Lo spazio che la stampa nazionale dedica ora al caso del liceo Giulio Cesare di Roma non è casuale. No, non è casuale che – peraltro diversi giorni dopo che è stata annunciata – si sia preso a parlare della denuncia per «oscenità» e «corruzione di minori» che alcune associazioni, Giuristi per la Vita e Pro Vita Onlus, hanno depositato per la lettura in classe di un libro dai contenuti spinti, per così dire. Non è casuale, questo ritardo, perché corrisponde ad un disegno politico ben preciso: quello di far passare alcuni – queste associazioni – come degli inquisitori fuori dal tempo impauriti da un semplice libro, così viene detto, contro il bullismo e in difesa del rispetto delle persone al di là dell’identità sessuale. Si è cioè prima presa la notizia (quella della denuncia) per poi, stabilito come confezionare il racconto, rovesciarla addosso a coloro che non solo l’hanno scoperta, vale a dire le suddette associazioni, ma hanno fatto di tutto perché se ne parlasse. Un capolavoro di mistificazione.
Dato che però il libro in questione ha un titolo noto – Sei come sei, di Melania Mazzucco (Einaudi) –, e dato che (altra prova della malafede dei mass media che contano) praticamente nessuno spiega, forse per imbarazzo, il contenuto di questo testo, ve ne proponiamo un assaggio: «(…) Nessuno avrebbe mai sospettato che quel muscoloso, ruvido, stopper della squadra di calcio dell’oratorio (…) la notte si stancava la mano sulle foto di Jimi Hendrix, Valerij Borzov e Cassius Clay. Pure, benché sapesse che Mariani Andrea non soltanto lo avrebbe respinto ma anche tradito e sputtanato, un pomeriggio, quando dopo la partita indugiò nello spogliatoio e si ritrovò solo con lui, Giose decise di agire – indifferente alle conseguenze. Si inginocchiò, fingendo di cercare l’accappatoio nel borsone, e poi, con un guizzo fulmineo, con una disinvoltura di cui non si immaginava capace, ficcò la testa fra le gambe di Mariani e si infilò l’uccello in bocca. Aveva un odore penetrante di urina, e un sapore dolce. Invece di dargli un pugno in testa, Mariani lasciò fare. Giose lo inghiottì fino all’ultima goccia e sentì il suo sapore in gola per giorni. Il fatto si ripeté altre due volte, innalzandolo a livelli di beatitudine inaudita» (pp. 126-127).
Siamo sicuri che a qualcuno, dinnanzi a una così elevata qualità letteraria, sarà parso di leggere i Promessi Sposi, ma non è questo il punto. E il punto non è neppure, in realtà, stabilire se l’idea di proporre/imporre (non risulta che alle superiori siano gli studenti a scegliere cosa leggere a fini didattici) questo testo configuri i reati previsti e puniti dagli artt. 528 e 609 quinquies del Codice Penale, aggravati ex art. 61, primo comma, n.9 del medesimo Codice: ci penseranno i giudici a farlo. Il punto è che c’azzecca – direbbe il mitico Tonino Di Pietro – un resoconto così dettagliato, con tanto di poetica descrizione di «un odore penetrante di urina», di un atto sessuale con la prevenzione contro il bullismo e in difesa del rispetto delle persone al di là dell’identità sessuale. Il rispetto delle persone passa attraverso pagine come quelle sopra ricordate? Il rispetto verso le tendenze sessuali di qualcuno – quali che siano – si origina solo se degli atti sessuali di questo soggetto si raccontano dettagli specifici, quasi da cronaca in diretta? Si può avere qualche dato sull’efficacia in termini di contrasto alla violenza di pagine come quelle citate? Sono solo domande: nessun giudizio, quindi. Giudicate voi.
Giudicate voi
30 mercoledì Apr 2014
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Chi siamo noi per giudicare?
Caro Giuliano, non è ormai ora di dire chiaramente che così non va, con tanto di nome e cognome di chi sta distruggendo la Chiesa e spalancando porte e finestre alla corruzione dilagante, non la corruzione di tangentopoli, ma la corruzione del cuore?
