Il giorno successivo ad una grande manifestazione, tradizionalmente, è quello dei bilanci e il Family Day 2016 non fa certo eccezione. Dunque, successo o fallimento? L’evento ha rispettato o deluso pronostici? Chi c’era – e ieri ha visto il Circo Massimo letteralmente invaso – difficilmente oggi parlerà di flop anche perché, in effetti, le immagini sono chiarissime nel documentare l’affluenza di una vera e propria marea umana. Viceversa i critici della manifestazione, fino all’altro giorno uniti nel giudicarla – senza, per la verità, grande originalità terminologica – «medievale», dalle ore successive alla stessa hanno prevalentemente preso di mira la stima di due milioni di partecipanti, diffusa nel corso dell’evento. Chi ha ragione, allora? Quanti ritengono Family Day 2016 un indubbio successo o gli scettici sulle effettive adesioni alla stessa?
Prima di rispondere, credo occorra anzitutto un passo indietro ricordando come la manifestazione di ieri presenti – oggettivamente – delle caratteristiche uniche. Primo elemento di unicità: i tempi di organizzazione, strettissimi. Basti ricordare che fino a poche fine settimane fa non solo non era certa la data del Family Day 2016, ma neppure il luogo, che da piazza San Giovanni è stato praticamente all’ultimo spostato al Circo Massimo. Secondo aspetto più unico che raro è l’organizzazione, che non ha potuto contare né sulle tessere o sulla fedeltà tipica dei militanti di partito né sugli sconti che le sigle sindacali, di solito, propongono ai propri iscritti in occasione dei raduni promossi. Il Family Day 2016, promosso dal comitato “Difendiamo i nostri figli” – altra associazione costituita in tempi recentissimi – è stato a tutti gli effetti una manifestazione nata dal basso.
La stessa CEI ha appoggiato per bocca del proprio Presidente, il cardinal Angelo Bagnasco, il Family Day 2016 quando la macchina organizzativa dell’evento era già avviata, a differenza del Family Day 2007, che ebbe nella Conferenza episcopale italiana non solo un alleato, ma un deciso promotore sin dall’inizio. Alla luce di detti elementi – la tempistica strettissima, l’assenza di sostegni dall’alto e di finanziamenti – solo la malafede o peggio l’invidia potrebbe spingere a negare come la manifestazione di ieri sia stata un successo straordinario sotto molteplici punti di vista. Incluso il messaggio di netta contrarietà al disegno di legge Cirinnà, anche questo privo di rappresentanza politica. Infatti, anche se da un lato è vero che al Circo Massimo hanno presenziato alcuni politici, dall’altro è chiaro come politica, fatta eccezione forse per Lega e FdI, sia a larga maggioranza favorevole alle unioni civili.
Unioni civili – anche questo è doveroso sottolinearlo – che la marea umana presente al Circo Massimo non ha contestato solo per l’adozione del figliastro, la cosiddetta stepchild adoption, che legittimerebbe, di fatto, l’utero in affitto, ma proprio in quanto unioni civili che andrebbero iniquamente a confondere la famiglia fondata sul matrimonio con altre unioni. La forza del Family Day 2016 si è dunque concretizzata in almeno due aspetti diversi e, direi, per nulla trascurabili: quello organizzativo e quello contenutistico, che pur non avendo visto proferire dal palco dell’evento neppure una sillaba contro le persone omosessuali – anzi! -, è stato nettissimo nel rigettare l’intero impianto del disegno di legge Cirinnà. Una contrarietà che è stata espressa in modo chiaro e argomentato, senza la minima dimostrazione di “oscurantismo”.
A questo proposito, sarebbe bello capire da quanti – specie sui social network – hanno detto le cose peggiori sul Family Day, sulla base di quali elementi apostrofano come ignoranti e retrogradi coloro che vi hanno partecipato. Ieri al Circo Massimo io c’ero e posso dire d’aver salutato, fra gli altri, giovani laureandi, avvocati, medici e docenti universitari. Tutta gentaglia che non ha mai preso in mano un libro? Ne siete proprio sicuri, cari paladini del Progresso? Certo, fra i manifestanti c’era anche tantissima gente semplice, ma prima di avventurarmi in critiche temerarie quanto infondate – nel senso che non partono dal dato di realtà, dunque da un vero fondamento, bensì dal solo pregiudizio – starei molto attento, specie nella misura in cui queste critiche sono vibrate, di fatto, ad un intero popolo. E veniamo ora al punto più discusso: quello del numero dei presenti, ieri, al Circo Massimo.
La stima di due milioni, prt molti, è esagerata. Personalmente, avendo preso parte a una manifestazione dove due milioni di persone c’erano veramente – la Giornata Mondiale della Gioventù 2011, a Madrid, evento pure quello pieno di cattolici non timorosi di dichiararsi tali (ma non ditelo ai critici del Family Day, altrimenti s’inacidiscono ancor di più) -,potrei anche dubitare del fatto che a Roma, ieri, ci fosse così tanta gente. Tuttavia, come detto, al Circo Massimo – a differenza dei critici dell’evento – io c’ero e assicuro che la marea umana era impressionante, tanto da costringere centinaia anzi migliaia di persone all’esterno. Chi poi, per criticare la manifestazione, fa confronti fra fotografie del Circo Massimo di concerti che immortalano quasi solo il palco con altre scattate ieri nella piccola parte dell’area transennata e inaccessibile (quindi per forza di cose vuota), si commenta da solo.
