Ignoro se Pietro Grasso abbia davvero «avuto il coraggio di chiedere scusa a nome di tutti gli uomini perché la violenza contro le donne è un problema di tutti gli uomini», come cinguettava entusiasta, su Twitter, Laura Boldrini. Se però lo ha fatto veramente, per una volta appoggio la presidente della Camera: ha avuto fegato. Sì, perché occorre proprio un bel coraggio per colpevolizzare indistintamente «tutti gli uomini» in luogo dei violenti, così includendo quelli che non hanno mai fatto del male a una mosca, i mariti che sgobbando provvedono da soli alla famiglia nonché gli squattrinati che, dopo il divorzio, hanno traslocato in auto. Coraggiosissima, si fa per dire, anche se non so se imputabile al presidente del Senato, è altresì la tesi secondo cui la violenza contro le donne sarebbe un problema maschile: non sono sicuro che le tre amiche di Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio, le 91 vittime (quasi tutte femmine) di Delfina e María de Jesús González, e più in generale tutte le donne che, loro malgrado, hanno sperimentato certa “solidarietà femminile”, concorderebbero. So però che il sottoscritto, per ogni crimine, non si vergogna del genere maschile ma di quello umano. Perché la violenza – in ogni forma – oltre a non avere sesso, manca di senso.
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Siamo in due, allora, a non scusarsi.
O, meglio, io mi scuso per non essere riuscito a impedire che anche oggi 300 bambini fossero uccisi in Italia, con l’aborto legale, per volere delle loro stesse madri.
Forse il presidente Boldrini dovrebbe emulare il suo collega Grasso, e domandare scusa a nome di tutte le donne per queste vittime della violenza femminile?
(en passant, è terrificante che un magistrato non sappia che la responsabilità penale è personale…)
Ottimo Luigi! Che si scusi la Boldrini dato che l’aborto “é un problema di tutte le donne” (non solo, ma seguendo la logica della affermazione boldriniana…)
I compagni di strada della Boldrini hanno sistematicamente distrutto il concetto sacro e tradizionale di famiglia, ovvero la famiglia formata da uomo e donna sacramentalmente uniti di fronte all’unico Dio (Cattolico). Oggi mi piacerebbe che la Boldrini guardasse al contesto familiare in cui avvengono episodi di violenza. Io l’ho fatto e generalmente si tratta di contesti mi si passi il termine “moderni” ovvero persone che si accompagnano senza legittimazione sacramentale forse convinti che “io mi gestisco da solo” …… perchè lo assicuro il Signore aiuta….. ma bisogna crederci.
Mah! A mio avviso l’esternazione della presidente Boldrini non e’ destituita di significato e nemmeno e’ da intendersi quale discriminatoria verso la totalita’ di una “meta’ del cielo”, quella maschile. Vuole piuttosto, con iperbole, porre un forte accento circa una problematica che esiste e che vede le donne vittime della violenza di genere. E’ notizia di ieri, riportata nel serale del TG5, di uno studio che indica nella percentuale del 50% il numero delle donne o femmine fatte oggetto di molestie sessuali negli USA. La violenza maschile nei confronti della donna e’ poliedrica: stando alle statistiche ed in particolare al rapporto ONU sulle popolazioni asiatiche del 2012, sarebbero state centodiciassette milioni le donne mai nate poiche’ si opta per il figlio maschio. E un caso analogo avviene nel Montenegro, dove causa la poverta’, la percentuale delle bambine abortite e’ elevatissima.
Per cui, se e’ senz’altro vero che una femmina, quando ci si mette, e’ forse piu’ feroce di un uomo, dati alla mano si puo’ pero spezzare una lancia in favore della presidente Boldrini che, come afferma l’ottimo Guzzo, anch’ella, qualche volta, non dice cose cosi’ poi fuori luogo.
(Ciao Bariom! 👋)
L’esternazione della Boldrini mi sembra la solita affermazione generica di una ideologa prevenuta ….. È come dire nel mondo i bamini che muoiono di fame sono colpa della società opulenta….. una frase non priva di fondamento ma che spara nel nulla
“E’ notizia di ieri, riportata nel serale del TG5, di uno studio che indica nella percentuale del 50% il numero delle donne o femmine fatte oggetto di molestie sessuali negli USA”
Ah, beh, se lo dicono le statistiche… immagino siano come quelle dell’aborto clandestino come prima causa di morte femminile, in Italia, una quarantina di anni fa.