Costituzione della Repubblica italiana
Art. 33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento
E se sono libere perché li deve decidere l’UNAR?
la lettura di testi in classe è autorizzata dal consiglio di classe. l’UNAR, chiunque esso sia, non vi svolge alcun ruolo.
Guardate che questo mondo laico ha una faccia tosta davvero incredibile. Stanno facendo una legge che vuole impedire di dire e insegnare a scuola (e sui media e ovunque) l’evidenza naturale che l’amore e la genitorialità si esprime in pienezza nella relazione complementare di un uomo e una donna, e ora tirano fuori l’art. 33 per mettere la mordaccia a chi critica queste scelte omopornografiche. Libertà di insegnamento a senso unico: io posso dire quello che mi pare, tu devi dire quello che mi pare.
C’è una evidente disproporzione tra il vostro linguaggio, pacato e civile, e quello delle vostre controparti accecate dal fanatismo, che non accetteranno mai di confrontarsi sul merito delle questioni, dei valori da voi chiamati in causa. Esse, barando, non faranno che mistificare e strumentalizzare ogni vostro atto, con un solo scopo: non certo contribuire alla discussione che voi in buona fede tentate di instaurare, bensì dimostrare una volta per tutte e inconfutabilmente che il loro interlocutore, cioè voi stessi, è un indegno, un mostro, un ridicolo arretrato, un depensante, un ottuso destroide. Ci troviamo di fronte a una battaglia durissima e, come in ogni battaglia, non vincerà il più saggio o il più intelligente, ma solo il più forte. Perciò un plauso all’iniziativa giudiziaria, nonostante la probabilità che sia boicottata da una magistratura spesso appiattita su posizioni “progressiste”, e una chiarificazione: certe forme di odio, com’è l’odio contro la famiglia, sono
continua: …certe forme di odio, qual’è l’odio contro la famiglia, sono battibili, quando tendono a diffondersi socialmente, solo con mezzi proporzionati alla loro potenza e capacità di diffusione. Non dunque, o non solo, con il linguaggio pacato da voi usato, con la critica e con la riflessione corretta e rispettosa dell’altro. Davanti a fenomeni così forti e pervasivi, ci vuole molto di più. Deponiamo una volta per tutte la paura di invocare chiari divieti, censure e punizioni rispetto a quell’incredibile gamma di comportamenti, che vanno dalla pubblica ostentazione dell’oscenità fino alla sua consacrazione scolastica, con cui i nemici della famiglia tentano, giorno dopo giorno e sempre più corrosivamente, di trasformare quest’ultima -il luogo della Maternità – in un fenomeno socialmente marginale, parificabile a qualsiasi altro modus di convivenza, magari anche a quelli labilmente basati sulla pura condivisione emotiva o sessuale.
Molti operatori scolastici, sia docenti che di altra risma, ormai non credono più che la scuola sia luogo di educazione morale e civile, ma per loro è ormai luogo di corruzione, soprattutto dei minori. L’anarchia, conseguentemente, regna sovrana ed ognuno crede di poter fare tutto ciò che vuole, confondendo la libertà con l’arbitrio personale. Le famiglie, secondo questi libertini, non hanno più ormai il diritto primario di educazione dei propri figli, ma una volta che i figli sono a scuola, questi figli sono ormai considerati “figli di altri”. Si tratta di un vero e proprio tradimento della civiltà umana e della nostra stessa costituzione. Anche questo è segno dell’imbarbarimento nel quale stiamo tutti precipitando.
Una volta i docenti erano primariamente educatori e, poi, anche lavoratori; ora, invece, credono di essere solo lavoratori.
Il ministero dell’istruzione, dal canto suo, sta a guardare e non sa cosa fare, in quanto anche al ministero ormai sussistono la baraonda e l’anarchia morale e civile: “Ahi, serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!” (Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, canto VI, vv. 76-78).
Leggendo l’articolo si rimane senza parole. Ci troviamo nel limbo della perdizione e dellìempietà e tutto finirà come è accaduto per Sodoma e Gomorra . I vulcni ce ne sono tanti i terremoti fenomeni naturali piuttosto frequenti. Perciò aspettiamoci l’ira di dio