Che la liberazione sessuale, più che liberare il sesso, stia in realtà liberando dal sesso è cosa nota: se ne parla da anni e, proprio ieri, leggevo le facili profezie di Henry T. Greely, celebre professore di Stanford secondo cui «tra 20 anni il sesso sarà obsoleto» dato che «i bambini verranno creati in vitro» (La Verità, 5.7.2017, p. 13). A conferma del preoccupante trend, nel suo Il sesso spuntato (Lindau, 2012), lo statistico Roberto Volpi spiegava chiaramente come oggi – in seguito essenzialmente alla precarizzazione delle relazioni e alla frammentazione della famiglia – le persone sperimentino un numero di rapporti sessuali inferiore a quelli che i loro coetanei, apparentemente prede d’una società moralistica, intrattenevano decenni fa. Paradossale, si dirà. Assurdo, si commenterà. Eppure è così.
Quest’amara consapevolezza non riesce tuttavia a farmi accettare storie come quella, di cui leggevo ieri sul sito de Il Foglio, di Searyl Alti, il bambino canadese i cui genitori hanno rifiutato, ottenendo il placet dell’anagrafe, gli venisse assegnato un sesso in modo che, quando vorrà, «sia lui a sceglierselo». Il che è assurdo. Come abbondantemente documento nel mio Cavalieri e principesse, infatti, maschietti e femminucce – senz’alcuna influenza esterna – si differenziano nei comportamenti già nelle prime settimane di vita (in qualche aspetto persino in fase intrauterina), cosa che si riflette pure fra i primati. Non c’è dunque nessuno sesso da «far scegliere» ai figli, ma solo da lasciarli crescere in santa pace. Gli adulti, inclusi i genitori “più all’avanguardia”, non hanno quindi il diritto di ammorbare i piccoli con la sessuofobia. Si tengano il proprio bigottismo laico per sé, grazie.
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«Un libro che sfata le mitologie gender» (Radio Vaticana)
«Un’opera di cui ho apprezzato molto l’ironia» (S.E. Mons. Luigi Negri)
«Un lavoro di qualità scientifica eccellente» (Renzo Puccetti, docente di bioetica)
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Ormai siamo a livelli da ospedale psichiatrico! E il tribunale che asseconda certe nefandezze é ancora peggio! Si nasce femmine o maschi e tali si rimane anche se si aggiunge o si toglie plastica e ci si traveste come a carnevale
Questo indifferentismo sessuale – assieme ad altri tipi di indifferentismo, come quello etnico o religioso – va necessariamente combattuto e distrutto, perché rappresenta una delle cause della imminente fine dell’Occidente, e l’educazione gender che si vuole imporre ai nostri bambini nelle scuole (come nei regimi totalitari) ne costituisce certamente un’emblema.
Se vogliamo salvarci, si riparta dalle piccole cose, come l’abolizione delle classi miste maschi/femmine nelle scuole dell’obbligo, una separazione che deve esserci dalla materna fino alle superiori.
Interessante l’osservazione che si “concludeva” di più prima della “liberazione” sessuale.
Un altro esempio dell’eterogenesi dei fini ben descritta da Augusto Del Noce.
Il giornale online “Il Post” ha pubblicato un articolo a riguardo. Un utente ha inserito un commento, citando Chesterton, “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”. Il classico ragazzino, che si sente in dovere di replicare a tutti i commenti di buon senso, ha detto “Gilbert era una persona ansiosa, ed apocalittica”.
http://www.ilpost.it/2017/07/04/bambino-genere-non-riconosciuto-canada/
Ammettendo il dato statistico che oggi si faccia sesso meno che in passato (che poi: meno persone fanno sesso, o le persone fanno meno sesso? Meno gli uomini o meno le donne? E in che fasce d’età? E che titolo di studio? E che attività lavorative? Prima o dopo del matrimonio? Al sud o al nord? In Italia, in Occidente o nel mondo?), se fosse cosí come è dimostrata la correlazione con la precarizzazione dei rapporti e la frammentazione della famiglia? (cosa vogliono dire poi, ste due cose? Come si misurano?)
Ma ammesso e non concesso tutto ciò, che i credenti siano ipocriti e non facciano quello in cui dicono di cedere non dovrebbe sorprendere, non per niente la Chiesa ha predisposto il sacramento della confessione. Altro che paradossale e assurdo (altre tendenziosità).
