A far rimanere l’Europa «col fiato sospeso» non sono l’economia stagnante, il collasso demografico di un Continente senza futuro, l’arrivo continuo di migranti fra i quali si mescolano aspiranti terroristi, no: a togliere il sonno ai vertici della tecnocrazia europea e agli innumerevoli suoi maggiordomi – da tempo – sono le elezioni, che puntualmente diventano un pericolo da esorcizzare. Fateci caso: ieri Le Pen, oggi Hofer domani chissà; non c’è più appuntamento alle urne senza un Uomo Nero, un partito estremista, una sigla xenofoba il cui successo è bene scongiurare. Scusate, ma da che pulpito viene la predica? Sulla base di quale celeste legittimazione alcuni leader europei ed altri più o meno oscuri commissari e funzionari hanno il diritto di “preoccuparsi” delle elezioni o dei referendum che si svolgono in un determinato Paese?
L’idea, per esempio, che l’elezione Norbert Hofer avrebbe causato – come leggevo ieri su Repubblica – un «terremoto politico di imprevedibili conseguenze», fa semplicemente sorridere: l’UE ha un suo stregone? Per caso il Mago Otelma è divenuto commissario europeo, quindi le previsioni sono certificate, oppure il «terremoto conseguenze» è il solito spauracchio che puntualmente si impiega (ve lo ricordate lo spread impazzito in nome del quale fu spazzato via, in Italia, l’ultimo governo eletto dal popolo?) per terrorizzare un Paese affinché viri in una determinata direzione? Non credo occorra molto a comprendere come vi sia un’Europa – da anni – allergica al popolo derubricato alla voce populismo e ai candidati che osano proporsi come alternativi all’attuale architettura europea, sistematicamente liquidati come xenofobi, estremisti, Hitler in miniatura.
Beninteso: non sono qui a dispiacermi per la mancata elezione di un Presidente in Austria, bensì ad indignarmi per tutto un Sistema di Potere che, forte delle proprie falangi editoriali e mediatiche, entra in allarme ogniqualvolta gli elettori si recano alle urne indicando con chiarezza, alla faccia dell’autodeterminazione dei popoli, quale sia l’Uomo Nero, il candidato impresentabile, colui il cui successo innescherebbe un «terremoto politico di imprevedibili conseguenze». La prossima volta – commentava ieri il Corriere, altra testata espressione del Potere, con riferimento alle vicende austriache – il voto postale potrebbe non bastare: testuale. Non bastare? A fare cosa? A “correggere” la volontà popolare? A scongiurare il pericolo che sia il popolo a scegliersi da solo, senza che gli si venga paternalisticamente ingiunto chi non votare, i propri rappresentanti? La democrazia ora fa così schifo? Così, tanto per sapere.
L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energia in relazionee ha commentato:
Condivido parola per parola. L’unico uomo nero è il potere amato per se stesso. E qui i burocrati europei, o il nostro presidente non eletto da nessuno, tanto per citarne uno, e i nostri ministri che invece di servire il bene comune passano il tempo ad appiccicare etichette agli altri, non sono secondi a nessuno.