Chi tocca la teoria del gender muore. E lui, Luigi Brugnaro, il sindaco di Venezia, oltre ad aver scippato alla sinistra un feudo storico, non ci ha pensato un attimo, una volta eletto, a sfidare l’«inesistente» ideologia dando disposizioni affinché fossero ritirati dalle scuole dell’infanzia quei libri che sono la quintessenza del gender, e che vorrebbero rieducare i più piccoli all’insegna dell’esistenza di molteplici modelli familiari e di papà e mamma come un’alleanza educativa fra le tante. E’ per questa ragione che s’è attivato nientemeno che Elton John emettendo una fatwa via Instagram con la quale ha fatto sapere ai seguaci che «la meravigliosa Venezia sta indubbiamente affondando, ma non tanto rapidamente quanto il bifolco e bigotto Brugnaro».
Capito? Per il solo fatto di ritenere che il primato educativo sui figli spetti ai genitori, e che il contrasto al bullismo con genitore 1 e genitore 2 non c’entri nulla, il sindaco di Venezia sarebbe «bifolco e bigotto». E’ il “metodo Barilla”, sempre lo stesso: dissenti dal Pensiero Unico e sei mediaticamente finito; per maggiori informazioni chiedere a Barilla o a Domenico Dolce, anche lui a suo tempo maledetto da Elton John e giunto in queste ore a scusarsi affidando l’abiura alle pagine di Vogue e precisando che non voleva «offendere nessuno». Le “cattivissime” affermazioni dello stilista le ricordiamo tutti – «Non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre» (Panorama, Anno LIII – n.11 (2547), 18.03.2015, p. 60), osò dire –, e così dopo cinque mesi, tardivo ma chiaro, il suo pentimento è arrivato.
Il punto è che Luigi Brugnaro, per i gendarmi del Pensiero Unico, per certi versi è perfino peggio dell’adesso redento Dolce: perché sindaco di una città fra le più belle del pianeta e perché, dicevamo, si è smarcato coi fatti e coi provvedimenti infischiandosene, non appena ha potuto, della giostra arcobaleno. Del resto, il fatto che si sia mosso, ruggendo forte e chiaro, un pezzo da novanta come Elton John – servilmente presentato al Tg1 serale come «papà di due figli avuti dal compagno David» (dunque gli uomini partoriscono: questa sì che è una notizia!) – è indicativo di quanto un certo mondo a prima vista tutto baci e abbracci tema il dissenso di una realtà istituzionale nella quale, anche in Italia, fra politici e magistrati ha pedine potentissime.
Chi quindi pensa che il sindaco di Venezia combatta su questo una battaglia giusta farebbe bene a dirlo, a scriverlo, ad urlarlo forte prima che l’uomo non si senta solo e non alzi, pure lui, bandiera bianca. Occorre ricordare a Brugnaro che le sue posizioni saranno pure da «bifolco e bigotto», ma sono genuino pensiero di popolo – il caro vecchio buon senso – e non pallino di club come quello portati avanti dalla consigliera progressista che la scorsa legislatura ha promosso la diffusione dei testi in salsa gender salvo poi, alle elezioni, non spingersi oltre un penoso 0,71%. Perché i cittadini italiani, di genitore 1 e genitore 2, famiglie multicolor e uteri affittati, non vogliono sentir parlare: è così, è una realtà che neppure i soldi di Elton John possono cambiare. Forza, dunque: siamo tutti bifolchi e bigotti, siamo tutti Brugnaro.
io non dubito affatto che, come scritto qui sopra, le posizioni di Brugnaro saranno pure da «bifolco e bigotto», ma sono genuino pensiero di popolo.
mi risulta infatti che il popolo italiano sia per ampia parte appunto bifolco e bigotto, ha il piu` alto indice di analfabetismo strutturale e l’indice di abitudine alla lettura della popolazione piu` basso in Europa, solo per usare uno dei tanti indicatori pssobili (ma ci sta anche quello del numero dei laureati, per dire).
quanto al bigotto, siamo o non siamo la capitale del cattolicesimo bigotto alla Padre Pio, vero eore nazionale?
Quanto all’essere bifolchi, nessuno batte il popolo inglese. Un popolo che ben figura solo perché tutti gli standard di valutazione della cultura sono stati da loro elaborati. Ad esempio sarebbero un popolo colto perché leggono giornali: sì, ma soprattutto tabloid, ossia giornalacci che spiano ogni starnuto della famiglia reale e ogni minima tresca, mostrando tra l’altro un livello di moralismo abbastanza inquietante.
Ma se chiedi a uno studente medio inglese dove è l’Albania, ti indicherà il sud America.
Quanto poi alla bigotteria, è un termine che va correttamente tradotto. Ci vuole il dizionario italiano-laicistese. In laicistese “bigotto” vuol dire “cattolico”, dato che qualunque manifestazione di fede, specie se contro corrente, è in sé da condannare con un vocabolo che di per sé non indica niente.