Altra tendenziosa parzialità è l’argomento che il genere assegnato alla nascita sia incontrovertibile: cosa ovvia che nessuno ha mai negato. Cose che sapreste se vi foste presi e prese la briga di conoscere e ascoltare persone transessuali prima di torturarle e assoldarle per poter dire che “c’è il rischio che un transessuale si penta!!!”.
@werner: cadi un un malinteso molto subdolo, quindi ti capisco. Il malinteso che “troppa libertà = poco altruismo”, che “senza regole non si distingue piú il bene dal male”, e che quindi questi movimenti libertari ci stiano conducendo a una inevitabile rovina.
Come dicevo altrove, una bussola morale atea, una regola, esiste e è la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Qualunque espressione del pensiero che non entri in conflitto con questa Regola non ha motivo di essere vietata, perché non nuoce a nessuno, anzi contribuisce alla varietà che rende bello il mondo (e di cui abbiamo piú bisogno per arginare il brutto dell’egoismo e della violenza). Alla luce di ciò qual è la necessità di assegnare al sesso maschile e a quello femminile dei ruoli pretederminati e precoltivati (come quando si separavano le classi di maschi e femmine nei regimi totalitari)? Che male fa all’ordine del mondo e al benessere degli esseri umani una femmina dedita a attività di forza bruta o un maschio dedito a attività delicate, cioè attività finora legate alla conformazione fisica del maschio e della femmina? Che male fa perseguire un obiettivo che non è adatto al corpo con cui sei nato/a ma con l’allenamento e gli strumenti dell’ingegno si può ottenere? Chi l’ha detto che è necessario assecondare l’ordine naturale? Se l’umanità l’avesse mai fatto non sarebbe mai uscita dalle grotte. Diceva il saggio se puoi pensarlo (e, aggiungo io, se non fa male a nessuno) puoi farlo. L’umanità non ha fatto altro da quando si è eretta sui due piedi. Tornare a quattro zampe non è un’alternativa che noi umani accetteremo mai, mi dispiace per chi ci sta sperando.
Per Letterino.
– Oggi c’é molta più autostimolazione e poco “rapporto”; non penso ci sia molto da “fare” statistica e basta solo tener conto della percentuale di traffico internet (dato oggettivo…) tarata sulla pornografia. Poco “rapporto”, pur nel suo piccolo, vuol dire anche meno famiglia generazionale e quindi meno nascite.
– Lei deve avere delle turbe particolari nel rapporto con i credenti… che le hanno fatto? E’ stato forse ripreso quando faceva il chierichetto? (sto scherzando Letterino … tranquillo).
– Non riesco poi a collegare il sacramento della confessione all’ipocrisia; anche in questo caso il suo modo di ragionare mi sembra molto ondivago… oppure si informi meglio sul significato di “sacramento” e sul significato della “confessione” (questione meramente culturale…).
– Di nuovo ricade sull’improbabile esistenza di una “bussola morale atea”. Non c’é morale se non c’é rapporto fra bene e male e il rapporto fra bene e male non é vautabile in una società relativista, secolarizzata e priva di una prospettiva sul “dopo”. La tanto decantata (e giusta) Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non può avere valore morale (almeno nei termini in cui é scritta).
– Nessun “male” deriva dall’esistenza di omosessuali, transgender e varianti varie. Ci sono sempre stati e sempre ci saranno; tutto sommato, con debiti distinguo dal suo ragionamento, trova anche in qualche modo possibile che “allenamento” e medicina possano essere percorsi diversi dall’assecondare l’ordine naturale. Il problema é che, qualsiasi sia il comportamento e la scelta, non si dovrebbe sfociare in mancanza di controllo del proprio egoismo (ad esempio ritenere eticamente giusto che due omosessuali maschi trattino una donna come una vacca da allevamento e una volta nato il bambino, a volte neanche biologivamente a metà, sia dalla coppia di ometti fatto crescere e portato alla vita adulta). Insomma il problema a mio parere non é l’omosessualità ma l’omosessualismo…
– Lei scrive “se puoi pensarlo (e, aggiungo io, se non fa male a nessuno) puoi farlo”. Ecco… bravo Letterino… metta in rilievo “se non fa male a nessuno” e lo tenga bene a mente. Tutto sommato é proprio li una parte significativa della questione.