Possibile che non si possa mai imparare, dalla Storia?
Dati alla mano, per altro, in Italia per ogni donna uccisa da un uomo ci sono circa mille bambini abortiti dalle loro madri (e considerando i soli aborti chirurgici legali!).
Quale è l’emergenza, allora?
Infine, se un’evidenza si ricava da tutti i casi morbosamente divulgati dai media è proprio… che non esiste praticamente la violenza di genere!
Perché tutte le vittime, sistematicamente, lo sono non in quanto donne, ma in quanto persone specifiche, con una determinata e particolare storia.
Non è ancora mai accaduto finora, in Italia, di donne uccise soltanto perché donne; ma, sempre, perché rivestivano un ben preciso ruolo nella vita di un uomo (o di un’altra donna: chiedere alla povera Sarah Scazzi).
Allora sarebbe molto meglio cominciare ad ascoltare la dottoressa Silvana de Mari, quando scrive che il problema principale è che le donne non sono più capaci di scegliere gli uomini… invece no, ci si accompagna a uno psicopatico drogato salvo indignarsi che poi si comporti di conseguenza!
Diciamolo chiaramente: oggi si festeggia la giornata del razzismo femminista contro gli uomini, in particolare se bianchi, eterosessuali, cristiani.
Le parole del presidente Boldrini lo confermano oggi, come lo confermavano ieri i suoi penosi silenzii.
Le donne, come spesso accade nella nostra “civiltà”, sono quindi solo un pretesto, un paravento, un falso scopo; come avviene quando, per vendere qualcosa, ci si deve mettere di riffa o di raffa la modella mezzo nuda e ammiccante.
Grazie al Cielo, anche le donne cominciano a essere stufe di questa carità pelosa:
http://www.oltrelalinea.news/2017/09/24/ridicolo-femminismo-di-grasso-sullomicidio-di-foggia-la-risposta-di-una-donna
Ciao.
Luigi
P.S.: bentrovato Bariom! La Rete è piccola… 😛
E’ sorprendente come si possa stravolgere e capovolgere un ragionamento che si basa su statistiche fondate (fonte ONU, Fonte ministero USA), come se il presente ed il giorno appena passato non avessero nulla da insegnare perche’ non gia’ storia; come se i sondaggi e certi studi di settore che indicano e disegnano una situazione non servissero a nulla e, di fatto, poco o nulla servono, perche’ manca poi una volonta’ politica che risponda a certe esigenze e, consequenzialmente, non si intraprende alcun iter legislativo volto a provvedimenti che possano essere di utilita’ circa una determinata situazione.
I sondaggi, se non di comodo per sostenere un proprio punto di vista, sono se non proprio da stigmatizzare quanto meno da considerare con circospezione; chissa’ “chi ci sta dietro”: meglio dunque propendere per certe figure piu’ attendibili e tangibili quali la dott. De Mari (alla quale scrissi pure qualche mese fa circa la questione migranti ndr), che vede in ogni giovane migrante in eta’ di servizio militare, un potenziale stupratore.E se poi le donne vengono uccise, e’ perche’ si sono scelte uno psicopatico, che c’entra con la violenza di genere? Gli uomini “normali” mica ammazzano le donne e coloro che lo fanno sono solo degli psicopatici, magari dal colletto bianco, liberi professionisti, avvocati e medici ma, sempre psicopatici. Che siano anche maschi non e’ rilevante. Le donne subiscono anche la violenza dell’androcrazia imperante nel mondo: si pensi agli aborti selettivi che riguardano milioni di embrioni femminili e di cui le donne sono vittime doppiamente, perche’ quasi nessuna madre si sognerebbe mai di sopprimere una vita che appartiene e sente amorevolmente crescere dentro di se se non costretta e obbligata da contingenze esterne, quali la miseria, l’indigenza o becere politiche di contenimento demografico. Festeggiamo dunque oggi la giornata del razzismo femminile, brindiamo allo stillicidio delle femmine uccise a cadenza quotidiana, ai milioni di donne non nate e, dulcis in fondo, per chiudere in bellezza, guardiamo la modella mezza nuda.
PS: ma chi vuole le modelle mezze nude negli spot?
