La scelta governativa di non rifinanziare, con la legge di stabilità 2018, il bonus bebè né di considerare proposte di innalzamento della soglia di reddito di ogni figlio affinché continui ad essere considerato a carico e del contributo forfettario a favore delle famiglie numerose, non è affatto – se sarà confermata – decisione casuale. Per nulla. Risulta difatti totalmente coerente col programma di un centrosinistra che, dal divorzio breve alle unioni civili fino a quest’ultima perla di alta politica, ha fatto semplicemente di tutto per dimostrare quanto detesta la famiglia.
Il colmo è che si tratta della stessa parte politica che, pur di sponsorizzare l’immigrazione di massa nel nostro Paese, va da tempo dicendo che senza gli stranieri, in Italia, la natalità è spacciata: evidentemente sanno di che stanno parlando, anche troppo. Ora, se da un lato l’eliminazione del bonus bebè forse non peggiorerà un inverno demografico già avanzato e che abbisogna di ben altro della reintroduzione di simili misure – più simboliche, che di vero contrasto alle culle vuote -, dall’altro c’è da augurarsi che tutto ciò, quanto meno, apra gli occhi a quella parte non piccola di mondo cattolico che vota progressista.
Cosa deve infatti ancora fare, il centrosinistra, per far capire ai cattolici che odia l’Italia? Dichiarare fuorilegge il matrimonio tra uomo e donna? Tassare la natalità? Multare le coppie italiane che mettono al mondo figli facendo concorrenza agli immigrati, a più riprese indicati come i soli veri salvatori del nostro Paese? Dare la cittadinanza per nascita ai figli di stranieri e fissarne l’acquisizione alla maggiore età per i figli di italiani? Basta dirlo: i progressisti non aspettano altro, per confermare di che pasta sono fatti. Ma almeno – si dirà ancora – non sono divisivi, islamofobi né intolleranti; anzi, costruiscono ponti. Sì, verso il nulla.
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Come se loro non avessero famiglia, non abitassero in Italia, non avessero proprietà in Italia … ma forse è così.
Che la sinistra sia storicamente la parte politica che vuole a tutti i costi l’estinzione della popolazione autoctona in Italia, per poi sostituirla con masse di allogeni provenienti da Africa e Asia, è arcinoto. Il bonus bebè è stato introdotto nel 2003 dal governo di centrodestra, ma come abbiamo visto non ha inciso minimamente su quella che è la disastrosa situazione demografica italiana, che non ha mai fatto progressi significativi e le nascite sono sempre rimaste sulle 550 mila unità l’anno (sempre in numero inferiore ai decessi), prima di calare ulteriormente al di sotto delle 500 mila nel 2015. Una misura inutile quindi, che non ha risolto il problema, forse anche perché il bonus è stato maldistribuito, per cui non so fino a che punto questo lurido governo abbia fatto male a non rifinanziarlo.
Per stimolare la natalità e fare in modo che la fecondità raggiunga il valore minimo di sostituzione pari a 2,1, é necessario ben altro. Le sole misure finanziarie e fiscali non bastano, è innanzitutto necessario un cambiamento culturale e di mentalità, ripudiare il nichilismo dilagante nella società in favore del recupero dei sani valori tradizionali e morali, sia quelli cristiani che nazionali.
P.s.: valrebbe la pena ricordare che l’attuale Presidente del Consiglio è sposato e senza prole, per cui dubito possa avere a cuore il problema della crisi demografica.
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La loro speranza è che con la sostituzione etnica si ricostruisca il loro bacino elettorale, visto che quello endogeno li sta abbandonando: perciò, l’immagine del ponte verso il nulla mi sembra davvero efficace 😊
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