Più trascorrono le ore e più le stragi di Parigi stimolano pensieri, suscitano indignazione, ispirano progetti. La paralisi e lo sgomento stanno in pratica lasciando lo spazio a meditazioni collettive su quale sia la risposta migliore per dare battaglia ai robot della morte e ai loro burattinai. Si parla di azioni militari, di frontiere blindate e di misure di sicurezza rafforzate; di un ritrovato orgoglio occidentale da sbattere in faccia ai professionisti del Terrore. Tutto plausibile e magari nell’immediato pure condivisibile, per carità. Il vero problema però è un altro, signori, e dannatamente più serio: la minestra. Mi spiego. Il fatto – noto da anni, per la verità – è che è l’Occidente la prima fabbrica del fondamentalismo islamico di cui è sempre più ostaggio. Lo attestano innumerevoli riscontri, a partire da quell’11 settembre probabilmente mai vi sarebbe stato senza la cellula terroristica capeggiata dall’egiziano Mohammad Atta, un signore che prima di sfracellarsi contro le Torri Gemelle di Manhattan conseguì, col massimo dei voti fra l’altro, un dottorato di ricerca in architettura all’università di Amburgo. E Parigi non ha fatto eccezione se si pensa che il primo dei terroristi identificati è Omar Ismail Mostefai, un trentenne francese. Questo che significa? Quello che si diceva poc’anzi: che il problema è la minestra.
Il guaio è cioè che il terrorismo islamico – da ben prima che il Califfato iniziasse ad impensierire – prospera all’interno degli stessi Paesi occidentali che colpisce grazie soprattutto a una categoria di persone: i giovani. E questo per un motivo: perché la minestra occidentale, il nostro modo di organizzare e orientare la vita, manca drammaticamente di sale, di senso, di spirito; ci sono benessere e libertà, d’accordo, ma c’è anche e soprattutto noia; e pure un po’ di ridicolo, come quella “preghiera per Parigi” che tantissimi sui social dicono di fare in un mondo laicizzato che, per definizione, stenta a pregare. Sarebbe cioè impossibile per l’islamismo radicarsi in modo così letale se la nostra civiltà, con le sue voragini di valori, non fosse un terreno così fertile. E si badi che è esattamente questa – più ancora di quelle dei nostri sistemi di intelligence o di quelle pur allarmanti delle nostre frontiere – la falla peggiore perché gli artigli dell’islamismo radicale, la cui origine è certamente da ricercarsi in seno all’Islam, non sarebbero così penetranti se non fossimo indifesi, confusi, persi. Da questo punto di vista non è azzardato considerare detta perdurante impreparazione davanti agli orrori del terrorismo islamista come l’ultima, feroce tappa di un processo demolitore che, purtroppo, abbiamo da decenni innescato contro noi stessi.
Non solo perché un sistema sociale con valori civili – e religiosi – solidi sarebbe molto più impermeabile ad ogni proselitismo, ma perché siamo già, sotto alcuni punti di vista, morti che camminano: demograficamente, spiritualmente, eticamente. L’illusione che una società possa reggersi sui soli valori umani senza quel Cristianesimo che quei valori – a partire dal concetto di persona umana – ha magnificamente plasmato è, appunto, solo un’illusione. Né si può negare come gli attentati dei terroristi rappresentino l’ultima epifania di orrori che nell’aborto di massa, nell’eutanasia talvolta anche per i bambini e nella selezione embrionale in tante parti d’Europa hanno già avuto non solo anticipazioni, ma pure anticipazioni legittimate: per legge. Come mai tutto questo? Manca il sale, come si è già detto. Qualcosa per cui vivere e, soprattutto, per cui morire. I giovani che si gettano fra le braccia prima dell’Islam e poi della sua degenerazione terroristica qualcosa per cui morire – e purtroppo anche per cui uccidere – infatti lo trovano: e noi? Noi che ci apprestiamo ad organizzare, come Europa e come Occidente, una risposta all’armata jihadista, abbiamo ancora qualcosa per cui saremmo disposti a morire? Probabilmente no. Ed è questa, più della paura, del buonismo e tutto il resto la nostra vera debolezza. Brutta storia? Certamente. Eppure da qualche parte, il sale, occorre tornare a cercarlo.
giulianoguzzo.com
PS. Molto utile è questa considerazione apparsa oggi sul portale Uccronline.it: «Secondo il sociologo iraniano Farhad Khosrokhavar, direttore di ricerca dell’EHESS di Parigi e studioso dell’immigrazione islamica in Europa, la crisi che porta i giovani alla rottura con le società occidentali non deriva tanto dal rifiuto dei valori che queste offrono a loro, ma piuttosto nel vuoto di regole morali che li accoglie. L’Occidente amante del pensiero debole, del relativismo, del non senso della vita, del sessantottismo, della borghesia cinica e indifferente, dell’individualismo esasperato. Guarda caso, effettivamente, i giovanissimi terroristi musulmani nascono e vivono in Europa, soprattutto in Francia, Belgio, Danimarca, Svezia e Germania. Ovvero i Paesi attualmente più secolarizzati dell’Occidente».
