La vicenda del disegno di legge Cirinnà è prossima alle battute finali e dunque viene il tempo dei colpi di scena, dei fuochi d’artificio conclusivi, delle comiche finali appunto. Fra queste merita certamente di essere evidenziata la “perla” di sette sacerdoti i quali, in una lettera pubblicata su Huffington Post, hanno richiesto quello in cui neppure Monica Cirinnà, oggi, crede più: l’approvazione integrale del suo disegno di legge. All’appello non manca nulla: devozionali riferimenti al Nuovo Vangelo, cioè la Costituzione, sonore bastonate alla famiglia – dapprima presentata come camera della tortura («troppo spesso è il luogo turpe delle più atroci violenze, anche di natura sessuale, sui bambini») e poi dichiarata inesistente («è un’astrazione, legata a una particolare cultura di particolari momenti storici, condizionata da sistemi e costumi sociali») -, con citazione finale di san Paolo.
Certo, scomodare Paolo di Tarso – che spese parole non esattamente tenere sugli atti omosessuali (cfr. 1 Cor 6,9-10) – per incoraggiare l’approvazione del disegno di legge Cirinnà, sarebbe un po’ come tirare in ballo Madre Teresa per un documentario su Wall Street, ma meglio non sottilizzare. Sorprende più che altro lo scarso spessore argomentativo di questa lettera, così esplosiva da sconfinare nella commedia. Si legge per esempio che «estendere i diritti non è mai un atto pericoloso, per nessuno, bambini compresi»: come si può sostenere una cosa simile? Si può per esempio dire che – domani – estendere i diritti del datore di lavoro non sarebbe pericoloso per i dipendenti? O che – ieri – estendere quelli di certi Stati a danno di schiavi, uomini di colore o ebrei sia stata una cosa bella? «Estendere i diritti non è mai un atto pericoloso» assicurano però i sette sacerdoti. Non si capisce in base a quale logica, d’accordo: ma che importa? Ora è il tempo delle comiche finali e ogni battuta è buona.
giulianoguzzo.com
E’ la sbracatura finale, la logica conseguenza del Concilio Vaticano II.
Non è un papa piuttosto che un altro, è semplicemente questo…
“La logica conseguenza del Concilio Vaticano II” (?!)
Mah!
Chi sono questi “preti”? Hanno essi un vescovo di cui sono cooperatori? Hanno essi un Chiesa di cui sono ministri? Hanno essi un Vangelo di cui sono chiamati a essere servi fedeli?
secondo me la radice del problema sta nel fatto la nostra societa ci spinge ad assumere l’amore istintuale a guida degli altri istinti. Basta ascoltare una qualsiasi canzonetta o vedere qualche film sentimentale per accorgersene.
Un istinto a guida degli altri istinti, significa la rinuncia al fattore che è specifico del uomo, ovvero il ibero arbitrio difronte alla legge morale naturale che ritrova dentro di se.
Questo determina una omologazione in cui bene e male diventano soggettivi, rispetto agli altri individui e oggettivi rispetto a quell’istinto assunto come guida. A questo meccanismo sono soggetti anche i preti che vivono in questo tempo, anche se dovrebbero essere atrezzati data la loro preparazione contro questo inganno.
Non credo sia colpa del CV II, semmai delle sue derive moderniste. Comunque siamo giunti alla tanto conclamata apostasia. Meglio così, almeno il marcio viene a galla.
Le derive ci sono se uno è ambiguo.
Se io dico che di giorno il cielo sereno è azzurro, c’e’ poco da interpretare. Si puo’ cavillare sulla tonalità di azzurro, ma non si puo’ certo dire che e’ verde.
Che diamine, c’e’ stata una ventina di altri concilii, e, GUARDA CASO, i problemi di “interpretazione” riguardano solamente questo?
