«Siamo noi, noi uomini, a essere colpevoli. Non esistono giustificazioni, non esistono attenuanti, soprattutto non esistono eccezioni». Caro Pietro Grasso che ieri, commentando retoricamente i dati Istat sulla violenza sulle donne, hai tirato in ballo tutti gli uomini («non esistono eccezioni»), avrei una cosa semplice da chiederti: come ti permetti? Dovresti saperlo, tu magistrato, che «la responsabilità penale è personale» (articolo 27 della Costituzione). E poi, per curiosità, chi diamine ti ha eletto rappresentante del genere maschile? Io no di certo e, al pari mio, moltissimi altri. Dunque parla per te e per Liberi e Uguali, se proprio devi.
In più, prima di tornare sull’argomento ti consiglio – pensa un po’ che maschilista – dei libri scritti da donne. Tipo quelli della giornalista Carlotta Zavattiero, dove si riferisce di uomini che dalle partner si sono beccati «lancio di oggetti, pugni, schiaffi, calci, morsi e graffi» (Poveri padri, Ponte Alle Grazie 2012), della criminologa Glenda Mancini (L’uomo vittima di una donna carnefice, Booksprint 2013), dove si svela quello che l’Istat non dice, e dell’avvocato Maristella Paiar, dove si spiega che è sbagliato intendere la violenza di genere «soltanto in un’ottica che vede la donna nel ruolo di vittima e l’uomo nel ruolo di autore» (Femminicidio, Reverdito 2017).
Capirai, leggendo quei testi, quanto iniquo sia criminalizzare tutto l’universo maschile. Non perché gli uomini assassini e violenti manchino – il male purtroppo abbonda, a questo mondo -, ma perché la violenza sa essere pure femminile e poi perché esistono anche uomini che alle donne non prendono, ma danno la vita. Letteralmente. Pensa, solo con riferimento alla scorsa estate, ai due morti in mare in provincia di Ostuni dopo aver provato a trarre in salvo una bambina (18.7.2017); al dj cagliaritano annegato per aver tentato di fare lo stesso per una donna scivolata dagli scogli (21.7.2017); ai due ragazzi che nel lago di Iseo, per una giovane, hanno avuto la stessa sorte (5.8.2017).
L’elenco potrebbe continuare ma un fatto mi pare lampante: trattasi di uomini morti per salvare donne. Pure costoro sarebbero da includere fra i colpevoli dato che «non esistono attenuanti, soprattutto non esistono eccezioni», giusto? Sono certo tutti, Grasso in primis, dissentiranno. E allora evitiamo generalizzazioni. Smettiamola con lo stereotipo della donna sempre vittima e dell’uomo sempre colpevole. Investiamo sul rispetto in quanto tale. Torniamo a spiegare la differenza tra Bene e Male, la sola che eleva l’umano dal bestiale. Educhiamo, per quanto sia esercizio faticoso. Perché il 4 marzo è ormai vicino, ma qui urge si torni a guardare lontano.
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«Un libro che sfata le mitologie gender» (Radio Vaticana)
«Un’opera di cui ho apprezzato molto l’ironia» (S.E. Mons. Luigi Negri)
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Delirio. Suo e della casta dei magistrati che lo sostiene.
Peggio di una femminista c’è solo un femminista.
Intanto però lui, da buon colpevole, ha soffiato il posto da candidato premier di LUE a Laura Boldrini…
Io non ho mai fatto nulla, ma certo non mi offendo per le parole di Grasso, che si carica addosso non solo la responsabilità delle azioni, anche delle omissioni e, da politico, una responsabilità oggettiva di aver sottovalutato questi fenomeni, per millenni (anche a ritroso).
E’ ovvio che si tratta di una iperbole, di una generalizzazione. Chi si offende ha la coda di paglia di colui che magari non ha fatto niente, ma che sa di aver spesso sottovalutato o minimizzato certi fenomeni , e sa di essere, sotto sotto, un pochino pochino colpevole morale anche lui. Quindi ha bisogno di difendersi.
Il genere umano, lato maschile, ha compiuto una certa dose di nefandezze nella storia, di certo superiori a quelle commesse dal genere umano lato femminile, se non altro perchè avendo avuto per millenni in modo pressochè esclusivo le leve del comando (anche grazie alla forza fisica) , ha certamente più responsabilità in guerre genocidi e violenze. Qualcuno può dire il contrario ?
Salve.
“Il genere umano, lato maschile, ha compiuto una certa dose di nefandezze nella storia, di certo superiori a quelle commesse dal genere umano lato femminile”
Per ogni donna uccisa da uomo, in Italia, ci sono circa mille bambini uccisi dalle loro stesse madri; e questo solo considerando l’aborto chirurgico legale.
La matematica non è un’opinione.
Luigi, e allora i 54 milioni di morti della seconda guerra mondiale, tutta scatenata da governati tutti uomini che comandavano soldati tutti uomini ?
E i 16 milioni della prima guerra mondiale, a cui sommare altre decine di milioni di mutilati ?
E i milioni e milioni di vittime di tutte le guerre della storia, e gli stupri , le violenze ?
