , oppure è una “famiglia”. L’essere Famiglia , in pratica, è un elemento legale o sostanziale ?
E qui mi fermo.
Ora tralasciando l’aspetto della fedeltà, quello dell’assistenza morale e materiale e della collaborazione è un aspetto assolutamente importante anche per lo Stato
Proprio qua sta il punto: è sufficiente l’assistenza morale e materiale per fare di un agglomerato umano una famiglia, con tutto ciò che ne consegue legalmente? Se lo è, allora poi occorre essere coerenti: famiglia sarebbe anche un’unione incestuosa oppure poligamica (poliamorosa); di più, si può osservare come l’assistenza morale e materiale tra i membri sia riscontrabile anche nelle associazioni a delinquere o in società segrete: nessun agglomerato umano si regge senza che al suo interno esistano delle relazioni di giustizia e solidarietà tra i componenti.
Non si obietti che queste situazioni sono illegali oppure di scarsissimo peso sociale: quelle sopra sono considerazione “de iure condendo” e, anche se vi fosse una ed una sola simile situazione, ciò sarebbe sufficiente per provvedere legislativamente.
Come si vede, se si fa dell’assistenza morale e materiale il fondamento, le maglie si allargano a dismisura per includere di tutto; sembra assurdo, ma è il logico svolgimento dell’ipotesi iniziale. Sarebbe inoltre l’unica strada che elimina veramente ogni “discriminazione”.
Se invece si vuole identificare un’essenza per cui un agglomerato può essere chiamato famiglia, e quindi necessariamente “discriminare”, allora bisogna pensare ad un fondamento permanente al di là delle varie forme di famiglia riscontratesi nella storia (patriarcale, nucleare, ecc.).
Michele , e’ evidente che io sto parlando di persone che condividono un rapporto affettivo. Per quelle che condividono rapporti di affari c’è il codice civile con le società di persone o di capitali o le società no profit. Per i criminali ci sono le associazioni mafiose. Ma nessuno di loro condivide rapporti affettivi alla base della propria associazione.
Ed inoltre è evidente che sto parlando essenzialmente di rapporti di coppia. I rapporti diversi da quelli di coppia (poliamori, etc etc) per la loro variegazione non sono classificabili , sono generalmente instabili e dal punto di vista legale e formale sarebbero ingestibili (eredità, diritti, reversibilità , etc etc)
Quindi le uniche formazioni sociali che siano riconducibili ad uno stabile e prolungato rapporto affettivo probabilmente esclusivo, alla base di una reciproca e mutuale assistenza, e che possano essere regolate da leggi ed eventualmente protette o facilitate, sono quelle di coppia.
@mentelibera:
Per replicare al tuo commento non trovo di meglio che prendere in prestito l’osservazione di Mario relativamente al mio: qualsiasi rapporto si basa su un “quid” di affetto, stima, assistenza reciproca. Ci potranno essere interessi economici in ballo (come ci sono anche in un normale matrimonio), ma senza un fondamento NON utilitaristico il rapporto o la “formazione sociale” non si forma. Persino un patto tra spregiudicati uomini d’affari, se vuole esistere come patto, deve includere come elementi essenziali la buona fede ed il rispetto della parola data.
Aspetti questi morali e, latu sensu, affettivi: dopo tutto perché si dovrebbe restringere l’affetto a dei rapporti i quali abbiano, almeno come sfondo, una qualche intesa sessuale? Nessuno sarebbe in grado di sostenere con argomenti un’ipotesi così forte.
Se accettiamo questo, allora le restrizioni/obiezioni che poni diventano assai deboli: nulla esclude che legami affettivi stabili e duraturi possano esistere anche in unioni plurime (i poliamorosi generalmente insistono con vigore su ciò, e non penso ci sia motivo di considerarli bugiardi); più o meno tutti abbiamo esperienza di coppie dove la stabilità è cosa assai labile; lo stare insieme “finché dura” è sempre più la norma; la quota legittima dell’eredità già oggi viene divisa tra molteplici successori.
Insomma, in potenza uno stabile e prolungato rapporto affettivo esiste in innumerevoli forme sociali. Limitarlo alla coppia è un vero e proprio pregiudizio, legato a contingenze storiche, un giorno inevitabilmente superate (in certi Paesi già è in via di superamento).