Pingback: Io non mi scuso | IxR
In questi giorni si è parlato che in vari paesi viene attuato l’aborto selettivo; si tratta quindi di un genocidio, ma poiché vengono abortiti gli embrioni femminili, dovrebbe essere considerato un vero “femminicidio”. Non ho notizia di commenti al riguardo da parte delle alte cariche dello Stato taliano e mi domando se è un problema dei soli uomini.
E di tanta dolcezza,di tanto smisurato amore,di tanta sconfinata poesia,che tanta cifra maschile ha riservato alle donne,chi ne parla?Quale donna rende lode al compagno di una vita?
Giuseppe
Forse questa:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/11/25/news/cogliate_brianza_37enne_colpisce_l_ex_alla_testa-182101960/
o questa:
http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2017/06/23/news/modena-uccide-il-compagno-a-coltellate-e-si-costituisce-1.15525861
L’istigazione all’odio produce gli effetti desiderati.
Ma come dicono i femministi, c’è l’andocrazia… lo confermano gli studi di settore!
Guareschi parlava di trinariciuti, ma immagino fosse un bieco fallocrate 😀
Ciao.
Luigi
… e l’autorevole fonte ONU, signori!
l’ONU, qual nobile consesso!
Dal 1989 protettore universale dei ça va sans dire diritti dei bambini, e da sempre benemerita promotrice del diritto assoluto delle donne all’aborto libero tempestivo e gratuito!
Per la correttezza si può ben morire.
L’androcrazia non e’ certo data dagli studi di settore, e qualche volta (non necessariamente sempre) bisognerebbe cospargersi il capo di cenere e guardare la realta’ per quella che e’, senza se e senza ma.
Saluti 👋🖖
“qualche volta (non necessariamente sempre) bisognerebbe cospargersi il capo di cenere e guardare la realta’ per quella che e’, senza se e senza ma.”
È un nobile proposito.
Poiché però un uomo vale quanto la sua parola, comincia a metterlo in pratica.
Potresti iniziare leggendo questo:
https://drive.google.com/file/d/1r_YsRopDAqxCCvyKd4icBqbMhHVNEcNI/view
Non sperare infatti di ricevere, dalle streghe che son tornate, un trattamento di favore solo perché hai scodinzolato.
Come infatti ha scritto ieri Costanza Miriano su “Il Foglio”,
“Per me è evidente che l’obiettivo vero di questa martellante, iperbolica campagna contro la violenza sulle donne – fenomeno non in aumento ma in flessione – sia la messa all’indice dell’uomo, del maschio bianco, occidentale, eterosessuale.”
Ciao.
Luigi
..“Per me è evidente che l’obiettivo vero di questa martellante, iperbolica campagna contro la violenza sulle donne – fenomeno non in aumento ma in flessione – sia la messa all’indice dell’uomo, del maschio bianco, occidentale, eterosessuale.”…
Per me invece e’ tutt’altro che evidente, pero’ se lo dice lei …va bene.
😜🙈
Punto numero uno: l’affermazione della Boldrini è grossolana: la violenza sulle donne è un problema di tutti, questo è chiaro, ma è oggettivo che vi sia una tendenza al femminicidio e non all’androcidio. Ahimè. Quello che non capisco invece sono alcune correlazioni individuate da Luigi circa la relazione tra donne uccise e numero di aborti, esiste uno studio che metta in relazione i due fenomeni? Il metterli in relazione presume una posizione ideologica, sottolineo ideologica, ahimè da stigmatizzare fortemente, perchè a livello logico non ha significato. Che “non esista una violenza di genere” è tutto da dimostrare, è un dato di fatto che gli uomini delinquano molto di più e a spese delle donne, questo è dovuto anche a una differenza biologica, ca va sans dire. Ahimè. “Le donne non sanno più scegliere gli uomini”, beh anche qui sembra che la posizione sia più ideologica che non fondata su dati oggettivi. Ammettiamo però per che Luigi abbia ragione, ovvero che le donne non sappiano scegliere gli uomini, perchè? Forse perchè il genere umano è sempre meno educato paideticamente alla virtù: abbiamo – tutti – rinunciato a costruirci su valori alti, a fare la fatica di argomentare, capire, dialogare e confrontarci civilmente. Questa è la verità: anche “i più colti” sono governati da arroganza, dimenticando il vero valore della cultura che è quello di portare ad un buon vivere sociale e al dominio di sè, come i Greci bene sapevano (si veda la lezione socratica). Per quanto riguarda il post su Costanza Miriano, vorrei leggere tutto l’articolo, se fosse possibile avere il riferimento. Grazie.