Tuttavia, poniamo pure che al Family Day ci fossero 3,4,500.000 persone – posto che secondo me i partecipanti erano parecchi, ma davvero parecchi di più -: qualcuno può fare qualche esempio, nella storia d’Italia, in cui un raduno simile di persone sia stato organizzato in poche settimane, senza alcuna forma di contributo e con i mass media che hanno speso i giorni precedenti non solo a non pubblicizzarlo più di tanto, ma a remare in senso opposto (vedasi, per esempio, gli orecchini arcobaleno esibiti da Barbara d’Urso)? Avanti, su, sarei proprio curioso di avere una risposta. E con me tanti altri che hanno ormai ben chiaro come le critiche numeriche – peraltro dagli stessi che sabato scorso si sono bevuti in silenzio il milione di presenze fantasma, nelle piazze, a favore del ddl Cirinnà – siano solo l’ultima spiaggia di chi, in fondo, non sa darsi pace per un evento che, comunque la si pensi, è già nella storia di questo Paese.
giulianoguzzo.com
Yes! Un ottimo articolo da spendere in giro per il web, contro la tattica mediatica delle lobby lgbt su un presunto flop che non riesce a trovare eco nemmeno nei media oramai quasi completamente asserviti.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-due-milioni-in-piazza-un-numero-che-da-fastidio-15114.htm
Leggete cosa dicevano qualche tempo fa:
http://www.repubblica.it/online/politica/manifestazione/arrivo/arrivo.html
Già. Siamo tutti ignoranti retrogradi e medioevali. Io sono ingegnere e mio marito ricercatore universitario di fisica. Noi c’eravamo (con i nostri 6 figli) e oggi abbiamo appeso alle finestre le bandierine della manif… invito tutti a farlo! Almeno nel nostro quartiere tutti sapranno che anche noi abbiamo scritto la storia.
Meglio “medievali” che progressisti, per quel che mi riguarda. I progressisti – che sono il cancro delle nostre società – devono farsene una ragione, la famiglia é una sola, quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, quella che porta alla procreazione.
Può esistere un figlio che viene cresciuto bene anche con un solo genitore, così come possono esistere omosessuali che potrebbero fare i “genitori”, ma questo non può e non deve essere utilizzato come pretesto per annientare la famiglia tradizionale. Le unioni civili omosessuali e le adozioni per gli omosessuali sono un’aberrazione, così come lo é il ddl Cirinnà.
Abbiamo già una società abbastanza degenerata, di ulteriori fenomeni degenerativi non ne abbiamo bisogno, anzi, rispetto al passato bisogna fare in modo vengano stroncati sul nascere.
Poi, sarà bene passare ai fatti, e far valere veramente questi numeri.
Nelle urne, appena ci sarà concesso di votare, non un solo voto dovrà andare alle formazioni politiche che hanno sostenuto in tutto o in parte questo sciagurato disegno di legge.
Trionfo?
E allora è bene tener conto di questa realtà che probabilmente sfugge ai più e non si sa bene il perché.
Da “La Stampa” di oggi:
«L’aspetto davvero paradossale è che le adozioni gay in Italia esistono già. A regolarle non c’è ancora una legge della Repubblica, però i magistrati da tempo si regolano come se ci fosse. A Roma, per esempio, si contano una quindicina di sentenze del tribunale dove al partner (o alla partner) gay è stato consentito di adottare il figlio naturale dell’altro (o dell’altra). Queste sentenze non sono spuntate dal nulla. Hanno fatto leva sulla cosiddetta legge 184, che alla lettera b) dell’art. 44 permette di adottare il figlio del coniuge. I giudici hanno esteso la portata di questa norma alle coppie di fatto, giocando d’anticipo (come al solito) sul legislatore. Ma allora, a cosa servirebbe l’art. 5 della Cirinnà? A dare più certezza, perché quello che a Roma viene deciso in chiave pro-gay potrebbe essere contraddetto in un’altra parte d’Italia. Una volta introdotta la “stepchild adoption” si userebbe ovunque lo stesso metro».
E non è finita: c’è quanto basta anche per il cosiddetto utero in affitto.
«Non c’è stata finora, a quanto risulta, alcuna preclusione dei magistrati nemmeno per i bimbi nati all’estero con la cosiddetta “gravidanza surrogata”, altrimenti detta “utero in affitto”. Da noi questa pratica è vietata, ma la consentono negli Usa, in Canada e in qualche altro Paese come l’India. L’Italia può condannare finché vuole, ma chi chiede di aumentare le pene sa perfettamente che sarebbero “grida” manzoniane. E d’altra parte, quando un genitore gay si presenta al confine con una creatura di cui risulta padre (con la madre ignota), nessuno arriva a sostenere che gli andrebbe sottratto il bambino. Troppo disumano e, soprattutto, troppo contrario all’interesse del minore. Gli avversari della «stepchild adoption» ne prendono atto. E accusano che, proprio per questo motivo si moltiplicheranno i casi di utero in affitto».
Il DDL Cirinna’ e’ in discussione al Senato. Voglio sperare che i conti che si era fatto Giuliano Guzzo, riguardo l’impossibilita’ che la legge passasse in quella Camera, siano rispettati. Dalle prime avvisaglie, sembra di no…
al massimo potevano essere circa 3mila persone.. il Circo Massimo non ne contiene di più ed era mezzo vuoto..
c’erano anche i “Figli della Volontà Divina” con tanto di pettorina e cortei di 8 persone di milizia cristi, in pratica una parodia alla Crozza del mondo cristiano.