«La famiglia, immagine di Dio, uomo e donna, è una sola», ha detto il Papa – è letteralmente fumo negli occhi per una cultura dominante che, sposando le istanze Lgbt, da anni sostiene che ci siano tanti tipi di famiglia».
Sarà anche fumo negli occhi per qualcuno, tuttavia sarebbe utile anche guardarsi attorno e porsi qualche domanda.
Si è proprio certi che coloro che ascoltano il papa o che seguono la morale cattolica, il Magistero, siano oggi rappresentativi a livello nazionale, europeo o mondiale? A guardar le percentuali dei cattolici praticanti e ciò che accade un po’ dappertutto sembrerebbe proprio di no.
Appaiono anche piuttosto ridicole le reazioni di molti cattolici o presunti tali alle parole del papa. Quando afferma che la famiglia a immagine di Dio è una sola applausi a scena aperta, quando dice che i migranti sono persone e vanno accolti allora si cambia registro e viene attaccato e criticato pesantemente. E’ sufficiente passare in molti blog, che si definiscono “cattolici” per rendersi conto dell’incredibile turpiloquio. Strano modo di coniugare il cattolicesimo ma tant’è.
Nulla da eccepire sul ruolo insostituibile della coppia uomo donna quale strumento deputato al perpetuarsi della specie, e in questo senso l’uomo è nient’altro che un funzionario della specie. Ciò non toglie tuttavia che se si accetta che la sola famiglia a immagine di Dio è quella “uomo donna”, è indispensabile credere in quel Dio e parecchi, mi consta, pensano e agiscono in totale antitesi.
Il concetto di famiglia, non necessariamente quella a immagine di Dio, si è ampliato ed è ciò che è accaduto un po’ dovunque. Se un uomo e una donna generano dei figli, ma convivono non sono famiglia? Una donna o un uomo soli che curano i propri figli non sono famiglia? Due persone che provano affetto, che vivono sotto lo stesso tetto e che vicendevolmente si promettono affetto, assistenza morale e materiale non sono famiglia? E se, come dice il signor Roberto dei bambini, vivono con gli zii o qualche altro parente non sono famiglia anch’essi?
Certo, potremmo non usare la parola “famiglia”, ma sarebbe come sempre ipocrita, perché la sostanza non muterebbe e non sarà certo il papa, una qualsiasi religione o un qualsiasi ministro a fermare il corso degli eventi.
Condivido. Tra l’altro credo che queste siano battaglie di retroguardia, tutte interne alla galassia cattolica e combattute solo per conquistare un posizionamento e sembrare piu cattolici del Papa. La fede centra poco , basta leggere con quale cinismo si tratta delle persone che sono sui barconi e con quale ideologia si tratta di casi come quello di alfie. Tutte facce della stessa medaglia.
Vedasi risposta che ho dato a mentelibera65: se si accetta che il concetto di famiglia si amplia a seconda dei tempi (e nel suo commento lei si contraddice, dato che poco dopo fa intendere che famiglia sia un qualcosa fondato sull’affetto e assistenza, ovvero su un nucleo presunto immutabile), nulla vieta di includervi veramente tutto ed il contrario di tutto.
Capisco che sia difficile da accettare, ma se non si vuole essere ipocriti (per usare un termine adoperato con disinvoltura) non c’è altra strada; altrimenti sarebbe più opportuno accusare se stessi di ipocrisia.
Michele : se si esce dal credo religioso, le forme sono variegate e lo sono sempre state, basta pensare alle tribù antiche.
Alla fine il nucleo antropologicamente più frequente (perchè selezionato dalla storia), è quello formato da uomo/donna e figli.
Gli altri sono marginali, e se anche ce ne sta qualcuno che viene riconosciuto dalla legge per dei diritti minori (senza figli per intendersi e senza adozione reciproca), dove sta il dramma ?
Basta non farne una bandiera ideologica e sopratutto basta non far finta che i problemi della Famiglia (Tradizionale) siano l’esistenza delle unioni civili o simili.
Guarda l’italia : la denatalità e la crisi della Famiglia è di moooooolto antecedente a qualsiasi forma di unione civile di persone dello stesso sesso. Eppure si vuol passare il messaggio che la Famiglia sia in crisi per colpa delle persone con tendenze omosessuali o transessuali. Tutto fumo negli occhi.
Se le persone non si sposano più o non fanno più figli dipende in primis dal fatto che non è così diffusa la vera fede cattolica, (Humane Vitae questa sconosciuta) ed in secundis nel welfare distrutto.
