Adesso è ufficiale: Simone de Beauvoir (1908-1986) aveva torto quando sosteneva che «donne non si nasce, lo si diventa» e che la donna sia un «prodotto intermedio tra il maschio e il castrato» elaborato dall’«insieme della storia e della civiltà». A sconfessare l’idea della celebre scrittrice francese – ed anche della teoria gender, che si sostanzia nella tesi secondo cui l’identità maschile o femminile di ognuno non sarebbe che un costrutto sociale e, come tale, potenzialmente alternativa al sesso biologico – è un recentissimo studio scientifico condotto da ricercatori della Universidad de Granada, della Universitat de Barcelona Pompeu Fabra e della Middlesex University di Londra (Cfr. Psychoneuroendocrinology, 2014; Vol.43:1-10).
Cosa si è scoperto con questa ricerca? Semplice: che l’intuito femminile – dote che, com’è noto, contraddistingue in modo inconfondibile il comportamento della donna rispetto a quello dell’uomo, e prima ancora del comportamento il modo di ragionare – si definisce già prima della nascita, sin dalla vita intrauterina. Se la donna, rispetto all’uomo, è maggiormente predisposta a comprendere al volo situazioni complesse e a sapersi meglio districare in situazioni difficili senza particolari difficoltà – secondo questo studio, effettuato considerando un campione di 632 studenti – lo si deve alla scarsa esposizione in fase prenatale del cervello femminile al testosterone, ormone che ‘instilla’ razionalità e capacità riflessive.
Il diverso modo di ragionare tra uomo e donna deriva dunque da differenze tra cervello maschile e femminile configurate dall’influenza degli ormoni sessuali, il testosterone per lui e gli estrogeni per lei, in modo graduale e già prima del parto. Dette differenze variano fra singoli individui rendendosi, in taluni confronti, pressoché minime, anche se è stato osservato in modo netto un diverso funzionamento del cervello, con le donne con migliori collegamenti tra le parti destra e sinistra, che presiedono alle capacità di tipo logico-matematico e alla creatività, mentre negli uomini le connessioni migliori sono tra la parte frontale e la parte posteriore, sedi delle aree dell’istinto e della ragione (Cfr. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2013; Vol.111(2):823–828).
Con questo, si badi, non s’intende in alcun modo incoraggiare una sorta di “determinismo biologico/ormonale” volto a negare che esista anche un ruolo ambientale e della società nella modulazione dell’identità maschile o femminile di ciascuno: si vuole invece smentire il “determinismo sociale” che sta alla base della teoria gender (anche se più che di teoria, a questo punto, parrebbe doveroso parlare di ideologia) e che, come ricordato, vuole l’essere uomo o donna riconducibile esclusivamente alle aspettative e alle convenzioni della società nei confronti di un individuo che per sfuggire ad esse non dovrebbe fare altro, secondo questa prospettiva, che scegliere – liberamente e non più sotto pressione alcuna – se essere/rimanere uomo, donna o cambiare, un po’ come si fa coi vestiti.
Ma la natura non è un prodotto della cultura come dimostrano, in aggiunta a quelle fisiche, le differenze innate fra uomo e donna. E l’esistenza della natura, dato che mette in crisi il paradigma gender e, più in generale, i presupposti ideologici di certo femminismo, spaventa. Non a caso nel mondo accademico vi sono ricercatori tacciati di sessismo o che hanno visto pubblicati a fatica i propri lavori per il semplice fatto che sconfessano l’ideologia dominante. Gloria Allred, avvocatessa americana impegnata sul fronte dei diritti civili e delle donne, ha dichiarato che gli studi sulle differenze sessuali sono «nocivi e pericolosi per la vita delle nostre figlie, per quella delle nostre madri». Pur di negare un’evidenza, cioè, la si bolla come “pericolosa”. Ma la verità non ha mai fatto male a nessuno mentre le menzogne, si sa, non hanno mai fatto del bene.
Ma guarda un po’ che la scienza arriva dove dovrebbe arrivare il buon senso… Grazie del tuo bel articolo!
Grazie a Te…buona giornata 🙂
È talmente evidente che a doverlo spiegare viene da piangere,è come mettersi a discutere se una sedia sia fatta per sedersi ……
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A questo siamo arrivati! Dover sostenere l’ovvio! Mah!
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A volte l’uomo si autolegittima a prevaricare persino su quanto emerge dagli studi citati un questo post. Facciano pure, ma poi ci saranno delle conseguenze. Io ai miei amici continuo a dire:- Ragazzi non credete che le differenze tra uomo e donna siano solo anatomiche, siamo diversi anche nell’approccio psicoaffettivo e nella elaborazione dell’informazione circa la realtà percepita -.
Ma siamo fatti gli uni per le altre ♥
Io essendo una ragazza, non vorrei vedere annullate le differenze tra me e il mio ragazzo. Né vorrei che lui fosse detto “in tutto come me solo che maschio”. Se io sarò mai una mamma, lui sarà un papà e i ruoli non sono interscambiabili…
Mi sembra un po riduttivo e fine a se stesso come articolo…citando uno dei neurologi e fondatore della “banca del cervello” Dick Swaab dal libro “noi siamo il nostro cervello” le cose non parrebbero così semplici… Nella notizia si citano estrogeni e testosterone, allora che dire dei loro antagonisti quando per fattori ambientali, fisici o farmacologici influiscono sull evolversi dell embrione già sessuato? Il cervello si sviluppa in una fase successiva ai gameti ed e’ per questo non siamo tutti uguali… E poi che dire allora degli intersessuali nati con entrambi i genitali? Io dico dovreste conoscere qualcuno di loro ed allargare un po i vostri orizzonti
Ottimo lavoro per ristabilire la verità