Il rispetto e la libertà. Tutto, in democrazia, ruota attorno a questi princìpi complementari l’uno all’altro: c’è rispetto verso l’altro nella misura in cui gli si assicura la libertà, c’è libertà se si garantisce al prossimo il rispetto. Non può cioè esistere rispetto compiuto a libertà parziale, così come non è tale una libertà parzialmente rispettata. Premesse ovvie, si dirà. Purtroppo non è così dato che, se verrà approvato, il disegno di legge contro l’omofobia destabilizzerà l’equilibro e la complementarietà tra detti princìpi – il rispetto e la libertà -, dal momento che, rafforzando il rispetto di alcuni, limiterà la libertà di altri. Col conseguente cortocircuito logico per cui alcuni saranno ritenuti più uguali di altri. Chi sono gli “alcuni” e chi sono gli “altri”: i primi – legati da un’appartenenza sessuale – sono i cittadini di orientamento non eterosessuale, i secondi – accomunati da una convinzione morale – quelli, credenti e non credenti, persuasi del primato della famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna. Perché i secondi, se passasse la legge contro l’omofobia – legge curiosa, fra l’altro, per l’ottavo Paese al mondo per accettazione dell’omosessualità [1] – sarebbero meno uguali dei primi?
Semplice: perché sottolineando il primato della famiglia naturale, finirebbero interpreti – recita il testo del ddl – di «idee fondate sulla superiorità», e potrebbero quindi rischiare «la reclusione fino a un anno e sei mesi» (art. 2, comma 1, lettera a). Del resto è dialetticamente impossibile difendere il primato dell’istituto matrimoniale senza affermarne la «superiorità»; così come è impossibile negare l’equiparazione al matrimonio di altre formazioni affettive i cui componenti non sono eterosessuali prescindendo «dall’identità sessuale» di costoro. Il matrimonio infatti non viene negato alle coppie omosessuali in quanto s’immagina che i loro componenti non siano persone come le altre, non siano titolari di dignità o non abbiano il diritto di provare dei sentimenti: sarebbe effettivamente follia, crudeltà allo stato puro. Nessuno, o comunque certo non il cattolico, è autore di un pensiero simile [2]. Il matrimonio – che non è la certificazione di un affetto ma la pubblica assunzione di un impegno – è negato alle coppie omosessuali poiché queste sono aprioristicamente escluse dalla possibilità di ordinare la società e di assicurarne il futuro attraverso la generazione e l’educazione dei figli.
Si ribadirà che non tutte le coppie sposate hanno figli e che non tutti i figli nascono da coppie sposate: vero. Ma i figli, che del futuro della società sono la sola garanzia, hanno nella coppia sposata la massima garanzia di equilibrio e stabilità, e risentono molto dell’assenza di un padre o una madre [3]. Qui, a scanso di equivoci, urge una precisazione che magari apparirà scontata ma è doverosa. Dicendo che il matrimonio, istituto che pure etimologicamente rimanda alla genitorialità – da matris munus, il dovere della madre [4] -, merita tutela specifica in quanto luogo ideale per la nascita, l’educazione e la crescita dei figli non si pensa ingenuamente che tutti i figli cresciuti in coppie sposate siano felici, equilibrati e realizzati; si sostiene invece che in generale (e la legge a questo guarda: alla generalità, non certo al singolo caso) per un bambino è meglio avere accanto un padre e una madre, che non debbono essere necessariamente i suoi genitori biologici – sfatiamo così la tesi che, se negate agli omosessuali perché sterili, le nozze andrebbero negate anche agli eterosessuali non fertili – ma che con la loro presenza gli assicurano, componendo una sorta – dice Tommaso (1225-1274) – di «utero spirituale» [5], la stabilità di cui abbisogna per lo sviluppo.
Tornando a noi, se venisse approvata la legge contro l’omofobia, la convinzione morale che il matrimonio, per il bene dei figli e in definitiva del futuro della società, debba rimanere fra uomo e donna – convinzione che non vuole essere difesa se non dialetticamente – potrebbe essere perseguita penalmente in quanto espressiva di «idee fondate sulla superiorità» della famiglia, come tale oltraggiosa dell’«identità sessuale» di coloro che appartengono a coppie non eterosessuali. Il punto è proprio questo: quanti desiderano che il matrimonio resti com’è credono al primato della famiglia naturale, e cioè ad una sua «superiorità»! Dovranno dunque essere perseguiti tutti a meno che, qui sta il nocciolo del problema, non sceglieranno di tacere: per questo la legge contro l’omofobia è liberticida, perché dilatando oltremodo rispetto di alcuni – lo dicevamo all’inizio – comprime la libertà di altri, che peraltro non negano né vogliono sottrarre alle coppie conviventi anche omosessuali i tanti diritti di cui già godono [6]: chiedono solo che la famiglia naturale preservi il proprio primato.