Grazie Gavina. ✌
“Quello che non capisco invece sono alcune correlazioni individuate da Luigi circa la relazione tra donne uccise e numero di aborti, esiste uno studio che metta in relazione i due fenomeni?”
È semplicissima.
Il presidente del senato chiede scusa, a nome di tutti gli uomini, per reati commessi solo da alcuni di loro. Un po’ come se chiedesse scusa a nome dei maschi perché alcuni di loro sono mafiosi. Già di partenza la logica è andata a donnine allegre, mi pare; anche considerando che si tratta di un (ex?) magistrato (il che la dice lunga sulla falta de cabezas in cui versiamo).
Il presidente della camera lo ringrazia.
Secondo logica, dovrebbe ora a sua volta scusarsi – a nome di tutte le donne – per le decine di migliaia di aborti che esse praticano, ogni anno, nella sola Italia. Anche prendendo per buoni i dati ufficiali, ripeto che per ogni donna uccisa da un uomo ci sono circa mille bambini uccisi dalle loro stesse madri
A meno che non si consideri giusta, è ovvio, la legge che rende legali tali omicidi.
Senza dimenticare i migliaia di uomini indotti al suicidio dalle donne. O quelli ammazzati direttamente. O i padri cui viene tolta ogni possibilità di educare i propri figli, spesso a suon di menzogne.
Chessò, magari il presidente Boldrini potrebbe scusarsi – a nome di tutte le donne – per quanto fatto a William Pezzullo:
http://www.oltrelalinea.news/2017/11/10/uomo-quindi-ignorato-la-storia-di-william1
Fatto prima e dopo, intendo.
Perché non l’ha mai ricevuto nei suoi palazzi, magari contemporanemente vietandone l’ingresso alle donne? (come ha fatto sabato scorso con gli uomini. Ma non si chiama discriminazione, questa?)
Così non è, ovvio.
Il documento programmatico che ho indicato mostra del resto chiaramente come l’intento – questo sì ideologico – sia proprio quello espresso.
Instaurare il regime del terrore nei confronti dei maschi bianchi, eterosessuali e magari ancora passabilmente cristiani.
Perché quando queste caratteristiche vengono a mancare, è sotto gli occhi di tutti che il metro di giudizio varia decisamente.
Infatti si potrebbe parafrasare il tuo passo “è un dato di fatto che gli uomini delinquano molto di più” con un altrettanto veritiero “è un dato di fatto che gli stranieri delinquano molto di più”; ma guai a farlo!
(Come si potrebbe osservare che i caduti sul lavoro in Occidente sono, in percentuali superiore al 90%, di sesso maschile. Ma anche qui, guai a trarne le conseguenze…).
È sistematico e innegabile il fetido razzismo che emana da tutto ciò.
Se uno non ne avverte il puzzo, il problema non è mio.
Come ovviamente non spetta a me dimostrare che non esiste la violenza di genere.
È chi ne afferma l’esistenza, che deve farlo. Come da logica classica (questa sconosciuta).
Io ho semplicemente osservato che, dalla pressoché totalità dei casi, si ricava come gli uomini non compiano violenze contro le donne in quanto donne – come invece accadrebbe se esistesse la violenza di genere – ma contro donne ben specifiche e individuate. Infatti, a riprova, gli uomini sono poi violenti anche fra di loro.
Faccio un paragone: uccidere un tizio perché non mi restituisce una somma di denaro non configura l’antisemitismo, anche se egli fosse ebreo.
Pressoché tutti i casi di cronaca dicono che altri sono i motivi che scatenano la violenza, che non quello millantato dell’essere donna della vittima (come del resto accade anche nel caso opposto).
È così difficile arrendersi alla realtà?
Ciao.
