«Il referendum irlandese è una sconfitta per l’umanità. Sono rimasto molto triste per il risultato, la Chiesa deve rafforzare il suo impegno per evangelizzare». Lo ha detto Pietro Parolin, il cardinale Segretario di Stato, e a tanti sembrerà di essere tornati al Medioevo. In effetti, dopo che l’arcivescovo di Dublino, commentando il sì irlandese alle nozze gay, aveva invitato la Chiesa che dovrebbe servire a «fare i conti con la realtà», quasi fosse un partito politico, e dopo che nientemeno che l’Osservatore Romano, in riferimento allo stesso fatto, aveva incredibilmente parlato di «sfida per la Chiesa», qualcuno poteva immaginare che la dottrina cattolica su matrimonio e sessualità fosse ad un passo dal pensionamento. E invece.
Quello di un pensiero non cattolico all’interno della Chiesa, e non solo in tema di morale, non è un problema nuovo. Com’è noto, già Paolo VI, nel 1977 denunciava come «all’interno del cattolicesimo» sembri «talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte». Tuttavia – aggiungeva il Papa – questo pensiero «non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa». Dopo le dichiarazioni di ieri, aspettiamoci dunque un rogo mediatico per Parolin. Aspettiamoci toni duri contro quest’uomo scelto proprio da Papa Francesco, il pontefice delle “aperture” annunciate che poi, di fatto, non arrivano mai. Aspettiamoci tutta l’indignazione possibile, ma sia chiaro che Parolin parla da cattolico.
Sono quindi tutti coloro che vogliono una Chiesa a loro immagine e somiglianza, che credono in trasformazioni che dovrebbero prevalere su una tradizione bimillenaria, a doversi fare qualche domanda. Forse la Chiesa che hanno in mente – per quanto celebrata dai mass media – semplicemente non esiste, è una loro invenzione. Forse la paura di rimanere fedeli ad una dottrina che non sarà mai di moda è divenuta tentazione di seguirla, la moda, spacciandola pure per nuova dottrina. Forse qualcuno si è dimenticato che Gesù con il consenso popolare non aveva grande feeling, dato che non è riuscito neppure a farsi preferire ad un brigante omicida come Barabba. Sia come sia, una cosa – insistiamo – deve rimanere chiara: a dire che «il referendum irlandese è una sconfitta per l’umanità» non è solo Parolin, ma tutto il pensiero cattolico degno di questo nome.

Mi permetto di riprendere qui il titolo dell’articolo citato da L’Osservatore Romano, come positivo e in linea con quanto dichiarato dal card. Parolin.
Il fare mio, interiorizzare il titolo: “una sfida alla Chiesa” ha aperto queste domande:
* come tenere insieme il sesto comandamento (non tradire l’immagine di Dio che sei nel tuo corpo, perciò no rapporti omosessuali perchè contro natura) con il decimo, non invidiare, non insidiare (e ultimamente non giudicare, come ha detto il Santo padre) le relazioni significative ( ….anche solo per lui?) di tuo fratello?
Questa è la sfida, vera profonda che chiede un cambiamento, a partire da “io”, nel rimasticare, nel “cibarmi”(!!!!) dei 10 Comandamenti.
Quello che è venuto fuori dal mio lavoro personale a riguardo, nel giudizio netto di un “no” a qualsiasi tipo di accettazione sociale/di legislazione a qualsivoglia legame omosessuale, è quello di valorizzare maggiormente, anche a livello legislativo, il rispetto della libertà personale, (no di relazione codificata da qualsivoglia legge!), ma di assoluto rispetto a qualsivoglia legame, a partire dalla persona e dalla persona (no”persone”, resta e va rispettata la singola persona, no la relazione tra una persona e l’altra), aprendo e codificando al massimo il diritto del singolo.
*Come sarebbe possibile però, questo rispetto ai diritti del singolo, quando allo stesso (generico!) singolo uomo, con le nostre leggi, oggi non garantiamo il diritto alla vita?
MRP
10,100,1000 Parolin! Ma dove sono gli altri?l.
Già, ma dove sono gli altri??????? Tutto qui? Un po’ pochino…….
Non sto certo ad insegnare il mestiere a Parolin. Inoltre, si puo’ criticare una scelta quando la si crede sbagliata. Pero’, forse, Parolin avrebbe potuto pensare ad una frase che pure mantenendo il significato negativo evitasse un tono cosi’ apocalittico. Il mondo gia’ ci fa oggetto di scherno e ci sta; ha schernito Gesu’ e continuerà a farlo con noi. Ma cercarsi altro scherno non e’ il caso.