Un primato, lo vogliamo ribadire nuovamente, che non solo non nega in alcun modo alle coppie di fatto – eterosessuali e non – alcun diritto, ma neppure pregiudica la doverosa lotta alle discriminazioni, da tempo saldamente incorporata nel nostro ordinamento, con tanto di previsione di apposite sanzioni [7]. Ultima nota conclusiva: com’è noto vi sono, a livello nazionale e internazionale [8], non pochi cittadini omosessuali anche conosciuti, che si sono pronunciati apertamente contro il matrimonio omosessuale: che ne sarà di loro? Potranno dire la loro pubblicamente o forse la legge contro l’omofobia potrebbe, per un incredibile paradosso, condurli all’arresto e alla detenzione? In teoria dovrebbe, in quanto pure costoro condividono «idee fondate sulla superiorità». Si svelerebbe così fino in fondo la sua natura di norma ingiusta anche se contrabbandata per buona e perfino per necessaria; di proposta contraddittoria – si propone la tutela tutte le discriminazioni sessuali ma parla solo di «contrasto all’omofobia e alla transfobia», dimenticando l’eterofobia [9] – finalizzata in realtà a preparare il terreno allo smantellamento dell’istituto matrimoniale.
In questo senso, la legge contro l’omofobia tradisce un sapore fortemente repressivo perché non aggiunge diritti effettivi ai cittadini omosessuali o transessuali, mentre ne toglie uno fondamentale, quello della «libera manifestazione del pensiero» [10], a coloro – eterosessuali o meno che siano – che credono nella famiglia. A coloro che, ribattendo a vecchi sterotipi e nuove minacce – prima fra tutte quella del divorzio breve, che in Spagna ha generato solo un aumento delle separazioni conflittuali [11] –, sono dell’avviso che difendere il matrimonio non solo equivalga a difendere la società, ma ne sia una necessaria premessa. Che fare in modo che ciascun bambino possa crescere con un padre e una madre non significhi negare diritti a nessuno ma solo evitare che ai bambini ne sia sottratto uno fondamentale. E che una società, per dirsi davvero democratica, debba contemperare i princìpi del rispetto e della libertà. Perché quando il rispetto per qualcuno vale più della libertà di un altro, non solo non c’è più vero rispetto e vera libertà, ma non c’è più neppure vera eguaglianza.
Se anche tu sei contrario alla legge contro l’omofobia, sottoscrivi questo appello: http://www.lanuovabq.it/it/sottoscrizioneCampagnaListaFirme.php
Note: [1] Cfr. AA.VV. (2013) The Global Divide on Homosexuality. Greater Acceptance in More Secular and Affluent Countries. «Pew Research Center»; 1-25; [2] Il cattolico è infatti tenuto a guardare le persone omosessuali «con rispetto» evitando nel modo più assoluto «ogni marchio di ingiusta discriminazione» Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2358; [3]Cfr. Parke M. (2003) Are Married Parents Really Better for Children? What Research Says About the Effects of Family Structure on Child Well-Being. «Center for Law and Social Policy». Brief n.3; Nelson S. – Clark R.L. – Acs G. (2001) How Teenagers Fare in Cohabitating Couple and Blended Families.«New Federalism: National Survey of America’s Families. B-31»; Hoffmann J.P. – Johnson R.A. (1998) A National Portrait of Family Structure and Adolescent Drug Use. «Journal of Marriage and Family»; Vol. 60 (3): 633-645; «Le moderne scienze psicologiche, psichiatriche e psicanalitiche – specifica anche Mazzotta – hanno dimostrato la necessità di offrire al bambino un modello genitoriale costituito da un individuo di sesso maschile e uno di sesso femminile, al fine di uno sviluppo equilibrato della personalità». Mazzotta V. (2004) Le relazioni omosessuali in Italia. «Nuova giurisprudenza civile commentata»; II, 192; Regnerus M. (2012) How different are the adult children of parents who have same-sex relationships? Findings from the New Family Structures Study.