O ti occupi del centrodestra o del futuro. Sembra esservi una divisione incolmabile fra i lealisti e scissionisti, berlusconiani e alfaniani, fra coloro che vogliono allungare la vita parlamentare di Berlusconi e quelli che non vogliono la morte del governo Letta; una divisione che indirettamente – ma neanche troppo – favorisce il centrosinistra e soprattutto l’ascesa di Matteo Renzi. Da semplice osservatore, mi limito a tre brevi e spero utili considerazioni. La prima. La lite intestina al centrodestra nulla ha, in realtà, di politico e molto di personalistico: sulla bilancia, checché se ne dica, non vi infatti sono due idee opposte di partito, ma solo la consistenza numerica dei seguaci di Silvio Berlusconi e di Angelino Alfano, del leader storico e dell’(ormai ex) delfino. E questo, per chi crede al peso ideale e non solo elettorale dell’impegno politico, è già un fatto triste, per non dire di peggio.
Seconda considerazione. Probabilmente il centrodestra può fare a meno di Alfano, ma allo stesso modo – per ragioni anagrafiche, quanto meno – prima o poi dovrà fare a meno di Berlusconi. Sicché lealisti e scissionisti farebbero bene a capire che il maggior partito italiano – che non è il Pdl e neppure il Pd, bensì quello del non voto – per essere riconquistato, oltre che un leader, richiederà una credibilità che, per quanto la politica sia personalizzata, potrà derivare solo dal lavoro svolto e dai provvedimenti approvati. Il successo grillino e la radicale voglia di rinnovamento che lo ha determinato, in questo senso, avrebbero potuto insegnare qualcosa e, purtroppo, pare così non sia. Ultima considerazione: i cittadini. E’ difficile, quando si è dentro un meccanismo partitico, tenerlo a mente. Ma il fatto è che sono loro, i cittadini, a comandare. Loro premiano o puniscono, alle urne: solo loro. E per loro, alle prese più di tutti con la crisi, le liti domestiche in casa Pdl non sono un gran spettacolo.
Alfano, come Casini e Fini è caduto nella trappola del PD. Come è successo a Casini e Fini è stato consigliato loro, dal PD, di staccarsi da Berlusconi e prendere loro le redini dei moderati. Abbiamo visto come è andata sia con Casini che con Fini, questi due sono spariti e Berlusconi ancora è lì acclamato dal popolo azzurro. Anche per Alfano sarà così. Durante il primo governo Berlusconi, la Lega Nord addirittura per dar retta al PD fece cadere il governo Berlusconi ,promettendole il PD che con il governo di sinistra si poteva fare il programma della Lega Nord e non se ne fece niente. In seguito La Lega dichiarò pubblicamente di non tradire più Berlusconi, pentendosi. Casini e fini sono sulla stessa onda della Lega, vorrebbero riavvicinarsi a Berlusconi, ma il silenzio di Berlusconi se riammetterli è tutto nelle mani del suo elettorato che ancora non dimentica il voltafaccia di Casini e Fini frenando Berlusconi di perdonarli.
I cittadini ovvero noi, siamo stanchi della politica condotta in questo modo, questi teatrini rubano tempo al lavoro serio che in un momento come questo è urgentissimo. La deriva che sta prendendo la politica europea e la politica sociale non può essere arginata da questi politici corrotti.
Tantomeno da un vanesio e ambizioso come Renzi o da anziani che ormai stanno bene a casa loro.