Quindi il popolo italiano è un popolo cattolico? Magari lo fosse davvero. Vedremmo meno disuguaglianza e più rispetto per la vita.
non credo che il cattolicesimo, e a maggior ragione il cristianesimo, sia necessariamente bigotto.
ma certamente, a mio giudizio lo è la venerazione di padre Pio, così ampiamente diffusa in questo paese.
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e quanto a bigotteria, molti paesi ci battono di gran lunga, evidentemente, ad esempio alcuni islamici, anche se con un bigottismo diverso.
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sulla maleducazione o sull’ignoranza degli inglesi in genere non mi pronuncio, per mancanza di conoscenza diretta; saranno bifolchi o più o meno degli italiani? ecco un bel dilemma.
mi pronuncio invece sulla bifolcheria degli italiani, che purtroppo conosco benissimo, e mi pare difficile da battere, almeno nell’Europa civile, avendo potuto fare il confronto con la realtà di altri paesi.
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contesto poi decisamente che cattolicesimo sia sinonimo di lotta alla disuguaglianza (affermazione dal sapore decisamente ereticale) e di rispetto per la vita (sempre che per vita non si intenda quella biologica nel’accezione datale da Woityla).
grazie comunque per la civilissima risposta.
sarà per questo che la sinistra è al governo? e sarà per questo la sinistra sta cercando di imporre un modello sociale degli acculturati anglosassoni? se l’esempio massimo della cultura è elton (il minuscolo è voluto), preferisco di granlunga l’analfabeta italiano.
chiedo scusa, ma non vedo il nesso.
la sinistra e` al governo, senza essere affatto maggioranza nel paese, soltanto per la scellerata ed incostituzionale legge elettorale cde Berlusconi aveva fatto per se` e che gli si e` ritorta contro…
non mi risulta neppure che la sinistra stia davvero facendo nulla per sottrarre lo stile di vita di questo apese civilmente arretrato in Europa ai condizionamenti clericali e bigotti.
Elton chi?
Scusa ma la tua è la classica posizione da italiano medio esterofilo, convinto che l’ erba del vicino sia sempre più verde. E’ vero che tanti italiani son bifolchi, ma come ti è già stato fatto notare, esistono popoli ancor più bifolchi.
Idem per quanto riguarda i bigotti, non fosse altro per il fatto che non esiste solo l’ Europa dell’ ovest ma anche quella dell’ est, per non parlare del resto del mondo, che è ben peggiore dell’ Italia.
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ps: questi discorsi son comuni tra moltissimi italiani, specie se di sesso maschile, anche per quanto riguarda la questione della corruzione.
Ora, che l’ Italia sia un Paese corrotto è fuori discussione, ma come è vero che ce ne sono di meno corrotti (Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia su tutti), è altrettanto vero che la gran parte dei paesi del pianeta Terra è ancor più corrotta: Somalia e Corea del Nord su tutti; ma si potrebbe citare anche l’Afghanistan, la Libia, nonché una caterva di paesi asiatici e sudamericani.
Ah, dimenticavo: pure una caterva di paesi africani.
In confronto l’ Italia è un paradiso.
ovviamente ognuno ha il diritto di scegliersi i termini di paragone che preferisce: se a te va bene l’Africa, per dire che noi siamo meglio, buon per te. io comunque specificherei meglio perche` magari va a finire che troviamo anche qualche paese africano piu` civile di noi. e personalmente preferisco cercare di assomigliare a chi e` meno corrotto di noi che consolarni guardando a chi sta peggio.
io non sono il tipico italiano esterofilo, sono una persona che ha vissuto e lavorato all’estero per alcuni anni e dunque parlo a ragion veduta; guarda caso, non ho ancora trovato UNA SOLA persona che abbia condiviso questa esperienza, nel paese in cui sono stato io o in altri del mondo civile, e che non condivida i miei giudizi.
guarda caso questi giudizi sono invece sempre rifiutati da chi non ha mai messo il naso fuori dall’Italia o al massimo per andare in qialche centro vacanze…
si chiamano contemplatori del proprio ombelico e guai a chi cerca di togliergli il paraocchi. 🙂
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L’ha ribloggato su Beppe Bortoloso M.I..
Elton John é britannico, ed essendo la Gran Bretagna l’emblema del degrado etico-morale dell’Europa, le sue invettive contro chi si oppone all’ideologia omosessista, come in questo caso il sindaco di Venezia, non devono affatto sorprenderci.
E comunque, Elton John abbia rispetto per chi la pensa diversamente: lui la pensa in una certa maniera, che a noi può sembrare distorta e contronatura? Liberissimo di farlo, nessuno glielo vieta, ma non rompa le scatole a chi invece non la pensa alla sua stessa maniera.
Forte e chiaro: JE SUIS BRUGNARO
C’è un rigurgito inquietante di razzismo, nei modi e nelle espressioni con cui una massa diversamente “bifolca” – che si reputa superiore essendo culturalmente imbeccata dall’ élite dominante progressista – cerca di imporre il marchio dell’arretratezza e della primitività a chiunque abbia un pensiero divergente, o a chi, come nel caso di persone con responsabilità collettive come il dottor Brugnaro, ritenga suo dovere non impegnarsi nella propaganda di un qualcosa di molto controverso, come l’ideologia gender.
