L’aspetto più interessante – ed inquietante – della vicenda di Daniza, l’orsa che in Trentino ha aggredito un cercatore di funghi ed adesso “ricercata” per la cattura, è la ragione principale che spinge il cosiddetto popolo del web ad opporvisi, ossia il fatto che l’animale in questione abbia dei cuccioli. Sarebbe dunque una crudeltà, secondo molti, privare i cuccioli della loro madre. A parte che pure la vittima dell’aggressione ha dei figli, la protesta collettiva a favore dei cuccioli dell’orsa è davvero interessante ed inquietante.
Interessante perché conferma che, nonostante i mille tentativi del Pensiero Unico di convincerci che basta l’ammore e chiunque può crescere bene ovunque, la centralità del legame familiare per eccellenza rimane ancora avvertita come intangibile: coi tempi che corrono, non è poco. L’aspetto inquietante, invece, è che ci si mobiliti per i cuccioli d’orsa e non per quelli d’uomo commissionati tramite utero in affitto e poi strappati a migliaia alle loro madri per soddisfare desideri altrui senza che nessuno, salvo una minoranza tacciata di oscurantismo (per maggiori informazioni chiedere a Mario Adinolfi), fiati.
Già possiamo immaginare l’obiezione al paragone: ma le donne che si prestano all’utero in affitto per poi separarsi dai figli partoriti sono d’accordo, la povera Daniza invece no. Ora, a parte che occorre un’ottima dose di fantasia – per non dire di ideologia – per credere possibile che, al di là di condizioni di estrema povertà, una donna arriverebbe ad affittare il proprio grembo, rimane comunque un fatto innegabile: i cuccioli sono sempre cuccioli e, giustamente, vogliono la mamma. Anche se più di qualcuno sembra non rendersene più conto, indignandosi solo se di mezzo ci sono plantigradi.
Il paradosso è proprio quello: gli uomini possono scegliere (quindi l'”espropriazione” non è scandalo) gli animali no (quindi si assiste allo straccio di vesti: mai si è sentito di un animale che abbia dato il suo assenso).
Ma questo assurdo non dovrebbe piuttosto evidenziarci l’incalcolabile distanza uomo-animale?
E’ risaputo che le madri di alcune specie difendono i cuccioli ed è pericoloso avvicinarvisi (con il cinghiale sarebbe andata peggio, immagino), quindi quando ho letto la notizia mi son chiesta se il cercatore di funghi fosse ignaro della presenza dei cuccioli…del resto o sterilizziamo completamente l’ambiente o lo affrontiamo consapevoli dei rischi (l’orsa era stato appositamente reintrodotta). Mi pare abbastanza ovvio che ora non ci si possa rifare sull’orsa in questione, che del resto si è limitata alla difesa. Per questo ho firmato la petizione.
Trovo inquietante che sia paragonata alla maternità surrogata per due motivi:
vorrei pensare alla costruzione di un mondo migliore sia sul piano della famiglia e maternità umana sia sul piano ambientale;
penso che essere contrari allo svilimento della maternità sia una posizione così inattaccabile che alle volte difenderla non le rende merito.
…e pensare che osservando gli animali si impara a fare un certo tipo di discernimento tra ciò che è buono e ciò che non lo è, per vie naturali. Su un testo di anatomia e fisiologia ho letto una grande cavolata…l’autrice portava ad esempio alcuni comportamenti animali similmente omosessuali al fine di concludere (in un testo scientifico meramente descrittivo!) che l’etica cristiana è discriminante mentre la natura precede tranquillamente l’omosessualità. Evidentemente non sapeva che questi comportamento da parte di alcuni animali maschi tra di loro non sono accoppiamenti ma sono simulazioni in vista dell’incontro con l’esemplare femmina della loro specie. Oppure sono atti di dominanza per stabilire i ruoli tra maschi. Se davvero osservassimo le altre specie di mammiferi forse avremmo me idee più chiare su un qualche tipo di senso naturale delle cose. Un animale ha un istinto per il bene suo e della sua specie. Noi abbiamo istinto e ragione e arte e scienza. Ma eccoci confusi dall’ideologia di turno. Forse la povera Daniza ci avrebbe dato il buon esempio.