Luigi
P.S.: per l’articolo di Costanza Miriano, basta andare sul suo blog
https://costanzamiriano.com/2017/11/25/la-vera-violenza-sulle-donne
Grazie Luigi per la documentata risposta, osservazione: la realtà è fatta di diversi piani, mai univoca, ed il cattolico ha massimamente il dovere di comprenderlo. Cattolico, lo saprai meglio di me, significa “universale” dunque il cattolico è colui che si rende prossimo a quanti più esseri umani possibile. Abbiamo il dovere di comprendere, di affermare il primato della persona e di incarnare Gesù nella misericordia? A cosa è utile paragonare delle donne che abortiscono a degli assassini? A me continua ad apparire poco congruo e, peraltro, da un punto di vista giuridico l’aborto non è reato e sai bene come il Papà sia intervenuto riguardo ad esso. Sai ancora meglio quanto sia la fede del Papà normante per la Chiesa e non viceversa. Nulla va giustificato, ma tutto va conosciuto, compreso ed avvicinato a Cristo, con misericordia. Non credi che questo sia più “produttivo”, passami il termine, che non il puntare il dito? L’articolo della Miriano mi risulta opinabile anche se ha degli spunti interessanti, per quanto possa contare il mio parere.
“A cosa è utile paragonare delle donne che abortiscono a degli assassini?”
A chiamare le cose col loro nome, poiché la corruzione del linguaggio è sempre corruzione dei costumi (mores).
A evitare perciò che si siano persone che agiscano il male per tiepidezza, o peggio, del loro prossimo.
L’aborto è un omicidio volontario della peggior specie, chiamare omocidi coloro che lo compiono – non ci sono solo le madri, questo va da sè – è il primo passo per ristabilire la verità; e non implica, per altro, alcun giudizio sulle persone.
A differenza delle menzogne contro gli uomini sparse in queti giorni.
Chiamare male il male è il primo atto di misericordia verso chi lo compie.
Anche perché chiamare “bene” ciò che invece è male, configura il più grave dei peccati.
Che l’aborto sia infine legale, non è certo l’ultimo dei problemi.
Ma erano leggi anche quelle di Norimberga, il cui esito ultimo fu l’Endlosüng.
Ciao.
Luigi
Un chiaro caso di “uomofobia”.
E no! Esimio sig. Luigi: qualificare come assassine le donne che abortiscono e’ un abominio e non e’ concesso sostenerlo. E’ corretto semmai dire che la legge sull’aborto e’ omicida, doppiamente omicida, perche’ fa solo vittime e, queste vittime sono il bambino abortito che grida giustizia e la madre medesima che, a posteriori, dovra’ convivere con un dolore che dura tutta la vita. Le donne ferite da un aborto sono vittime che hanno bisogno di riconciliarsi col bimbo perduto, di perdonare se stesse e aprirsi alla misericordia di Dio. La piaga dell’aborto e’ un attentato alla vita come e’ attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui gommoni made in china nel canale di Sicilia che, come le donne che abortiscono sono parimenti incolpevoli. Do you understand? 👂
Ah, già, dimenticavo: “non siamo noi che siamo razzisti, sono loro che sono napoletani”…
Ah gia’ dimenticavo: “dressed to kill’.. film di Brian de Palma.
E aggiungo, sperando nella pazienza del dottor Guzzo, che la condanna dell’aborto, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, è ovviamente contenuta nel commento al V Comandamento, “Non uccidere”.
Particolarmente dirimente è il paragrafo seguente:
2272 La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. « Chi procura l’aborto, se ne consegue l’effetto, incorre nella scomunica latae sententiae », 184 « per il fatto stesso d’aver commesso il delitto » 185 e alle condizioni previste dal diritto. 186 La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all’innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.
Del resto, se le donne che abortiscono sono incolpevoli, lo sono anche i maschi che compiono un “femminicidio”.
Do you understand?
(No, temo che la risposta sia no…)
Se si continua a procedere per paradigmi fallaci non e’ possibile alcun dibattito. Che logica segue equiparare le donne che subiscono un aborto e sottolineo “subiscono”, a coloro che si macchiano del delitto di omicidio che grida vendetta al cospetto della legge degli uomini quanto alla legge di Dio? In quanto all’aborto causato e subito dalla donna connivente, la Chiesa, nell’articolo citato, riconosce la colpa (grave) dei genitori e nemmeno io l’ho negato nel “post” precedente: “la donna dovra’ vivevere con il dolore (senso di colpa) per tutta la vita…”; ma la massima sanzione prevista dal codice canonico e’ indirizzata verso l’esecutore materiale, senza la cui opera nulla si concretizzerebbe. Occorrerebbe riflettere sugli articoli che si citano cosi’ da trarre le adeguate e opportune considerazioni.