C’è da sperare che molti seguano l’esempio del sindaco di Venezia.
Povero Elton John, non si può dire che questa notizia li fa bruciare il c…..o tanto ormai ci è abituato.
Se Elton John avesse impugnato un Kalashnikov e avesse massacrato il sindaco di Venezia con la sua giunta, allora il titolo di questo post sarebbe stato adeguato; ma così non è e questo titolo risulta ridicolo e ripugnante…
Oramai evito di commentare perché il dialogo e il confronto non si possono certo avere qui.
La ripugnanza dell’autore dell’articolo verso qualsiasi tematica omosessuale risulta evidente da come vengono modificati i fatti raccontati. Sembra che solo chi crede può decidere per gli altri e che chi non crede risulti essere -come individuo- completamente sbagliato. Pensieri non proprio illuminati, come certe considerazioni su realtà familiari che esistono già, a prescindere dal vostro riconoscersi come il sindaco di Venezia (il paragone con Charlie è vergognoso).
Gentile Marco, non le pare di esagerare?
Provi a rovesciare le cose. Immagini qualcosa di fantasioso, tipo il sindaco Pinco “laico e illuminato” offeso e ridicolizzato per le sue iniziative dalla grande pop-star Pallino, noto conservatore-tradizionalista che fa impazzire i social network…
Dica la verità, lo firmerebbe anche lei un post titolato “je suis Pinco”, o mi sbaglio?
No, non sono certo io quello che esagera qui.
Per Marco: Che c’entra chi crede e chi non crede? Non è questione di fede, ma solo di buon senso da usare per le generazioni future.
Per favore descriva quel che è stato modificato, rispetto ai fatti reali, nell’articolo.
Non ne sento il bisogno. Chi vuole informarsi su come stanno le cose (anche in merito ai libri vietati) puo’ farlo in modo indipendente. Gli altri possono continuare a credere a quello che c’è scritto qui. Arrivederci!
Per quello che so, il pensiero di Brugnaro nel caso di cui sopra non mi sembra ne’ bifolco ne’ bigotto.
P.S. Sono all’estero da 10 anni come ricercatore (Regno Unito ed USA) e conosco persone che la pensano come me.
Anche io come Max sono fuori Italia gia’ da anni (in particolare in UK) e devo dire che condivido il suo commento al 101%.
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Qui non si è trattato di “vietare” libri (peraltro carini, ben illustrati) o discriminare persone, ma di impedire la somministrazione a bambini in sedi pubbliche di testi impregnati di propaganda gender e omosessualista.
Sono d’accordo sig. Antonio, non si tratta di fare un caso personale, il fatto sconcertante è che per rendere accettate le proprie “differenze” dalla natura umana si cerchi di insistere affinché gli altri siano d’accordo e ammettano cose che magari non condividono in pieno o affatto.
Se una persona vuole vivere la sua diversa sessualità lo faccia pure, non è una novità, ma pretendere con proclami o manifestazioni o spingendo a livello politico il fatto che una sessualità diversa dalla naturale sia una cosa da insegnare nelle scuole è molto distruttivo e diseducativo. Il genere Umano è ancora in piedi e fa fatica a sopravvivere se persone come Elton cercano di distruggerlo solo per dimostrare che hanno ragione !
Scimmiottare “Je Suis Charlie” per Brugnaro è una cosa che non capisco. Quello slogan francese era un modo di dire “sono contro la censura” di qualsiasi tipo (religiosa, politica, ecc…) La critica al sindaco di Venezia, cominciata molto prima che il baronetto inglese la riportatte alla ribalta, era riferita proprio alla censura che il nostro aveva fatto ai libri delle biblioteche. Ci si chiedeva se un sindaco di una città avesse il diritto (e la competenza) o meno di scegliere cosa far leggere e cosa no agli studenti della propria città. Davvero, non è questione di gender o non gender, è questione di chi può fare e deve fare cosa. E’ questione di restituire alla Scuola quella dignità e quell’importanza che gli ultimi 20-30 anni hanno progressivamente eroso e sminuito. Ricordiamoci che la Scuola rappresenta per molti bambini la più importante agenzia educativa, se non l’unica. Poi certo, ognuno di noi può insegnare al proprio figlio che esiste un Dio che ci salverà tutti, che Mussolini è stato un salvatore della patria, che il Comunismo è l’unica struttura della società equa e giusta o ancora che le scie chimiche ci uccideranno tutti. Ma se siamo a favore del miglioramento della specie, dovremmo ammettere che ci sarà sempre qualcuno di più qualificato di noi ad insegnare le cose ai nostri figli.
“Ma se siamo a favore del miglioramento della specie, dovremmo ammettere che ci sarà sempre qualcuno di più qualificato di noi ad insegnare le cose ai nostri figli.”
Questo e’ giustissimo, solo che bisogna anche riconoscere che quelli che attualmente sono stati messi nelle scuole a (dis)educare i giovani di competenza ne hanno meno dei giovani stessi (si vede molto piu’ che abbondantemente sia dai risultati sia dai libretti ideologici trattati in questo caso che insegnano ai ragazzi a distaccarsi completamente dalla realta’).
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