C’è un sottile filo rosso che collega l’approvazione di ieri del Consiglio Regionale della Lombardia di una mozione a favore della famiglia naturale, la parziale retromarcia della Francia sull’indottrinamento gender ed altre realtà in sorprendente controtendenza. E’ la disobbedienza. Il laico e determinato rifiuto, che le anima, ad accettare qualsiasi cosa, come per esempio che vi siano infiniti modelli di famiglia e che papà e mamma, quei due, siano un’ancestrale imposizione culturale anziché il diritto fondamentale di ogni bambino.
Dunque è possibile, signore e signori. L’avanzata del Pensiero Unico non è inarrestabile, può e deve essere arginata. Ora lo sappiamo e la pigrizia fino a ieri tollerata non lo è più. Certo, si tratta di segnali di ribellione ancora parziali e il duello non sarà facile anche perché l’ideologia dominante, questo festival permanente di soli diritti che unisce aule parlamentari e corti di giustizia, piazze e redazioni, è radicata ovunque, persino in parti non irrilevanti del mondo cattolico. E’ dunque fortissima – dicevamo – ma non invincibile. Se sfidata seriamente, inizia cioè a tremare.
Perché possono propagandare la novità, ma non dire che il Nuovo sia sempre il Meglio. Possono dichiarare la famiglia in crisi, ma non affermare che siccome è in crisi è un orrore. Possono giustamente denunciare l’intolleranza, ma non far credere che chiunque difenda le ragioni della famiglia sia un potenziale picchiatore di persone con tendenze sessuali diverse. Possono mentire – e lo fanno spesso e bene – ma la saggezza popolare non si chiama così a caso. E a casa mia – e non solo mia – le bugie hanno sempre, in fondo, le gambe corte.
contedduca1983 ha detto:
Una nuova Solidarnosc, il cristiano non deve usare armi, dove c’è un’ideologia basta semplicemente ribadire la realtà tutta.
Maria Rita Polita ha detto:
Sono pienamente in accordo con quanto scritto, mi permetto di sottolineare che la nostra azione nel corpo sociale, legittima, ferma ed evangelicamente astuta, non può prescindere dalla assunzione delle nostre responsabilità personali, a partire dal nostro diuturno dovere, fino a giungere a non demandare A NESSUNO, scuola compresa, il compito educativo, che dopo la generazione è il primo dovere che abbiamo verso i nostri figli, di cui l’educazione sessuale è punta di iceberg.
Esprimo così e qui (spero di non essere inopportuna) la mia perplessità rispetto a certe proposte in merito, attuate da realtà autorevoli, secondo cui esperto”buono” scaccia “esperto” cattivo. Non è così! E’ il “noi” in azione della coppia genitoriale (nei confronti dei figli ad essa affidati) l’ineliminabile inizio della riscossa ….e della vittoria (come compimento, non strategia). MRP