«Social Science Research»; Vol 41 (4):752–770; AA. VV. Two, one or no parents? (2013) «World Family Map Project», pp. 1-72; AA.VV. «Early Child Development and Care»; Vol. 183 (7); [4] Cfr. Carpin A. Il sacramento del matrimonio nella teologia medievale, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 1991, p. 38; [5] Cfr. S. Tommaso, Summa Theologiae, II, 2, q. 10, a. 12; [6] Cfr. Amato G. Unioni gay: hanno già tutti i diritti. «La Bussola Quotidiana», 30/4/2013; Agnoli F. M. Attacco alla famiglia. Pacs, unioni omosessuali, Dico, Fede&Cultura, Verona 2007, p. 17; [7] In aggiunta alla L. 25/6/1993 n. 20 contro i crimini d’odio, più nota come “Legge Mancino” , vige infatti il reato di ingiuria per chi lede l’onore di una persona (art. 594), la diffamazione (art. 595), la diffamazione per mezzo stampa (art. 596 bis) nonché l’aggravante comune per aver agito per motivi abietti o futili (art. 61); [8] Pensiamo, per stare ai casi più celebri del piano internazionale, al filosofo Richard Waghorne, all’opinionista Andrew Pierce, all’attore Rupert Everett, oppure ai componenti, in Francia, dell’associazione Homovox; [9] Cfr. Chaplin B. On Heterophobia, «Mens News Daily», 5/8/2004; [10] Ronco M. La legge contro l’omofobia è una violazione della libertà. «La Bussola Quotidiana», 9/7/2013; [11]Cfr. Evolución de la Conflictividad – Instituto de Política Familiar a partir de datos del CGPJ cit. in Instituto de Política Familiar. La Ruptura Familiar en España2012;1-25: 15
Il cattolico è tenuto a rispettare le persone omnosessuali ma non solo, anche le persone affette da altro tipo di diversità , ma ti assicuro che non tutti lo fanno e non tutti lo predicano neppure dalle sedi in cui me lo aspetterei. per il resto condivido le preoccupazioni: non bastano i pacs o i dico ? Adesso pure i figli vogliono. Allora io per non sentirnmi discriminato dovrei pretendere il brevetto di pilota d’aereo . Vado nel link , probabilmente firmerò la petizione .
si deve,purtroppo realizzare il cap.13 dell’apocailsse solo dopo il cuore immacolato di maria trionfera’ e se trionfera’ coraggio il tempo dell’anticristo finali dura poco il signore dira’ basta quando il catino sara’ colmo
non capisco il senso di scrivere sti pipponi kilometrici, dite semplicemente che siete bigotti omofobi, (benche’ non capisca tanto il senso di aprire un blog per vantarsene), non serve far finta di giustificare il tutto con ste flatulenze letterarie con tanto di bibliografia e chissa’ cos’altro. No? Non si sentiva il bisogno di nuovi mein kampf. Saluti.
Siamo in due: neppure io capisco il senso di commenti tanto superficiali.
La situaziine è molto grave non è spiegabile la fretta del gov. Letta di presentare una legge cosí poco importante in q.sto momento avrá ricevuto un ricatto dai poteri forti? Per risolvere i pproblemi italiani? 30 comandano il mondo contro gli interessi delle nazioni solo Putin si è opposto e pure Cameron è asservito Vincent
Caro sig. Guzzo, uno dei post più utili che abbia mai letto. Veramente grazie!
Edo
Grazie a lei, caro Edo, di cuore. Saluti.
Oltre a quello che già è stato scritto il questo articolo aggiungo che una legge ad hoc per gli omosessuali favorirebbe curiosamente l’omofobia. Questo perchè a mio giudizio, si verrebbe a creare involontariamente una sorta di casta di intoccabili dove basta un non nulla perchè scatti una sanzione penale: magari anche un offesa involotaria..E perchè non dovrebbe essere la stessa cosa se inveisco contro magari una donna dandole magari della “puttana”? E’ un esempio. O magari verso un uomo dandogli non del “frocio” ma magari del “puttaniere”?…Perchè l’aggravante dovrebbe essere esclusiva di persone che hanno attrazione per lo stesso sesso? Un altro problema che mi verrebbe in mente è sul piano lavorativo. Chi ci dice che tale legge non possa veir utilizzata a scopo d’assunzione? Magari una società potrebbe essere accusata di omofobia solo perchè non ha dipendenti omosessuali nel suo organico…e quindi magari si verrebbe costretta ad assumere personale in base all’orientamento sessuale. O magari in sede di colloquio essere accusati di non voler assumere tale persona per una questione di discriminazione sessuale. Io credo che questi sono solo piccoli esempi di possibili scenari che potrebbero veinirsi a creare se venisse approvata tale legge. Tutto questo porterebbe inevitabilmente nel tempo secondo me ad amplificare proprio il problema che in teoria si vorrebbe combattere: l’omofobia.