Se poi ci si mettono anche le “infiltrazioni” massoniche e quelle di pseudo-intellettuali, volute o no…
Per esempio mons. Bugnini, quello della riforma liturgica, nella P2, nome in codice Buan. Tanto che non appena il povero Paolo VI lo seppe (da prove inoppugnabili) per poco non gli prese un colpo e lo mandò tosto in quel di Teheran, e non lo volle più vedere.
Ma sì, quello che stravolse così tanto la Messa Eucaristica Cattolica, il Sacrificio Incruento di Cristo, da renderla di fatto indistinguibile da una Cena Protestante.
A Bouyer capitò di dover rimediare in extremis a una orribile formulazione della nuova II preghiera eucaristica, dalla quale Bugnini voleva espungere persino il “Sanctus”. E dovette riscrivere lui una sera, sul tavolo di una trattoria di Trastevere, assieme al liturgista benedettino Bernard Botte, il testo di quel nuovo canone che oggi si legge nelle messe, con l’assillo di dover consegnare il tutto la mattina dopo.Ma il peggio è quando Bouyer ricorda il perentorio “Lo vuole il papa” con cui Bugnini usava mettere a tacere i membri della commissione ogni volta che si opponevano a lui, ad esempio nello smantellare la liturgia dei defunti o nel purgare i salmi dell’ufficio divino dai versetti “imprecatori”.
Lei è certo che i problemi interpretativi abbiano riguardato solo il CVII?
Non saranno solo cambiati i tempi, la mentalità e sensibilità comune, l’accesso alle informazioni (spesso deformate) per cui oggi TUTTI si atteggiano a fini teologi, liturgisti e quant’altro?
Nulla da salvare quindi del CVII?
(unica vera causa dell’attuale situazione – secondo lei)
Mah…
Non ho mica detto “unica vera causa”.
Certamente, se uno NON VUOLE capire, non capira’ mai…
Come dice quel proverbio? “Non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire”.
Ma il CV II e’ stato in pratica l’ammissione delle gerarchie dello sbracamento e del “liberi tutti”, oltretutto nessuno si e’ mai sognato di riportare all’ordine i sacerdoti che fingevano di non capire.
Che abbiano fatto finta di non capire gli anticlericali, passi, ma che facciano finta di non capire anche i preti…
Della “sensibilita’ comune” frega zero. Un aborto rimane un omicidio. punto.
Altrimenti verrebbe elevato a Magistero il relativismo, che e’ stato giustamente condannato dalla Chiesa (guarda caso) preconciliare.
No è vero, ha detto “logica conseguenza” (accezione meno diretta forse…)
La questione del riportare all’ordine “certi sacerdoti” è spinosa e grave, ma neppure cosa semplice anche quando vi fosse precisa volontà…
Ma ci dovremmo veramente preoccupare dello “sbracamento” di 7 sacerdoti (veri o presunti), fossero anche 70? Se li porterà via il vento come fa con la pula di biblica memoria… (ciò non riduce la gravità delle loro affermazioni e/o convinzioni).
Che un aborto resti un aborto non c’è dubbio (come siamo arrivati alla logica conseguenza di parlare di aborto?)
Ad ogni buon conto non mi pare che il Relativismo “giustamente condannato dalla Chiesa preconciliare” sia stato elevato a Magistero in quella post-conciliare, o anche questa è secondo lei inevitabile, logica conseguenza?
Bariom, non mettiamoci a cincischiare.
Nel Ventennio non esisteva certo una legge che proibiva di prendere in giro il duce (anche se pare che con alcune vignette si divertisse molto). Pero’ se lo facevi venivi sbatacchiato come un tappeto polveroso… Allo stesso modo nelle tonnellate di carta del CVII (che differenza con i dieci Comandamenti, vero?) non c’e’ scritto da nessuna parte espressamente che si promuove il relativismo.
Diciamo che si’, e’ una inevitabile, logica conseguenza di quell’assise.