L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energia in relazionee ha commentato:
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. (Matteo 5,13-16)
L’ha ribloggato su sapereperscegliere.
Non condivido assolutamente nulla!
a partire da quell’11 settembre probabilmente mai vi sarebbe stato senza la cellula terroristica capeggiata dall’egiziano Mohammad Atta
Ma niente affatto: sicuramente la cellula sarebbe stata capeggiata da qualche altro fanatico, dottorato di ricerca o meno.
E questo per un motivo: perché la minestra occidentale, il nostro modo di organizzare e orientare la vita, manca drammaticamente di sale, di senso, di spirito;
E glielo ha ordinato il dottore di venire in occidente?
Nel loro paesi, oltretutto, navigano nell’oro (nero): il padre di Atta era un facoltoso che infatti ha mandato a studiare il figlio nei migliori istituti.
Potevano benissimo restare nei loro paesi, cercando di migliorarli, anche con i soldi, invece di spenderli foraggiando fanatici e terroristi.
E Parigi non ha fatto eccezione se si pensa che il primo dei terroristi identificati è Omar Ismail Mostefai, un trentenne francese.
Questo semplicemente dimostra che la frasetta buonista “piu’ inclusione” non serve assolutamente a nulla.
Basta sentire i discorsi di immigrati magrebini di seconda e terza generazione.
Non capisco proprio questa corsa dei siti cattolici ad auto-flagellarsi (come se fosse la prima) sul fatto che in fondo e’ colpa nostra! L’Occidente ne ha combinate certo, ma questo di cui parli non capisco cosa c’entri.
Ecco la spiegazione: gli attentati dei terroristi rappresentino l’ultima epifania di orrori che nell’aborto di massa, nell’eutanasia talvolta anche per i bambini e nella selezione embrionale hanno avuto anticipazioni legittimate per legge.
La colpa è sempre dell’aborto.
Poi uno si chiede: ma com’è che in Canada, dove l’aborto è legittimo anche ad nutum, non si sentono notizie di terroristi assassini? E nemmeno in Australia, a Porto Rico, a Cuba, in Azerbaigian, nel Bahrain, in Camboglia, nel Vietnam del Nord…. dove pure la legislazione sull’aborto è permissivissima? E che dire della Cina? Lì dicono che l’aborto sia addirittura forzoso, ma non mi pare di aver letto nulla sui terroristi dell’IS a Pechino.
Se avessi teorizzato un collegamento causale fra il solo aborto legale e l’insorgere del fondamentalismo islamico le Sue osservazioni in effetti avrebbero senso, ma invece si tratta – come Lei, in fondo, ben sa – di critica fine a se stessa e che volutamente evita il pensiero dell’articolo, che è un tantino meno banale a dispetto delle doti modeste del suo autore. Un saluto.
Mi faccia credito di un minimo di intelligenza contestuale, gentile Guzzo – credo di averne data qualche stentata prova, sui suoi schermi – e cerchi d distinguere un intervento tarato sul tono delle provocazione polemica da un intervento che affronta ex professo quanto da lei affermato.
C’è il libello e c’è l’opera in dodici volumi.
E non sempre si ha il tempo materiale per la seconda opzione.
Un saluto anche a lei.
Gentili Signori,
condivido, della ricetta della minestra, ingrediente per ingrediente, vocale per vocale, consonante per consonante. Non ho bisogno di ribadire altro che: aborto, eutanasia e selezione embrionale -sono – la prima causa della deriva. Segue la perdita di un’identità: in un recinto di pecore si avventa il lupo (ho parlato di lupo e non di leone, a scanso di equivoci). A questo riguardo anche il paragone della Repubblica “democratica” Cinese, mi scuso, non calza (nemmeno calzerebbe un paragone con la Corea del Nord, mi spiego?).
A proposito di sale: Dante, nei cosiddetti “secoli bui” (bui per chi?) non era certo carente di motivazioni, guardacaso – cristiane – per cui vivere, per cui dare la vita.
La mia preghiera per vittime e carnefici. “Porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua misericordia”.
Grazie per lo spazio e per la pazienza. Buone cose.
Maurizio Dones
@manliopittori
Perché?
Mai visto Airport security?!!!
@manliopittori
Perché? Mai visto Airport security?!
Attribuire la responsabilità dei fatti di Parigi ai soli terroristi islamici é scontato, ma le vere responsabilità, quelle morali, ricadono primariamente su noi occidentali.
Noi europei abbiamo scelto la strada del secolarismo, del relativismo, dell’abortismo, dell’anarchismo, dell’edonismo, del materialismo e del nichilismo, tutti di matrice sessantottina? Ecco, queste sono le conseguenze.
