Le abitudini, ha osservato quello spassoso aforista di Roberto Gervaso, rendono la vita meno eroica ma più comoda. Ebbene, frequentando sempre gli stessi posti, gli stessi bar e gli stessi ristoranti – oltre che, spesso, le stesse persone -, non posso che sottoscrivere il pensiero. Mi concedo questa parentesi per giustificare il fatto che, come d’abitudine, per Natale regalerò in prevalenza libri ed un libro, qui, vi consiglio. Lo so, la maggior parte dei regali natalizi a quest’ora l’avrete già procacciata ma immagino pure, se siete come me, che diversi dovrete ancora sceglierli.

Ebbene, L’eco della solidità (If Press, 2017) di Giulia Bovassi è il testo che vi consiglio. Perché? Anzitutto perché è un libro intelligente, che denuncia e descrive il pericolo che la cultura dominante rende ogni giorno più concreto, ossia quello di un’umanità omologata, di «individui-manichino identici fra loro, codificati, anonimi e standardizzati a norme prestabilite per i liberi, in questo senso “nulli”, dittatori della non-norma, ovvero patrioti di giustizia relativa, il cui primo comandamento annuncia che evitare la scelta è la scelta migliore, oltre che la più giusta possibile» (p.69).

In secondo luogo perché l’Autrice non si limita ad offrire un ritratto delle derive contemporanee ma, nel farlo, prospetta pure le soluzioni affinché, come umanità, si abbandoni l’attuale anonimato etico propiziando così il «ritorno ad una delicata scienza definita arcaica perché al servizio dell’uomo e celebrativa della sua sostanza» (p.160). In tempi in cui la grande editoria pullula di libri pseudo intelligenti e savianate varie, scusate se è poco. C’è inoltre da dire che, pur essendo un testo filosofico e di lettura a tratti impegnativa, non risulta astratto, anzi: come accennavo poc’anzi, è pacata ma ferma denuncia delle derive antropologiche attuali.

Aggiungerei, fra i buoni motivi per procurarsi il testo, che è il debutto in libreria di una giovane (appena 26 anni), ma già molto profonda, studiosa. Se siete insomma stanchi dei soliti tromboni, degli autori che, magari scopiazzando le tesi degli allievi, servono sempre la stessa minestra, e ritenete che fra un brindisi e una fetta di dolce vi sia, nelle prossime settimane, anche il tempo di pensare, ecco L’eco della solidità fa per voi. Leggendolo, sono sicuro, ritroverete non solo i cocci valoriali che la modernità liquida sta disgraziatamente disperdendo, ma anche il piacere di quel «richiamo» all’identità autentica in assenza della quale, se ci riflettete, resta nulla.

Giuliano Guzzo