Tutti possono essere buoni genitori, se due persone si amano che male c’è, l’amore è amore, spesso è proprio nelle cosiddette famiglie tradizionali che si verificano le peggiori nefandezze: grazie, ma le banalità pro-adozioni gay, ossia l’assegnazione di uno o più bambini ad una famiglia omoparentale, le abbiamo già presenti. Ciò che non è per nulla chiaro, invece, è per quale ragione dovrebbero essere legittime e magari sostenute queste adozioni.

Infatti, nessuno dei 59 studi che l’American Psychological Association ha raccolto per sdoganare le famiglie gay effettua «una comparazione tra un vasto, casuale e rappresentativo campione di genitori gay o lesbiche insieme ai loro figli con un campione vasto, casuale e rappresentativo di genitori sposati con i loro figli» (Cfr. «Social Science Research» 2012, 41 (4): 735–751). Tradotto: ricerche che dimostrino che crescere con due mamme o due papà non comporti rischi importanti – a meno che per ricerche non si considerino analisi svolte su campioni ridicoli e senza adeguate comparazioni –  non ce ne sono.

Mentre c’è, ed è innegabile, un’evidenza: assegnare un minore a due mamme o due papà significa de facto metterlo in condizione di crescere con addosso un interrogativo, in ogni caso, pesante come un macigno: che cos’è una mamma/ che cos’è un papà? E’ giusto? Quale buona ragione può giustificare una privazione – questo è il punto – determinata non già dal corso degli eventi ma da una precisa scelta istituzionale? Un conto, infatti, è un genitore defunto o scomparso o fuggito, e un altro è un genitore che qualcuno – un tribunale, un Parlamento, uno Stato – ti ha impedito di avere affidandoti a due mamme o due papà. La differenza è totale.

Dunque la domanda è: per quale buona, anzi ottima ragione, vista la posta in gioco (l’educazione e la crescita di un bambino, scusate se è poco), dovrebbero essere legittimate le adozioni gay, quando fra l’altro ci sono tante, tantissime famiglie composte da un padre ed una madre che vorrebbero adottare, non fosse per una burocrazia indecente?  Per quale buona, anzi ottima ragione noi cittadini dovremmo avere il diritto di prendere un minore e dirgli: «Pensaci bene: puoi crescere senza papà o senza mamma. Scegli tu». Oppure, peggio ancora, scegliere noi al posto suo quale assenza sia migliore.