Papa Francesco mette da parte ancestrali fissazioni moralistiche, apre alle donne che hanno abortito e – immancabilmente – ai gay. Infatti, andando oltre una concezione antiquata e centralistica della Chiesa e della dottrina – intervistato su “Civiltà Cattolica” – ha detto che «la Chiesa non è un cumulo di divieti, non è un centro di potere». Particolarmente toccante, poi l’apertura alle donne che hanno abortito: «Un pensiero speciale vorrei riservare a voi, donne che avete fatto ricorso all’aborto. Probabilmente la ferita nel vostro animo non s’è ancor rimarginata […] Non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza». Non meno belle le attenzioni ai gay, culminate in una decisa condanna all’omofobia, nell’invito a guardare le persone omosessuali «con rispetto» evitando nel modo più assoluto «ogni marchio di ingiusta discriminazione».
Ha ragione quindi il Corriere della Sera a parlare – come ha fatto ieri in prima pagina, con tanto di titolone – di «parole rivoluzionarie» da parte di Papa Bergoglio? No, per nulla. Infatti, a spiegare che la «la Chiesa non è un cumulo di divieti» è stato Benedetto XVI (settembre 2007), a rivolgersi alle donne che hanno abortito – addirittura in una Enciclica, testo che ha un valore un tantino superiore, con tutto il rispetto, di un’intervista a “Civiltà Cattolica” – fu il Beato Giovanni Paolo II (Evangelium Vitae, marzo 1995), mentre la citata condanna all’omofobia proviene nientemeno che dal Catechismo della Chiesa Cattolica (Cfr. CCC, n. 2358); della serie: più ufficiale di così, proprio non si può. Il dubbio che allora sorge è uno ed uno soltanto: volendo mettere da parte l’ipotesi della malafede, quanto ignoranti sono i giornalisti che (ormai da mesi) seguitano ad attribuire a Papa Francesco «parole rivoluzionarie»?

Caro Giuliano,
ho letto uno stralcio di un discorso di Papa Francesco che diceva così, non so se si tratti dell’intervista sopracitata, ” a una donna con un matrimonio fallito alle spalle e che ha anche abortito cosa dirà il sacerdote in confessionale?”
Sai dirmi cosa si nasconde dietro questa frase, un’apertura ad un livello diverso? Proprio un cambiamento di rotta?
Grazie
Ho riletto l’intervista a papa Francesco su Civiltà cattolica rilasciata a Spadaro, ho compreso che il papa vuole prima annunciare la salvezza che ci porta Cristo, la bellezza dell’incontro con Lui, poi la consapevolezza di questo incontro avrà impatto anche su temi morali che la sequela di Cristo comporta come risposta d’amore al suo amore.
Bellissimo articolo, Giuliano. Contro la falsa visione di una chiesa pronta a fare proibizionismo e a favore della verità e cioè che la vera chiesa è come “una madre” che vuole comprendere e non escludere, che denuncia il male ma ama i peccatori, che tutela ogni creatura del Padre.