Solo pochi mesi or sono la sua popolarità era alle stelle, con l’88% degli Italiani che riponeva in lui piena fiducia (Demopolis, marzo 2015) e una stima planetaria senza pari. Ultimamente, però, il consenso verso Papa Francesco sembra in calo, come testimonia tutta una serie di elementi che, insieme, compongono il mosaico di un inatteso declino. Il Santo Padre, per esempio, piace sempre meno al mondo LGBT nel quale, dopo il famigerato «chi sono io per giudicare?», era cresciuto un senso di attesa per rivoluzioni che tardano a materializzarsi: «L’icona del Papa gay-friendly è una truffa», titolava nei giorni scorsi PinkNews, celebre sito gay, accodandosi a malumori già noti.
La galassia progressista, inoltre, non risulta neppure molto convinta dalla facoltà di assoluzione dal peccato di aborto, recentemente estesa a tutti i sacerdoti durante il Giubileo e in un primo momento salutata dal tutti come epocale. Osserva per esempio Chiara Valentini: «Da quando mi arrivano, soprattutto dall’estero, mail e telefonate di amiche/amici entusiasti di papa Bergoglio e delle sue “scelte rivoluzionarie” in tema di aborto mi è sembrato necessario chiarire un po’ le idee […] In sostanza, nonostante il Giubileo, il giudizio del papa sull’aborto non è cambiato e la dottrina della Chiesa resta intatta» (L’Espresso, 15/9/2015).
Neanche in Vaticano, anche se per ben altre ragioni – e al di là della riverenza comunque dovuta -, la popolarità del pontefice argentino sarebbe ai massimi storici, tutt’altro: fra i sacri palazzi circolerebbe persino un dossier – avrebbe riferito un prelato anonimo al tedesco Zeit – che descriverebbe forti tensioni curiali sorte in particolare rispetto al recentissimo motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, volto a riformare il processo canonico per le cause di nullità matrimoniale ma interpretato da molti come un’apertura al “divorzio cattolico”. «Ora dobbiamo aprire la bocca», avrebbe dichiarato, annunciando battaglia, un alto prelato.
L’avvicinamento al Sinodo di ottobre sulla famiglia rischia così di essere più esplosivo del previsto. E nel frattempo, com’è stato ufficializzato alcune settimane or sono, cala – e di molto – il numero medio dei partecipanti alle udienze generali, precipitati dagli oltre 51.000 del 2013 ai meno di 15.000 attuali. E pure negli Stati Uniti – dove gli stessi fedeli non risultano affatto conservatori (il 43% dei cattolici appoggia le adozioni gay: Pew Research Center, settembre 2015) – il gradimento del Santo Padre, che vi si recherà nei prossimi giorni, risulta in calo: l’operato di Francesco, infatti, appoggiato dal 76% degli americani ad inizio 2014, risulta ora sostenuto da non più del 59% degli intervistati (Gallup, luglio 2015).
Come mai? Perché la popolarità del Santo Padre – comunque ancora elevata – sta registrando non solo battute d’arresto ma, in alcuni casi, inversioni di tendenza? Posto che non è semplice considerare, tutte assieme, situazioni e contesti differenti, il fenomeno potrebbe avere almeno tre spiegazioni. La prima: Papa Francesco è piaciuto moltissimo e subito; e si sa che la popolarità – che comunque non rientra fra i doveri di un cristiano, tanto meno fra quelli di un pontefice – non è cosa semplice da amministrare. La seconda: proprio in ragione dell’immenso gradimento inizialmente confluito sul Santo Padre, parecchie – forse troppe – sono state le aspettative, di varia natura, sedimentatesi sulla sua persona.
Un terzo e ultimo motivo che potrebbe spiegare il diffondersi, non solo all’esterno della Chiesa, di certo malcontento riguarda – sia detto col massimo rispetto – l’imprevedibilità del Santo Padre. Papa Francesco è difatti lo stesso che un giorno si reca personalmente dall’ottico a cambiare gli occhiali, facendo il pieno di stupore e popolarità, e che quello successivo tuona contro l’ideologia del gender, costringendo i media che il giorno prima lo avevano elogiato come rivoluzionario a penose operazioni di censura. Da parte sua, il Papa non pare comunque preoccuparsi dell’ipotesi di ritrovarsi non più amato come i primi mesi. Anzi, lo ritiene evangelicamente inevitabile. «Anche Gesù era molto popolare – ha dichiarato nei giorni scorsi alla portoghese Radio Renascenca – ed è finito come è finito».
giulianoguzzo.com
Sinceramente mi sorprende questo calo di popolarità di Papa Francesco.
Ad ogni modo, vi sono, ancora, almeno sei “mosse” a sua disposizione per farsi nuovamente benvolere dal mondo che conta.
Eccoli:
1. Recarsi personalmente a fare la spesa in un supermercato o – ancora meglio – in un negozio di commercio equo e solidale, con annesso selfie con qualche simpatizzante lì presente;
2. Dichiarare pubblicamente che l’Islam è una religione di pace e che i migranti vanno accolti senza se e senza ma, e chi non lo fa pecca contro Dio;
3. Rilasciare una terza intervista al sodale Scalfari, condita con qualche altra affermazione ambigua sulla fede e sulla Chiesa;
4. Rilasciare qualche altra ambigua affermazione a proposito dei gay, magari durante l’imminente visita a Obama, noto paladino dei medesimi;
5. In occasione dell’imminente viaggio a Cuba, accettare pubblicamente come regalo, da Raul o da Fidel, un’altra falce e martello o una bandiera rossa o qualcosa con l’immagine di Che Guevara;
6. Sottolineare le colpe del perfido Occidente per ciò che riguarda il riscladamento globale e all’inquinamento in generale.