I motivi sono sotto gli occhi di tutti, ma come tutte le cose evidenti, lo spazio dei commenti di un blog e’ troppo breve per una spiegazione dettagliata (cit.)
Ma lei ne ha letto qualche chilo di quelle “tonnellate di carta”?
Se si, mi pare ne abbia tratto poco frutto e me ne dispiace…
O forse vi cercava solo conferme alle sue tesi (certo non solo sue, ahimè).
Poi sa, non tutti gli occhi di tutti vedono tutto alla stessa maniera (tanto per cincischiare un altro po’…).
perchè, per criticare la Massoneria e’ obbligatorio farne parte?
Non mi dica che per rigettare tutte le tesi atee ha letto tutta la produzione anticlericale…
e i frutti si vedono… si vedono…
Solo che i Documenti del Magistero andrebbe (possibilmente) letti tutti e la razio non dovrebbe essere quella della critica, ma della crescita e della maturazione (argomento fallace quindi il suo…)
Comprendo che il relativo sforzo di umiltà sia alla volte una fattore derimente…
E difatti poi i frutti si vedono…
Come puo’ farmi crescere un documento che considera validi i frutti spirituali di una partica, come il ramadan, di una religione che nega espressamente la Divinita’ di Cristo?
Come puo’ farmi crescere un “magistero liquido” che non mi parla del destino dell’anima per l’eternita’? (avete mai sentito parlare un prete postconciliare dei Novissimi, dell’Inferno, persino del Purgatorio?)
E come puo’ una assise che ha voluto essere dichiaratamente “pastorale” essere assimilata al Magistero?
E cosa avrebbe detto questa che non sia stata gia’ spiegata ed insegnata in precedenza?
Se sono solo queste le cose che lei vede nel Magistero oggi (che resta Magistero, assise pastorale o meno), certo ha ben poco da crescere… o è un probelma di crescita non saperci vedere altro.
Per inciso, conosco parecchi sacerdoti “post-conciliari” come le i li chiama, che parlano dei Novissimi, quindi dei due l’una: ho lei è parecchio “sfortunato” o tronimamo al famoso proverbio che citava lei più sopra.
Ma su tutto, dato che ha implicitamente ammesso di aver letto poco o nulla dei Documenti del CCVII, penso si stia veramente parlando del nulla.
Perciò la saluto.
Se il Concilio Ecumenico Vaticano II – Concilio pastorale, non dogmatico – fu “sbagliato” e fermo restando che furono i massoni e i modernisti – presenti purtroppo in numero non esiguo anche nella Santa Chiesa – a proporre, da lì in avanti, forme liturgiche che sminuissero sempre più il valore trascendente e sacratissimo del vero e Divino Sacrificio, come mai nelle opere di Padre Cornelio Fabro, del Cardinale Giacomo Biffi, per esempio, eminenti figure della Chiesa antimodernista, nonché dello stesso Papa Benedetto XVI non si trova una sola frase contro il CVII?
Col cavolo che non si trova una sola frase:
Oggi si parla molto di dialogo. Ma cosa ci dice la Bibbia a riguardo di questa parola, divenuta molto di moda? Il termine è di origine greca e la parola diàlogos è del tutto assente. Esiste invece il verbo, dialégomai, che compare tredici volte con diverso valore… Gesù usa abitualmente la forma dell’asserzione autoritativa: “in verità (amen) vi dico” (rafforzata nel quarto Vangelo: “In verità, in verità vi dico”). Quando poi si confronta con i farisei e i dottori della legge, più che una discussione nasce regolarmente un diverbio. Sicché non si vede proprio come si possa presentare Gesù come l’antesignano del “dialogo” nel senso moderno del termine.
Il quinto evangelo di Biffi
http://www.tempi.it/biffi-e-il-verbo-si-fece-chiacchiera-ecco-il-gesu-che-piace-alla-gente-che-piace#.VtBjl0Dthkg
e via di seguito…