Intervistato da Aldo Cazzullo sulle pagine del Corriere della Sera, il premier Matteo Renzi, interpellato sul punto, assicura che le unioni civili sono nel mirino del suo Governo: «Le unioni civili si faranno. Punto. Anche qui: usciamo da vent’anni di scontri ideologici. Anche qui: ci sono i numeri per una forzatura, ma spero di trovare un punto d’intesa ampio. Il richiamo alla famiglia tuttavia non è in contraddizione con le unioni civili ed è un richiamo molto corretto, secondo me. Nella legge di Stabilità va inserito un piano famiglia, dagli asili nido fino agli interventi per i bambini poveri e le famiglie numerose» (Corriere della Sera, 30.8.2015).
Sono parole dalle quali emergono diversi elementi. Anzitutto, la sicurezza del Presidente del Consiglio nel portare a casa le unioni civili a tutti i costi («ci sono i numeri per una forzatura»). In seconda battuta, il suo appoggio non solo generico al disegno di legge Cirinnà ma pure a quei richiami alla famiglia che il testo presenta e che, non a detta di qualche cardinale tradizionalista ma secondo giuristi del calibro di Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte Costituzionale, rendono l’intera proposta a serio «rischio incostituzionalità» (Avvenire, 28.8.2015). Infine, rileva il contentino col quale Renzi, promettendo «un piano famiglia, dagli asili nido fino agli interventi per i bambini poveri e le famiglie numerose», intende rendere tutto più digeribile.
Da notare, nell’intervista, vi sono pure le parole che Cazzullo ha rivolto al premier, per ottenere la succitata risposta: «Il cardinale Bagnasco si è espresso contro le unioni civili». Ecco, sarebbe stato più corretto rammentare all’ex sindaco di Firenze che l’avversità al disegno di legge Cirinnà non è solo del cardinale Bagnasco ma anche sua, essendo condivisa pure dalle centinaia di migliaia di manifestanti che lo scorso 20 giugno hanno affollato piazza san Giovanni, da almeno il 50% degli italiani (Sondaggio Lorien Consulting, aprile 2015) e, soprattutto, dal buon senso di chi sa che non si tratta di diritti ai conviventi – la quasi totalità già garantiti dal nostro ordinamento -, ma della salvaguardia di un istituto che, col divorzio breve, sotto questo Governo ha già subito abbastanza.
Messo davanti a simili evidenze probabilmente Renzi, abile com’è con le parole, sarebbe corso ai ripari affermando che non si può attardarsi rispetto all’Europa – ragionamento che però, chissà come mai, non vale per un serio quoziente familiare, che la vicina Francia introdusse già nel remoto 1945 –, oppure sostenendo che elargire diritti a qualcuno non significa toglierli ad altri, considerazione falsa sul piano economico e ampiamente criticabile su quello etico, specie se i “nuovi diritti” servono solo a spianare la strada alla possibilità che, in breve tempo, si arrivi alla privazione ex lege del fondamentale diritto, di cui ogni bambino dovrebbe godere, ad avere un padre e una madre. Pazienza, comunque: ci penseranno i fatti a scandire le verità che Cazzullo, forse per non irritarlo, ha preferito non ricordare al premier.
L’ha ribloggato su Beppe Bortoloso M.I..
E siccome le unioni civili sono una grossa priorità per l’Italia, e la loro legiferazione cambierà in meglio la vita dei cittadini italiani, allora la legge si deve fare, punto: ma fatemi il piacere, andate tutti a casa politicanti da quattro denari!
Agli omosessuali intelligenti, che sono la maggioranza – mentre gli omosessisti, i fanatici, sono minoranza – non gliene importa nulla di aver contrattualizzate le proprie unioni, gli interessa solo il rispetto per i loro orientamento sessuale da parte di noi eterosessuali e di aver garantita la libertà di poterlo essere, senza essere perseguitati per questo.
Il matrimonio é uno solo, quello tra un uomo e una donna, non esistono altre tipologie di matrimoni. Punto.
Sottoscrivo completamente il commento di Werner.
Salve, è possibile avere un link al Sondaggio Lorien Consulting? Grazie.
Sì, eccolo: http://www.formiche.net/wp-content/uploads/2015/04/Osservatorio-Lorien-30mar-STAMPA.pdf
Grazie.
Vorrei dire una cosa che molti sanno ma di cui tutti hanno paura a parlare. Porterò la mia esperienza per cui non si potrà affermare che è omofobia, ma pura realtà.
Ho lavorato per molti anni in un importante ente pubblico del Nord, che era pieno di gay, rispettatissimi e, devo onestamente dire, un po’ isterici ma molto in gamba.
Ovviamente nessuno si è mai permesso di discriminarli tant’è che ce n’erano molti che ricoprivano prestigiosi ruoli di dirigenti e alcuni sono ancora lì. E questo è il primo punto.
Ma c’è di più. Uno di loro, di cui ero molto amica, un giorno mi mostrò nel suo portafoglio una quantità di tessere di circoli legalissimi ed esclusivissimi a cui poteva economicamente permettersi di essere iscritto e mi fece una quantità di nomi di persone importanti (e insospettabili) che di quei circoli facevano parte.
Si incontravano sia per combinare l’incontro sessuale di una sera, sia per stare in compagnia sia per chiedere eventuali aiuti e protezione ai più potenti di loro in caso di difficoltà. Anche il mio amico ad un certo punto ne ebbe bisogno e negli anni successivi ha fatto un’incredibile carriera.
Ecco cos’è la famosa lobby dei gay, di cui a me personalmente non è mai importato nulla, perché se avessi voluto mi sarei trovata delle protezioni, di altre appartenenze, anche io, mentre mi è sempre bastata solo quella del buon Dio.
Però che ora facciano i perseguitati non è proprio sopportabile. Ecco, l’ho detto.
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