Martedì in via Verdi, davanti al Duomo, in pieno centro a Trento, si è consumata una rissa fra studenti. Anche se vivo a meno di cinquanta metri dal luogo degli scontri, non ho vi fortunatamente preso parte né vi ho assistito. Il punto è che ne sono uscito comunque bastonato. La mazzata, violentissima, mi è giunta dalla prima pagina de L’Adige di ieri, che riferiva di scontri «tra 50 ragazzi di destra e sociologi». Ho letto e non volevo crederci: no, ancora con questa storia? Ancora con l’idea – vecchiotta e superatissima – che un sociologo o è di sinistra o non è?
E Nisbet, Toniolo, McLuhan ed Aron, dove li mettiamo? Erano forse di rivoluzionari di sinistra? Non si direbbe. Eppure nessuno può negare che siano stati eccellenti sociologi, autori che a rileggerli ci guadagni sempre. Esattamente come nessuno nega che vi possano essere – e che vi siano, fra l’altro meno rari di quanto si pensi – studenti di sociologia “non di sinistra”, quando non apertamente di destra. Dunque cos’è questa storia delle botte fra «ragazzi di destra e sociologi»? Una banalizzazione giornalistica o una provocazione? Epifania di ignoranza o burla? Lo chiedo con sincera curiosità, da sociologo non di sinistra.
Ti sei chiesto come mai nel nostro paese, attualmente governato da una sinistra erede di un prestigioso PCI, (e con all’opposizione una destra partorita da un influente PSI) la forbice tra ricchi e poveri è troppo divaricata, gli stipendi dei politici sono i più alti del globo, ma soprattutto i salari dei lavoratori sono tra i più bassi dell’occidente?
O l’egualitarismo di sinistra è una favola o tutte le sinistre italiane si sono bevute il cervello!
In realtà la discriminante sociologica tra destra e sinistra non passa per l’asse eguaglianza/diseguaglianza ma è riconducibile a due ossessioni:
– la prima (il tormento della destra) è la fobia verso gli elementi percepiti come incompatibili con i modelli in uso nella società;
– la seconda (l’assillo della sinistra) è l’intolleranza nei confronti dei modelli che appaiono imposti dalla società.
BIASIMO INVERSO