Non ho mai fumato e non ho alcuna intenzione di cominciare. Se vivessi a New York però un pensierino lo farei; non tanto per amore del tabacco, bensì per ribellione contro il sindaco, il miliardario Michael Bloomberg e la sua volontà di fare della Grande Mela la patria del salutismo mondiale e l’inferno dei fumatori; una lotta che il Nostro conduce con particolare ostinazione. Infatti, dopo l’ordinanza con cui ha stabilito che chiunque a Times Square, a Central Park, sulla High Line di Chelsea o sul lungomare di Brooklyn venga sorpreso con una sigaretta accesa – orrore! – rischia 50 dollari di multa, ora arriva un nuovo provvedimento che impone ai negozi di nascondere (!) sigarette ed altri prodotti al tabacco all’occhio del pubblico. Come se chi fuma fosse un appestato e le sigarette la peste.
Il paradosso è che lui, Bloomberg, da un lato contrasta il tabacco con la determinazione ferrea che abbiamo detto e, dall’altro, è favorevole alla depenalizzazione di quella cannabis il cui consumo – per essere brevi – incrementa il rischio di psicosi (Psychological Medicine 2011; 41(6):1301-1310), di crisi depressive (Can J Psychiatry 2010;55(3):165-71), di ammalarsi di cancro (Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 1999; 8:1071-1078), di avere problemi al cuore (Int J Cardiol 2007;118(2):141-4), ai reni (Morbidity and Mortality Weekly Report 2013, 62(6);93-98) e ai polmoni come ne producono cinque sigarette (Thorax 2007; 62 (12):1058-1063). Perché quindi prendersela col tabacco ed aprire alla cannabis? In attesa di saperlo, mi convinco sempre di più che sì, anche se non ho mai fumato e non ho alcuna intenzione di cominciare, se vivessi a New York un pensierino lo farei. Anche più d’uno.
Bloomberg sta conducendo una campagna giustissima contro il tabacco e il tabagismo da anni, ottenendo davvero ottimi risultati. La posizione di Bloomberg rispetto alla cannabis è tutt’altro che permissiva. La proposta di legge che riporti nell’articolo riguarda solamente la depenalizzazione del possesso di meno di 15g di cannabis da “reato” (misdemeanor) a “violazione” (violation), evitando di sbattere in cella un ragazzino per aver tenuto in mano uno spinello e sporcargli la fedina penale. Ciò non significa certo che sarà permesso fare uso di marijuana liberamente!! Si verrà comunque arrestati e processati!
L’articolo su Thorax 2007 non dice affatto che la cannabis danneggia i polmoni come 5 sigarette. Dice al contrario “Macroscopic emphysema was detected in 1/75 (1.3%), 15/92 (16.3%), 17/91 (18.9%) and 0/81 subjects in the cannabis only, combined cannabis and tobacco, tobacco alone and non‐smoking groups, respectively.” Significa che il tabacco provoca enfisema sul 18.9% dei soggetti studiati mentre la cannabis è responsabile della stessa patologia per l’1.3% dei casi. Gli articoli scientifici non vanno solo citati, vanno LETTI.
Caro Dario, dice bene, gli studi vanno letti: “The dose equivalence of 1:2.5–5 between cannabis joints and tobacco cigarettes in causing airflow obstruction is of major public health significance”. Lo ha letto, vero? Capisce l’inglese? Se sì, saprà quindi che significa che nello studio in questione è stato calcolato che il danno causato da uno spinello equivale a quello che provoca la nicotina contenuta in un numero di sigarette che va da 2 due 5 cinque. Questo non nega – attenzione – che lo studio, lavorando su su 339 volontari, divisi in quattro categorie (i fumatori di cannabis, di tabacco, di entrambi, e i non fumatori), abbia rilevato i danni più gravi nei consumatori di tabacco o di entrambe le sostanze, che sono risultati affetti da enfisema polmonare, ma e’ stato dimostrato che anche l’apparato respiratorio di chi si limita agli spinelli subisce delle alterazioni, con sintomi quali l’affanno, la tosse, strette al petto e muco. Più la conclusione che le ho riportato e che lei, forse troppo affrettatamente, ha cercato di contestare o forse, semplicemente, non aveva letto. Grazie per l’attenzione!
Lo dico e lo ripeto. Anzi, aggiungo, vanno letti e compresi. Intanto non si parla di nicotina e THC ma di “sigarette” e “spinelli”, per cui gli effetti studiati sono dovuti all’atto dell’inalazione di un prodotto di combustione e non alla somministrazione di un’unica sostanza. Questo dettaglio è talmente rilevante che gli autori stessi dell’articolo citato ci tengono ad evidenziarlo subito dopo aver indicato il rapporto 1:2-5.
“This pattern is likely to relate to the different characteristics of the cannabis joint and the way in which it is smoked. Cannabis is usually smoked without a filter and to a shorter butt length, and the smoke is a higher temperature. Furthermore, cannabis smokers inhale more deeply, hold their breath for longer and perform the Valsalva manoeuvre at maximal breath hold.”
Un altro dettaglio molto rilevante su cui dovrebbe riflettere è che nella fase di reclutamento dei soggetti si sono dovuti stabilire dei parametri che definissero un fumatore “abituale”.
“A joint‐year of cannabis was defined as smoking one joint per day for 1 year and a pack‐year of tobacco was equivalent to smoking 20 tobacco cigarettes per day for 1 year.”
In sostanza uno spinello provoca il deposito di catrame e l’apporto di monossido di carbonio pari a quello di 2-5 sigarette, ma il fumatore di sigarette ne fuma 20 al giorno immettendo mediamente dalle 4 alle 10 volte più catrame e monossido di chi consuma cannabis.
La conclusione che io ho contestato è “Il consumo di cannabis incrementa il rischio di avere problemi ai polmoni come ne producono 5 sigarette”. Ha detto di voler “essere breve” ma la troppa sintesi ha traviato i contenuti.
Detto questo, lungi da me dall’essere un sostenitore del fumo, da tabacco, cannabis o qualsiasi altra sostanza. Non lo sono mai stato e non credo lo sarò mai. Ma tornando all’articolo su questo blog, ritengo molto forzato l’attacco mosso nel confronti di Bloomberg che ha invece giustamente contrastato e contenuto il fenomeno del tabagismo a New York e che mai si è pronunciato a favore della cannabis.
La ringrazio per la precisazione, che però nulla toglie a quanto ho scritto e confermato da lei stesso: “Uno spinello provoca il deposito di catrame e l’apporto di monossido di carbonio pari a quello di 2-5 sigarette”. Punto. Non ho scritto nulla di diverso, semmai – e me ne scuso – sono stato impreciso nel riportare una conclusione che comunque non mi pare banale e, soprattutto, nota ai più. Cordiali saluti.
Quello che ho scritto io è ben diverso da ciò che ha scritto lei nell’articolo e nel commento, ma sono contento di averle dato degli spunti per correggere il tiro delle sue conclusioni.
Rimango ancora col dubbio, però, che non sia a conoscenza della legislazione dello stato e della città di New York in merito al possesso di cannabis, visto il suo commento fuori luogo su Bloomberg.
E rimango anche un po’ basito leggendo la sua iperbole “Come se chi fuma fosse un appestato e le sigarette la peste.”. Per sua informazione negli ultimi 100 anni il fumo di sigaretta ha mietuto molte più vittime della peste.
La pensi come vuole. Saluti.