Siamo una civiltà prossima al tramonto proprio grazie a tutto ciò. Noi europei ormai siamo un pugno di smidollati, non siamo più orgogliosi di noi stessi e siamo autolesionisti all’ennesima potenza. Proprio questo autolesionismo ha portato all’apertura indiscriminata all’immigrazione islamica, all’ingresso nel nostro mondo di un modo di concepire la società, la religione, la politica e tanto altro, anni luce distante da quello nostro, assolutamente incompatibile, fattore questo che di fatto ha reso la comunità musulmana inassimilabile in un paese come la Francia, paese assimilatore degli stranieri per eccellenza, ma il più secolarizzato e laicista d’Europa.
Noi europei, essendo ormai per la maggior parte scristianizzati, non facciamo più figli, perché abbiamo dato più importanza ad altro. Facciamo sesso più per soddisfare i propri piaceri carnali che per procreare, per portare avanti la propria specie, e tutto questo, sommato ad una imponente immigrazione islamica, si sta rivelando un suicidio.
É facile indignarsi per quanto é successo, anche troppo, la verità é che, per i discorsi di cui sopra, ce lo meritiamo, e lo dico con immenso dolore. Secondo me, questo attentato di matrice islamica non sarà un caso isolato, purtroppo, nel senso che se ne verificheranno altri, perché ormai il danno é fatto, ovvero l’apertura all’islam da parte di noi europei, che ripeto, siamo ormai divenuti un pugno di smidollati.
Non sono molto d’accordo sull’articolo.
In occidente la tradizione cristiana consegna una frase forte, chiara ed inequivocabile: “date a Dio quel che é di Dio e a Cesare quel che é di Cesare”;
Il rispetto della legge civile che garantisce la civile convivenza va quindi ben oltre l’autorità stessa che stabilisce le regole; sono impliciti i diritti/doveri a priori per ogni persona nel regolamentare la propria libertà nell’ambito di un corpo di regole destinate a delimitarne i movimenti.
Per un mussulmano il diritto e la legge derivano dal Corano e di fatto non esiste divisione/separazione in riferimento alla consapevolezza della regolamentazione della propria libertà. E non può essere che improbo far capire la concezione dell’individuo che caratterizza la nostra civiltà ad un islamico il quale, di primo acchito, non può che percepire necessariamente il tutto, paradossalmente, come ineluttabile condizionamento a un proprio e diverso senso di libertà precedentemente acquisito e al quale tutto andrebbe parametrizzato a prescindere.
Andiamoci piano. Sui principi dell’Islam non mi pronuncio, ma i farisei che interrogavano Gesù, volevano trovare nelle Leggi di Dio un modo per scansare i loro doveri nei confronti di Cesare. Mascheravano con i bei tratti della preoccupazione etica, una faccenda di vile denaro, questioni materiali di dettaglio.
Ora tutti i Cesari che, pensando di far bene, tolgono diritti fondamentali a qualcuno per
darne di nuovi a altri, distruggendo di fatto quei valori di autentico progresso civile che il cristianesimo aveva donato alla società, si sono presi l’enorme responsabilità di trascinare l’occidente sul bordo degli inferi.
Che poi i mussulmani europei vedano nella deriva etica dell’occidente il fallimento del cristianesimo, e alcuni fanatici-terroristi si incarichino di farcelo sapere in modo atroce, assaltando il cuore dell’ex civiltà cristiana, meriterebbe da parte di tutti una riflessione meno superficiale.
****… ma i farisei che interrogavano Gesù, volevano trovare nelle Leggi di Dio un modo per scansare i loro doveri nei confronti di Cesare. Mascheravano con i bei tratti della preoccupazione etica, una faccenda di vile denaro, questioni materiali di dettaglio *****
… e le parole di Gesù in senso lato obbligano il cristiano al rispetto, quanto eticamente e moralmente possibile, dell’Autorità costituita proprio nel momento in cui certificandone la separazione dei rispettivi “campi” e dei rispettivi “compiti” ne avvalla la sussistenza ed importanza.
****Che poi i mussulmani europei vedano nella deriva etica dell’occidente il fallimento del cristianesimo, e alcuni fanatici-terroristi si incarichino di farcelo sapere in modo atroce, assaltando il cuore dell’ex civiltà cristiana, meriterebbe da parte di tutti una riflessione meno superficiale****
Concordo che la cosa andrebbe analizzata e approfondita; di primo acchito rimango comunque perplesso anche solo nell’ipotizzare che l’attività di questi terroristi sia correlata in modo robusto a presunte conclusioni circa la deriva etica del mondo occidentale. Del resto ulteriori considerazioni in tal senso si potranno fare nei prossimi mesi qualora questa masnada di mascalzoni creasse problemi durante il giubileo (cosa di cui dubito… e mai come in questo caso “aver ragione” mi sarebbe di orgoglio).