Saluti 🖖👋
“Che logica segue equiparare le donne che subiscono un aborto e sottolineo “subiscono”, a coloro che si macchiano del delitto di omicidio che grida vendetta al cospetto della legge degli uomini quanto alla legge di Dio?”
Anche l’aborto è omicidio volontario, per cui anche l’aborto rientra pienamente nel novero dei peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio”.
A subire l’aborto non sono le madri, ma i figli. Sono loro che vengono uccisi… per legale decisione delle madri, esplicitamente esclusi i padri.
Per cui, alla fine, si ritorna sempre alla verità enunciata da santa Teresa di Calcutta, in piena conformità alla dottrina cattolica (il grassetto è mio):
“Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l’aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. [… ] Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c’è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me.“
Motivo per cui, se tu vuoi impugnare la verità conosciuta, non cercare di trascinarvi altri; ovvero abbi la coerenza di affermare che anche la suora albanese sostenne un abominio.
Preciso inoltre che io non equiparavo l’aborto alle uccisioni di donne, in quanto il primo è qualitativamente peggiore; colpisce infatti il più debole e indifeso degli esseri umani, laddove almeno una donna, in Italia, ha a disposizione forze dell’ordine, giudici, avvocati e la sua maturità (che è sempre la prima difesa, consigliandoci di evitare le cattive compagnie. Un feto non può chiamare il 112 o cambiare madre).
A lato, osservo che la medesima misericordia rivolta alle madri che abortiscono deve essere rivolta anche agli uomini che usano violenza, di qualsiasi tipo, verso le donne.
Invece, come esplicitamente affermato dalle femministe, il nemico non è la violenza (di cui sono per altro maestre indiscusse), ma il maschio; i comportamenti violenti del quale – per altro ampiamente sanzionati già ora dalle leggi dello Stato – sono solo un pretesto.
Chi le asseconda, si rende perciò complice del male che esse agiscono (e da cui sono agite).
Il dovere di un uomo degno del nome, invece, dovrebbe essere proprio quello di fare da argine a un simile delirio.
Invece, l’appecorarsi di tanti maschi al politically correct risulta alla fine nefasto proprio per le donne stesse…
Non ci siamo proprio: innanzitutto, la invito a prestare maggiore attenzione a quello che posta, al fine di non figurare contraddittorio con ella medesimo: dal suo “postato” del 29 u.s.:” …186 La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all’innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società. “Si legge: “ai suoi genitori”, pertanto si intende che i genitori, siano parte lesa o ferita dall’aborto, mentre siamo tutti d’accordo con le responsabilita’ senza appello per chi lo procura dando seguito ad una volonta’ che nella quasi totalita’ dei casi e’ una “non volonta’ “, una mancanza di coscienza per le cause piu’ disparate, quali l’eta’ immatura della mancata puerpera, disagio psichico-sociale, ecc. Si evince che la Chiesa riconosca i genitori, pertanto anche la madre, quali persone ferite dall’aborto. Sulla stessa posizione e’ pure attestato Massimo Petrini, teologo del Camillianum di Roma, il quale afferma che la vittima non e’ solo il concepito non nato ma anche la madre che, a posteriori, dovra’ convivere con il dolore per tutta la vita. Su questa linea, possiamo annoverare pure la signora Miriano da lei citata in un suo post precedente; l’eminente scrittrice condanna senza appello la pratica dell’aborto ma non qualifica come criminali le donne che abortiscono, tutt’altro e, dice in sostanza: siccome le donne, nella societa’ sono vittime di discriminazione e di una violenza poliedrica, per questo abortiscono. Lei cita, inopinatamente, madre Teresa che condanno’ senza mezzi termini la pratica dell’aborto o meglio il “business dell’aborto”, ma mai le mancate madri. Condanno’ il sistema che sostiene l’aborto; si scaglio’ con veemenza contro i potenti che usano questa pratica per il controllo delle masse dei meno abbienti e non a caso pronuncio’ la sua piu’ dura reprimenda sull’aborto dallo scranno delle Nazioni Unite. Capito? Denuncio’ e punto’ il dito contro l’egoismo dei ricchi e non contro le miserabili che abortiscono.