La storia è iniziata 10.000 anni fa , l’aborto è legale da 30 anni.
Quello che ti manca non è la matematica, ma un briciolo di onestà intellettuale.
Il bue che dice cornuto all’asino… voi che potreste impartire lezioni di malafede a Lucifero in persona…
La Seconda Guerra Mondiale è comunque terminata da 70 anni. Io mi interesso delle morti evitabili, non di quelle ormai prescritte.
Da allora, nel solo Occidente ci sono state centinaia di milioni di morti per aborto. E si prosegue, senza sosta, giorno e notte.
Come potete vedere, le donne hanno perciò ampiamente recuperato in pochi decenni il tempo perso (perso a vostro dire), dimostrando di poter fare il male come e più degli uomini.
Se volessimo continuare in questo rimpallo di colpe, potremmo già fermarci qui.
Ma servirebbe a poco.
Se non si esce dalla logica della contrapposizione, non si va da nessuna parte.
Come piacerebbe a voi e ai vostri sodali.
Non ci siamo proprio ML65.
Vorrebbe forse farci bere la fiaba che, se nei millenni tutto il potere fosse stato in mani femminili, si sarebbe sempre giocato a canasta?
Antonio Il tuo commento è senza logica. Sarebbe come dire che se gli uomini partorissero , allora a volte abortirebbero anche loro.
La storia dell’ umanita è andata nel modo da me descritto , e con i “se” ed i “ma” non si descrivono i fatti.
C’è un motivo biologico dietro alla supremazia maschile , e cioè la preponderanza fisica ef il fatto di non dover portare il peso delle gravidanze. Cosi ha voluto il Creatore e cosi è.
Ed è fuor di dubbio che questa supremazia sia stata spesso usata in modo inappropriato, sia nei confronti delle donne che nei confronti degli altri uomini piu deboli. Sta a tutti noi , dopo 10.000 anni di storia , modificare attraverso la canoscenza del passato , la cultura ed anche la fede , questo paradigma , diffondendo e difendendo la cultura del rispetto , della tolleranza e della condivisione. Tutte cose perfettamente cristiane, che qualcuno invece vuole far passare come perdita di virilità, intendendo la virilità come utilizzo di una posizione predominante per schicciare e dominare l’altro, mentre invece la virilità è stata donata per proteggere il debole, non per schiacciare altri deboli.
C’e’ molta piu virilità in San Francesco, che affronta quasi nudo tutti i fatti della sua vita anchr di fronte a Papi e Governanti , che nei re e nei condottieri che hanno conquistato il mpndo usando la vita degli altri. E d’altra parte noi seguiamo Gesù che virilmente ha detto sempre la verità ed altrettanto virilmente si è lasciato uccidere da innocente ed in modo terribile, per salvare la nostra vita.
Quando la persona che si reputa seria e preparata dice un’assurdità tipo «non esistono eccezioni» allora “si tratta di una iperbole”, in altri casi…
Comunque… passi.
Quello che non può passare è l’ideologia sottesa a quell’iperbole. A smentirla è da un lato la buona teoria, quella seria, sull’origine del patriarcato e della coscienza (Erich Neumann, Britton Johnston, lo stesso Girard e persino Illich), dall’altro la realtà dei fatti, quelli dei quali possiamo essere testimoni. Come gli eccidi e gli stupri addebitati a Pauline Nyiramasunhuko.
D’altronde lo ha detto qualche anno fa anche il Galimberti :“la donna ha il potere esclusivo di generare così come di spegnere la vita prima della nascita”. Un potere tremendo.
Pietro Grasso: «…soprattutto non esistono eccezioni».
Laura Boldrini fa una previsione demografica e dice: «Questo è un dato di fatto.»
Qualcuno le definisce persone in-credibili, ovvero non credibili.
E’ una bella gara fra due fra le più alte cariche dello Stato italiano!
Pietro Grasso nel campo della generalizzazione e delle “offese” può fare compagnia a Oliviero Toscani, il quale tre anni fa dichiarava pubblicamente (come pubblicato sul Gazzettino): «I veneti sono un popolo di ubriaconi. Alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri». «Poveretti i veneti – ha ribadito – non è colpa loro se uno nasce in quel posto, è un destino. Basta sentire l’accento veneto: è da ubriachi, da alcolizzati, da ombretta, da vino».
Ho messo fra virgolette la parola “offese” perché secondo la Corte di cassazione (come pubblicato sul Gazzettino): «Toscani, nel definire i ‘veneti ubriaconi e alcolizzati’ ha fatto affermazioni del tutto generiche, indubbiamente caratterizzate da preconcetti e luoghi comuni (con riferimento alle asserite caratteristiche di abitanti in una determinata zona del territorio nazionale) ma prive di specifica connessione con l’operato e la figura di soggetti determinati o determinabili».
In conclusione, parlare per ‘luoghi comuni’ non è diffamatorio. Chissà se il giudizio sarebbe stato lo stesso se qualcuno avesse detto un altro luogo comune: «I napoletani hanno poca voglia di lavorare»?