Nell’ultimo numero del settimanale L’Espresso, Roberto Saviano – scrittore non nuovo a prese di posizione a favore della legalizzazione delle droghe [1] – scrive che c’è «qualcosa di sbagliato nelle politiche unicamente repressive riguardo alle droghe […] se in tanti anni non c’è stato miglioramento» [2]. Di fronte a parole tanto perentorie, quasi sentenziose, verrebbe voglia di chiedere a Saviano su quali basi afferma questa tesi. Lo diciamo soprattutto perché a noi risulta il contrario, e cioè che qualche «miglioramento» nel contrasto al consumo di stupefacenti – fortunatamente – si sia verificato. E pure consistente. Lo riporta una fonte ufficiale, la Relazione sullo Stato Sanitario del Paese, che a proposito di cannabis, droga che il 22,4% degli italiani dichiara di aver provato almeno una volta, precisa quanto segue: «Per quanto riguarda l’andamento temporale dal 2008 del consumo delle sostanze nella popolazione generale […] è da rilevare una forte diminuzione nel consumo di cocaina, cannabis, stimolanti e allucinogeni, con un decremento oscillante dal 42,9% della cocaina al 56,5% della cannabis» [3]. Si tratta di numeri piuttosto chiari e confortanti, che difficilmente potrebbero essere liquidati sostenendo che «non c’è stato miglioramento». Di qui una domanda: ma quando scrive della necessità di legalizzare le droghe e di «politiche» che avrebbero fallito, Saviano sa di che sta parlando? Oppure scrive solo per il gusto di esprimere un’opinione? E’ un dubbio che resta.
[1http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/12/03/news/saviano_contro_il_narcotraffico_necessario_legalizzare_la_droga-26035308/;[2] http://espresso.repubblica.it/dettaglio/legalizziamo-la-marijuana/2185832; [3] Ministero della Salute. Direzione Generale del Sistema Informativo e Statistico Sanitario – Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2009-2010, p. 337
E questi sarebbero i nuovi “maestri” da seguire..quanta confusione