Ignoro se Pietro Grasso abbia davvero «avuto il coraggio di chiedere scusa a nome di tutti gli uomini perché la violenza contro le donne è un problema di tutti gli uomini», come cinguettava entusiasta, su Twitter, Laura Boldrini. Se però lo ha fatto veramente, per una volta appoggio la presidente della Camera: ha avuto fegato. Sì, perché occorre proprio un bel coraggio per colpevolizzare indistintamente «tutti gli uomini» in luogo dei violenti, così includendo quelli che non hanno mai fatto del male a una mosca, i mariti che sgobbando provvedono da soli alla famiglia nonché gli squattrinati che, dopo il divorzio, hanno traslocato in auto. Coraggiosissima, si fa per dire, anche se non so se imputabile al presidente del Senato, è altresì la tesi secondo cui la violenza contro le donne sarebbe un problema maschile: non sono sicuro che le tre amiche di Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio, le 91 vittime (quasi tutte femmine) di Delfina e María de Jesús González, e più in generale tutte le donne che, loro malgrado, hanno sperimentato certa “solidarietà femminile”, concorderebbero. So però che il sottoscritto, per ogni crimine, non si vergogna del genere maschile ma di quello umano. Perché la violenza – in ogni forma – oltre a non avere sesso, manca di senso.

Giuliano Guzzo

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