Rinnovo il consiglio: cerchi di interpretare correttamente almeno le fonti che cita per sostenere le sue piu’ che lecite opinioni.
Ho evidenziato una frase della Beata albanese che non lascia il minimo dubbio.
Il resto sono simpatiche bestiole cui non bisogna dar da mangiare.
Nel 1995 in occasione della quarta conferenza sulla donna indetta dalle Nazioni Unite e svoltasi a Pechino, madre Teresa fu scelta dal Vaticano per esporre il suo punto di vista. Per problemi di salute non pote’ intervenire ma invio’ una lettera ben rappresentativa del suo pensiero, in cui, parlando sempre al plurale e non puntando l’indice contro il singolo, magnifico’ la maternita’ quale dono di Dio alla donna e, stigmatizzando il delitto dell’aborto, invito’ ognuna delle delegate della conferenza di Pechino e tutte le donne del mondo all’umilta’ di Maria che sopra ogni necessita’, vicissitudine, antepose l’amore e la famiglia.
Ripeto: madre Teresa considerava l’aborto un delitto, per gravita’, secondo solo all’omicidio volontario e non perdeva occasione per scagliarsi contro il sistema, il collettivo, gli Stati, la governance che permetteva questo immane abominio; ma mai diede della criminale alla singola persona che si presto’ a questa ignominiosa pratica.
E nemmeno per la Chiesa tali mancate madri vengono considerate criminali ma vittime. Esistono molteplici consultori di matrice cattolica per curare le mancate madri ferite dall’aborto.
Se, come afferma Kenneth Minogue nel bel saggio del 2012 “La mente servile”, la categoria paradigmatica della vittimizzazione è costituita oggi dalle donne (51%) – alle quale si aggiungono nell’ordine: le minoranze etniche e i popoli indigeni, poi il variegato insieme di minoranze omo e trans-sessuali, disabili, drogati carcerati… (tot 71%) – allora è evidente che i carnefici non possano che essere proprio i comuni maschi bianchi eterosessuali.
Riguardo alla “donna prima vittima dell’aborto”, direi che proprio a causa della legalizzazione, diventa difficile per gli antiabortisti evitare di ripetere che, in ogni caso, le donne che ricorrono all’aborto devono essere considerate “vittime” (del sistema, della paura, ecc.). E sia.
Ma non tutte le vittime possono stare sullo stesso piano. Se io ordino, anche se spinto da necessità, di eseguire un lavoro che causerà danni certi ad altri, posso addossare ogni responsabilità all’esecutore materiale? Vivrò certamente con un peso sulla coscienza, ma potrei mai considerarmi moralmente una vittima?
Scrivi bene: “vittimizzazione”.
Che è cosa lievemente differente dall’esserlo davvero, vittima.
Ad esempio:
http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/11/28/news/roma_in_cella_per_un_bacio_ma_un_video_lo_salva-182399657/
Però, sulla semplice testimonianza di una donna – ritenuta valida solo perché, appunto, donna – questo ragazzo si è fatto 47 giorni di galera.
Questo si chiama razzismo, e della peggior specie.
Esiste infatti una discreta casistica di accuse inventate di sana pianta, da parte femminile, soprattutto – ma non solo – in sede di separazione.
Del resto stiamo assistendo a una vera e propria caccia alle streghe (absit iniuria verbis!), dove senza nemmeno passare dal via esseri umani – non meritano misericordia, loro? – vengono annichiliti solo perché qualcuno dice che trent’anni fa… e le prove? Mah!
Quando alle madri infanticide, è giusto dire che sono anche loro vittime del loro gesto (che rimane un omicidio, qualsiasi cosa ne pensino la legge e i fiocchi di neve).
Ma non di più di quanto lo siano gli stupratori.
Tutti coloro che agiscono il male, prima o poi, ne devono rendere conto. Se non alla legge degli uomini, alla loro coscienza; e se non a questa, a Dio in fine.
Ciao.
Luigi
Come del genocidio abortista, anche di questa violenza il presidente Boldrini si guarda bene dal domandare scusa:
http://www.huffingtonpost.it/2016/11/22/padri-separati-figli-_n_13145504.html