Penso che nessun cattolico o difensore della “famiglia tradizionale” ritiene, ragionando a mente fredda, che la crisi della famiglia sia dovuta alle unioni civili; anzi, si può facilmente leggere, nei siti più impegnati in questa battaglia, che i matrimoni gay sono solo una tappa di un percorso iniziato assai prima, ossia, dico io, da quando il concetto di autodeterminazione come mera espressione della volontà è diventato a livello di costume e di legislazione l’architrave della morale e del diritto.
Dove sta il dramma? A) Nel non riconoscere che le unioni civili sono un passaggio intermedio di una strada che porterà agli esiti da me in altri interventi mostrati, e più in generale ad un diffuso nichilismo; B) corollario del precedente, nell’assumere, paradossalmente da parte di cattolici diciamo progressisti, posizioni conservatrici dell’esistente (sì alle unioni, no ai matrimoni; poi sì ai matrimoni, no alle adozioni, e via dicendo), le quali sono già superate dall’ala marciante della storia, e quindi perdenti.
Certamente è meglio essere amati che essere maltrattati (assoluta ovvietà alla Max Catalano, per chi ricorda “quelli della notte”), non ci piove. E due omosessuali possono amarsi e amare perdutamente dei bimbi che si sono fatti confezionare, ma questo non centra nulla con l’unità significata da un legame familiare; è puro sentimento, love for love e nulla più.
O forse c’è anche qualcosa di più: c’è una specie di irrefrenabile gaiezza per avere sfidato l’ordine naturale e “vinto” contro Dio e i Suoi “presunti” divieti.
Ed è sorprendente che proprio dei cattolici si sforzino di difendere pubblicamente un disordine antropologico di questa portata solo perché è una realtà che si sta diffondendo, un effetto inevitabile di quel nichilismo di massa che deve essere rispettato.
E’ evidente che non credono sia un male assoluto, che peraltro per loro pare variare nel tempo, ieri era l’uccisione dei bambini indesiderati o incurabili, oggi è la chiusura dei porti ai migranti clandestini. Bah… strana scala dei valori.
Come se portare a tutti l’annuncio del Vangelo imponesse di fatto il pronto soccorso dei miseri economici e la salvaguardia dell’ambiente, e permettesse (o addirittura imponesse) una rispettosa ritirata davanti al dilagare di ben più tragiche e tossiche miserie umane (nient’affatto economiche).
@ Michele.
Premesso che di immutabile nell’intero universo non esiste nulla, accade lo stesso nell’universo emotivo umano che col tempo evolve. È bene quindi convincersi che nessun nucleo si presume immutabile, compresa la tanto decantata famiglia cattolica, come ben evidenziano la cronaca e le statistiche.
Dove sia la contraddizione o l’ipocrisia nel dire che qualsiasi “famiglia”, qualsiasi rapporto umano liberamente scelto sia basato su alcuni principi indiscussi quali l’affetto, l’assistenza reciproca e tutto ciò di cui quella scelta è figlia resta un mistero. Non credo che le persone accettino un’amicizia, una convivenza o una qualsiasi forma di sodalizio se all’origine non ci sia almeno una reciproca iniziale simpatia. Accade nei rapporti di lavoro figuriamoci nelle scelte amicali o affettive.
Ed è comprensibile che chi sia convinto che al di fuori della famiglia formata da un uomo e una donna e per giunta benedetta da Dio o dallo Spirito Santo ci sia soltanto il peccato e la dannazione eterna, ma questo può andar bene per chi ha fede.
Non è però sufficiente per rifiutare, disapprovare o peggio tacciare di chissà quali perversioni tutte le altre forme di convivenza umana liberamente scelte e che non infrangano il codice penale. Voler per forza far entrare nella discussione anche i rapporti incestuosi, quelli pedofili o quella della famiglia mafiosa, meglio conosciuta come “famigghia” non solo è pretestuoso ma ridicolo.