Non avevo considerato questo profilo, grazie molte, Daniele. Saluti.
si arriverà a controlli se un’azienda non ha dipendenti gay, si controlleranno i reclutamenti, se sono a norma di legge o no. istituiranno le quote gay (sulla scia delle assurde quote rosa) .
Mi fa molto strano che una intera masnada di pidocchiosi politici, zoticoni e zelanti rispettosi di “alcune” minori entità della società si ereggono paladini portando il vessillo della coniugazione tra persone dello stesso sesso.
Purtroppo la cultura disfattista proveniente da oltreoceano sin dagli inizi degli anni 60 (Woodstock fu un assaggio che fece breccia!) tendente a mirare i valori sociali europei coglie sempre consensi fra quegli strati della politica e di una certa parte intellettuale dei salotti, così detti buoni, per mimetismo puramente di convenienza. Ignavi direbbe Dante, nella realtà essi hanno scelto una società fondata sulla sterilità, sulla omologazione e sulla discriminazione. Chissà come saranno i figli degli omosessuali vista la tendenza ad avere un mondo omosessuale, saranno creati in provetta? Saranno il prodotto di incroci fra quelli che non accettano queste leggi estirpando loro i semi e gli ovuli per fecondare una specie omosessuale?
E’ non solo assurdo, ma credo, e non penso di sbagliare, sia anche anticostituzionale. Una legge del genere come minimo dovrebbe avere il consenso dell’intera popolazione, ma su certe leggi molti sanno fare melina molto bene.
Ma il problema, nella pratica, è esclusivamente di ordine economico e sopratutto per i maschi omosessuali.
Mentre il mondo (omosessuale) femminile ha la possibilità di procreare, quello maschile no!
I più ricchi potranno sottrarre i bimbi alle persone più povere (già accadeva in Italia nell’800 e agli inizi del 900 con ondate di pervertiti pedofili che invadevano la nostra penisola a caccia di bimbi) o acquistandoli nei mercati criminali dell’est europeo, dell’Africa e del medi-oriente, ma la stragrande maggioranza non ne avrà nessuna possibilità. Questa parte di maschi sarà esclusa dalla possibilità di avere dei figli, fatto salvo di non dare il seme ad una donna che si presti a fare da fattrice (possibile, ma rara). C’è poi il problema economico che non è sottovalutare.
Pensiamo alle pensioni di reversibilità ed al diritto di famiglia riguardante le successioni. Due punti sui quali la battaglia è ancora aperta. L’esempio dell’amico di Dalla in battaglia con i famigliari per un cospicuo patrimonio. Ma anche in questo caso la legge viene in aiuto alle coppie omosessuali: è sufficiente un atto notarile! Mentre cosa diversa sono le pensione di reversibilità che vedrebbe le casse dell’INPS, ancora una volta, diminuite per tutti quei vedovi omosessuali.
Nell’antica Roma l’omosessualità era una cosa comune e risaputa, molti poeti e imperatori lo erano e nessuno ne faceva un dramma. Nonostante questo seppero conquistare un mondo enorme per quei tempi, ma cosa ben più importante la jus romana è ancora oggi studiata in tutte le scuole, ma non vi è traccia di omosessualità. Era cosa privata!
Cosa diversa invece quanto accaduto in Usa nel plagiare un bimbo per trasformarlo in un omosessuale.
Perdona la lunghezza del commento.
Grazie mille per il commento, corposo ma interessante. Buona domenica!
Grazie a te per lo spazio, ma la mia non è una battaglia contro i gusti sessuali (purché non illegali) delle persone, ma sull’imposizione anacronistica che un gruppo, ristretto per la verità, di politici ed intellettuali vuole imporre alla maggioranza delle persone. Parlare di omofobia è una nuova moda pensata e studiata sin nei minimi dettagli si dagli anni 60. Basti pensare alle moltissime pellicole ineggianti all’omosessualità, ai film di Pasolini, di Visconti, ad alcune pellicole come “Il Vizzietto”.
o a quelle storiche come “San Sebastiano”, a molte rappresentazioni teatrali, alla moda, in cui la maggioranza degli stilisti fanno a gara per mostrare agli altri la loro tendenza. Senza dimenticare un autentico istrione come Busi. Certo che se visti sotto l’aspetto artistico sono certamente degni di nota e di attenzione, molto spesso i temi trattati nelle loro opere toccano corde spesso desuete per la massa, ma questa non è tanto solleticata al profondo quanto allo scabroso e chi produce questa arte non ha certamente l’intento di sensibilizzare i pensieri profondi dell’artista, ma più prosaicamente di far scoprire alcuni lati, spesso privati, della gente comune, così come delle personalità e di renderli comuni, come fatto di ogni giorno diffuso in tutti e tra tutti gli strati sociali.