Dai, Papa Francesco, che ce la puoi ancora fare!
Ma il punto 2 e il punto 6 li ha gia’ fatti. Sei rimasto indietro Max…
Non piace a coloro che hanno frainteso da sempre le sue parole e le hanno travisate a loro uso e consumo.
Sono d’accordo, in particolare il calo dei consensi tra gli attivisti LGBT non avevo dubbi che sarebbe avvenuto, prima o poi.
Lucetta, ma tu le capisci le parole del papocchio? Non c’è possibilità di fraintendimento: sono eretiche (ma, forse, lui è così digiuno di dottrina, che non avrà mai letto il Vangelo e nemmeno il corano)! D’altra parte, il signor Bergoglio, è ateo…
Forse perché è poco chiaro??????!!!!!!!!!!!!!! Perché SI LASCIA travisare?! forse perché tacendo su questi “travisamenti” un poco acconsente pure?!
Piero ha scritto:
“Ma il punto 2 e il punto 6 li ha gia’ fatti. Sei rimasto indietro Max…”
Hai ragione, li ha già fatti. Ma potrebbe comunque ribadirli: come dicevano i latini, repetita juvant. Ad ogni modo, la stessa visita all’ottico citata nell’articolo può essere interpretata come un modo per riacquistare consensi, o no?
Non scordiamoci poi che Papa Francesco è stato pubblicamente invitato da Pannella a visitare la sede del Partito Radicale. Insomma, ha ancora diverse frecce al suo arco. 🙂
Giulia ha scritto:
“Forse perché è poco chiaro??????!!!!!!!!!!!!!! Perché SI LASCIA travisare?! forse perché tacendo su questi “travisamenti” un poco acconsente pure?!”
Concordo. AnzI: penso che a Papa Francesco non dispiaccia affatto di essere “corteggiato” da un certo mondo politico e ideologico. Troppi indizi lo dimostrano.
Restando in tema, riporto qui di seguito due significative affermazioni del filosofo Gianni Vattimo (quello del “pensiero debole”), rilasciate alla Festa dell’Unità di Cavriago (RE) lo scorso luglio:
1. «Premesso che mi sono sempre definito un catto-comunista, io in Papa Francesco credo. E arrivo a dire che il Papa dovrebbe fondare un’Internazionale comunista, anche se non sono sicuro che oggi avrebbe molto senso. La gente, in fondo, non ci crede più. Ma Papa Francesco ha dato segni chiari e tangibili di un cambiamento vero e per questo io voglio credergli»;
2. «Per quanto riguarda i gay, è stato il primo Papa a dimostrarsi tollerante e a non usare i toni duri a cui eravamo abituati. Non è poco».
spiacente ma il primo papa a usare toni d’amore paterno verso i gay e’ stato Benedetto XVI quando disse che ancora non sappiamo se si nasca o si diventi nei primissimi anni della fanciullezza ma comunque bisogna ccettare e amare e comprendere…..
Dio governa il mondo, noi dobbiamo solo pregare.
Affinchè “venga il tuo regno” e “sia fatta la tua volontà”.
La popolarità del papa è (giustamente) calata perché la gente ha iniziato a capire chi è in realtà Bergoglio. Ha sin da subito iniziato ad ammaliare le folle con discorsi eclatanti: criticando a destra e a manca, e dicendo ciò che la gente vuole sentirsi dire. La dottrina della Chiesa non conta nulla: l’importante per Jorge Bergoglio è conquistare sempre maggiore risalto mediatico. Ma perché invece di criticare i tradizionalisti non avvia un dialogo con loro, come fa maldestramente con gli islamici e con i comunisti trinariciuti di ogni parte? Viviamo in tempi in cui l’integrità della Chiesa è minacciata dal terrorismo e dal fondamentalismo, ed è proprio in questi momenti che occorre aggrapparsi con forza ai veri valori della NOSTRA religione. Questo papa vuole fare un ridicolo potpourri di religioni, screditando e stravolgendo la morale e la vera Fede cattolica. Addirittura è arrivato a dichiarare che non esistono principi non negoziabili, il che è la peggior bestemmia che potesse dire. La religione cristiana è piena di valori non negoziabili. Non lasciamoci ammaliare da Bergoglio e dalla sua demagogia: poco alla volta sta venendo fuori la sua ambiguità e incoerenza, e speriamo che presto ai piani alti qualcosa si muova, in modo che la Chiesa possa tornare ad avere un papa coerente degno di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Papa Francesco predica l’accoglienza e la tolleranza, ma mette a tacere e scredita i tradizionalisti (faccio nomi e cognomi: Raymond Leo Burke, rimosso dal suo incarico alla Segnatura Apostolica; Carlo Caffarra; mons. Crociata, e potremmo dire anche mons. Nosiglia e mons. Moraglia, che in quanto “conservatori” vengono screditati da Bergoglio). Nel suo primo discorso alla Loggia di San Pietro il 13 marzo 2013, disse che sarebbe stato un cammino di fratellanza, amore e fiducia: abbiamo visto la fratellanza e la fiducia data a chi esprimeva perplessità sul suo operato maldestro. Rimozioni dagli incarichi e operazioni di discredito pubblico. Speriamo che la natura faccia il suo corso, presto possibilmente.