La contraddizione sta nell’affermare prima che tutto evolve, e poi nel sostenere che la famiglia sia quella che si basa su un nucleo di affetto e assistenza reciproca, ossia sposare un’ottica essenzialista. Contraddizione radicale per risolvere la quale occorre ammettere (almeno) che ognuno sia libero di farsi la famiglia che vuole con l’affetto e l’assistenza che vuole. Logicamente, coerentemente. Da qui l’inevitabile corollario che le forme di famiglia debbono estendersi legalmente ad libitum (l’alternativa sarebbe la discriminazione). In alcuni paesi più progressisti del nostro (Canada, Olanda) già si stanno facendo passi verso il riconoscimento di unioni plurime: coerente, ancorché parziale, applicazione di quanto detto sopra. Insomma, non potete limitarvi, se non per scarsa elasticità mentale, a difendere solo la coppia di fatto etero od omo che convive da anni ed escludere altre formazioni.
Spero non si tiri in ballo il codice penale come limite invalicabile: questo sì sarebbe ridicolo, stante la premessa sulla mutabilità del tutto.
L’ipocrisia, per concludere, sta nel non voler trarre le conclusioni (che già altri laici e progressisti accolgono) evidenti dallo svolgimento del punto di partenza.
Essere fatti a somiglianza di Dio significa avere sia un corpo che una parte immateriale (l’anima). Se due omosessuali crescono con la diligenza del buon padre la prole affidata, non vedo perché non si possa dire che costituiscano un ottimo esempio di famiglia e siano fatti a “doppia immagine di Dio”.
In secondo, non si è mai sentito che la coppia John&Furnish sia in crisi, perché il gossip nei confronti dei VIP e’ assai meticoloso e mai molla la presa; deduco percio’ che il menage vada a vele spiegate.
Essere “figli di papà ” (ed è proprio questo il caso perfetto😉), dunque benestanti, non significa essere scevri di alti valori spirituali: il più delle volte è vero il contrario e occorre prestare molta attenzione a chi abita sotto i ponti.
Roberto, per favore facciamo un po’ di chiarezza,
il punto è: 1 – Alla luce di un’ordine naturale voluto da Dio, due uomini possono “sposarsi”? 2 – se due uomini comunque si sono “sposati” sono una famiglia?
Perché, se non lo sono non hanno alcun diritto di adottare un bambino, e non è che se poi lo hanno comunque adottato, allora per magia diventano una famiglia. Punto.
Ma è proprio qui, su questo terreno che la lobby cerca la sua vittoria definitiva contro l’ordine naturale difeso dal cristianesimo: essere riconosciuti come “famiglia”, magari pure come una vera “famiglia cristiana” (a suon di dollari o euro spesi in pubblicità e servizi fotografici idilliaci e commoventi)
Certo che no. Il matrimonio è un’altra cosa, sancito e ben definito da Dio prima che dalla legge civile.
Io chiedevo in senso lato, se due uomini, magari legati da sentimenti particolari, che crescono due bimbi (ad esempio), avessero tutti i carismi della famiglia.
@ MenteLibera65 e mi scuso dell’OT.
«Se le persone non si sposano più o non fanno più figli dipende in primis dal fatto che non è così diffusa la vera fede cattolica, (Humanae Vitae questa sconosciuta) ed in secundis nel welfare distrutto».
La vera fede tra i giovani a proposito degli insegnamenti della Chiesa cattolica sulla morale sessuale non c’è mai stata. Non dimentichiamoci la diffusissima frequentazione dei postriboli, rito irrinunciabile di iniziazione per tutte la generazioni maschili del passato.
Oggi ad affermare che la vera fede cattolica non è così diffusa non è soltanto un modo di dire, utilizzato quale mera scappatoia per giustificare fenomeni sociologici imponenti e ben radicati nella società ma apparentemente poco comprensibili, ma è una realtà ufficializzata dal Vaticano.
Presentato ieri, 19 giugno, l’Instrumentum laboris, il documento preparatorio della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata al tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” che avrà luogo in Vaticano dal 3 al 28 ottobre p.v. – frutto delle risposte che i giovani hanno dato a un Questionario online voluto da Papa Francesco – nel documento è scritto: «Ci sono molti giovani cattolici che non seguono le indicazioni della morale sessuale della Chiesa. Nessuna Conferenza Episcopale offre soluzioni o ricette, ma molte sono del parere che la questione della sessualità deve essere discussa più apertamente e senza pregiudizi».
Aggiungo sull’argomento una nota di colore ripetuta spesso da un mio collega, lui professore di sociologia alla Federico II: “Parlare di castità prematrimoniale nell’attuale realtà non vuol dire avere dei principi, significa essere dei dissociati, anche solo considerando che normalmente ci si sposa a 30 / 35 anni”.