Seppur vero questo aspetto, no va mai dimenticato che anche l’omosessuale i fglio di mamma e papà, senza i quali non sarebbe in grado, oggi, di manifestare per i suoi vantati diritti.
Intendiamoci! Non voglio sminuire le scelte di alcuni e nemmeno voglio che chi è omosessuale sia escluso dalla vita politica o sociale, ma nemmeno desidero che se ne faccia un can-can! Ogniuno nella sua vita privata è libero di scegliere ciò che meglio la fa stare con se stesso.
Sarò orgogliosa di andare in galera se questa legge passerà, la bocca non mela chiuderanno mai. Il bene non può rinnegare sé stesso. Ci saranno più oneri per l’ INPS, ma anche per le carceri non credo che staremo zitti in molti. Io non ho paura di dire la verità.
Il ragionamento del Dott. Guzzo, sotto il profilo astratto, è ineccepibile, ma inveritiero alla luce degli elementi di fatto che omette di esporre.
I cd. omofobi non si limitano a ritenere che l’unione omosessuale non possa essere equiparata alla famiglia (ciò lo pensano in molti, anche tra i militanti gay), ma che gli atti omosessuali siano contrari – non già alla morale, bensì nientemeno che – al DIRITTO (!!!) naturale e che, conseguentemente, la pubblica espressione della relazione omosessuale debba essere meno libera rispetto a quella eterosessuale.
E qui bisogna tornare all’interrogativo iniziale: chi nega rispetto e libertà?
Possiamo girare la frittata come vogliamo, ma la realtà del nostro Paese non mi pare che oggi registri una diffusione incontrollata di atti omofobi, nonostante i media facciano di tutto – si veda l’insistenza ripetuta, per esempio, sull’impegno contro l’omofobia del Liceo Socrate di Roma, bruciato però da studenti bocciati e non da intolleranti – per accreditare questo allarme. Saluti.
Atti di intolleranza contro l’omosessualità sono comunque statisticamente più frequenti di quelli contro l’eterosessualità: è questo l’aspetto incontrovertibile della questione.
Il problema si risolverebbe tranquillamente se coloro che vengono accusati di omofobia dichiarassero di rispettare la libertà omosessuale. Saluti.
Il punto è che tutti gli atti di intolleranza – tutti – sono già sanzionati: non c’è bisogno di nessuna nuova legge. In ogni caso, grazie dell’attenzione.
Rispetto per la persona sempre e comunque, se avessi un figlio o una figlia gay sarei lo dico senza giudizio un po’ dispiaciuta, però il mio amore di madre sarebbe forse anche più grande, perché immagino che è molto difficile vivere tale condizione accettarla, comprenderla. Ma comunque direi quello che penso come cattolica nella verità perché lo ritengo un mio dovere. Poi continuerei ad amare e rispettare mio/a figlio/a qualsiasi scelta dovesse fare nella sua vita. E questo è il mio atteggiamento anche verso le persone che non sono miei figli.
Concordo pienamente con Giuliano, tutti gli atti di intolleranza sono già sanzionati.
Occupiamoci dei problemi urgenti che affliggono questo paese. Giovani gay e non gay senza lavoro, malati gay e non gay senza una giusta assistenza, padri di famiglia che hanno perso il lavoro, poveri in aumento, bambini sfruttati e maltrattati, parlando con un carabiniere ho saputo che spesso sono impossibilitati a uscire per servizio per mancanza di benzina, che gli straordinari non vengono più pagati ma solo recuperati, che lo stato e le aziende statali non pagano le ditte private che hanno fatto lavori per loro, testimonianza personale: aspettiamo un pagamento da una grossa azienda statale da un anno e viviamo senza stipendio arrangiandoci nel frattempo. Che ne dite forse ci sono problemi un po’ più urgenti?
Quante famiglie stanno vivendo queste situazioni, famiglie con figli piccoli, figli grandi che stanno cecando occupazione, senza contare il danno morale e fisico che tutte queste preoccupazioni hanno sulle persone, questa non è violenza? Quale legge possiamo invocare per avere i soldi che ci spettano per sfamare le nostre famiglie. Non vado oltre.
Grazie caro Giuliano per darci questo spazio per poter parlare. Sei un ragazzo in gamba ti auguro di fare strada. In questo mondo c’è bisogno di persone come te che dicano la verità.