
«Un Mattarella bis sarebbe il massimo», così diceva il segretario del Pd, Enrico Letta, l’11 gennaio di quest’anno; e non – attenzione – a qualche suo confidente, ma al Corriere della Sera: apertamente. Basta riflettere su queste parole per porre il “romanzo Quirinale” dei giorni scorsi sotto un’altra luce: quella di una storia già scritta, in cui tanti personaggi sembravano giocare una parte quando, in realtà, il solo a giocarla veramente – come in un giallo – è stato uno soltanto: chi sembrava non averne una.
In effetti, è la linea di Enrico Letta e del Pd – partito di provenienza del Presidente – in questi giorni è stata molto chiara e, riesaminata ora, appare quasi impressionante nella sua nitidezza strategica. Per comprenderlo, basta riallineare ciò che i progressisti (in minoranza tra i grandi elettori) hanno fatto, e cioè:
- Non hanno proposto mai nessun nome (quelli di Riccardi, di Casini, di Cartabia e di Belloni più che proposte avevano oggettivamente – per lo scarso entusiasmo con cui venivano presentati e commentati – di diversivi);
- Hanno bocciato ogni proposta del centrodestra (inclusi nomi come quelli di altissimo profilo istituzionale, quali: Marcello Pera, ex Presidente del Senato, e di Maria Elisabetta Casellati, attuale Presidente del Senato);
- Hanno scongiurato il rischio dell’elezione di Casellati con i metodi più discutibili e spinti, arrivando ad impedire il voto dei loro grandi elettori (obbligandoli all’astensione ed esercitando su ciascuno, quindi, un controllo staliniano) e agitando lo spettro delle elezioni (cosa che può aver favorito l’entrata in scena dei franchi tiratori di Forza Italia, il partito che più nel centrodestra, oggi come oggi, ha da perdere dalle urne);
- Hanno allungato i tempi il più possibile, facendo salire il nervosismo nel centrodestra (che infatti esce da queste elezioni del Presidente della Repubblica non certo in un clima armonioso).
- Non avendo i numeri per poter eleggere un proprio uomo, hanno comunque tenuto una personalità di loro estrazione al Quirinale: in caso di vittoria del centrodestra alle prossime elezioni politiche, sarà comunque una garanzia di non poco conto.
Considerando quanto veniva dichiarato al Corriere della Sera – e questi passaggi – si può quindi desumere che arrivare al Mattarella bis, sia stato un piano perfetto, quindi? Apparentemente sì. Vincere una partita quando si è in minoranza – e per di più alleati con i 5Stelle, non esattamente la forza più lucida presente in Parlamento – merita senza dubbio il riconoscimento di una notevole intelligenza.
Come ogni piano, tuttavia, anche questo ha un punto debole: è stato attuato. Cosa significa? Vuol dire che il centrodestra, quando dovesse eleggere un «suo» presidente, adesso ha tra le mani un formidabile libretto delle istruzioni, firmato Enrico Letta, su come fare (pur non avendo i numeri) a “mantenere” il Quirinale a settennato finito, scenario davanti a cui le sinistre non potranno più battere ciglio, avendolo realizzato per ben due volte.
Insomma, i piani ben riusciti sono eccellenti quando li si applica. Ma rischiano di diventare dolorosi – e prima o poi è inevitabile accada – quando li si subisce. Anche per questo certi ambienti giornalistici, guarda caso affini al progressismo, ora dipingono il Mattarella bis come una «sconfitta della politica» quando invece, di fatto, è una vittoria brillante di una parte. Solo che, siccome svelare il trucco di cui ci è serviti non è mai carino, meglio far finta di niente.
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Personalmente credo che si sbagli a supporre che la destra (sempre che esista ancora) farà tesoro di questo insegnamento; anche perché ho ragione di credere che buona parte di FI e affini mirasse anch’essa alla conservazione dello status quo. D’altro canto Salvini si è dimostrato, per la seconda volta in una legislatura in cui la Lega avrebbe potuto fare la parte del leone, decisamente inadeguato e vittima dei suoi stessi errori; la Meloni, invece, ha tutto da guadagnare in termini elettorali stando all’opposizione per un altro anno di lacrime, sangue e mascherine, ulteriore motivo per ritenere la sua proposta politica poco credibile (forse uno specchietto per le allodole?)
In linea di massima, e mi dispiace dirlo, a sinistra sono abituati a certi giochetti e hanno tutte le armi a loro disposizione, a destra o li subiscono per incapacità o per sostanziale connivenza; lo so che possono sembrare i rantoli di un qualunquista, ma, da uomo di destra, non posso fare a meno di pensare che, maggioritario o no nel paese, il consevatorismo non riuscirà (sempre che ne abbia davvero l’intenzione) a impedire al programma già in buona parte realizzato dei mondialisti di realizzarsi. E allora sarà sangue e stridor di denti…
Se una parte politica pur essendo regolarmente maggioranza nel paese e alle elezioni, non riesce poi ad imporre la propria visione o la propria cultura allora vuol dire che non ne è capace. E se non ne è capace significa che la sua visione e la sua cultura è quella degli incapaci. E gli incapaci , qualsiasi idea abbiano , è meglio che non governino.
D’altra parte molti sondaggi , durante il governo Conte 2, in piena emergenza pandemica, hanno dimostrato che la maggioranza degli italiani si sentiva più tranquilla che al governo ci fosse la maggioranza PD-M5S che quella precedente (Lega M5S) o una di puro centrodestra. Perché tutti lo attaccano ma molti (anche a destra) pensano che sotto sotto il PD sia il partito più capace ed attendibile per i tempi duri. E non solo da oggi. Nessuno si fiderebbe di affrontare una vera emergenza con Meloni o Salvini come presidenti del Consiglio. E quando dico nessuno intendo anche a destra.
La qualità della dirigenza di centro destra ? La Casellati è una persona indegna , una che ha confermato che Berlusconi aveva parlato con Mubarak della nipote Ruby , che ha preso decine di voli di servizio per ragioni personali e che ha sostenuto la sua candidatura con centinaia di messaggini facendosi prendere per i fondelli da tutta Italia. Non è stata votata sopratutto dai suoi, ma anche se lo fosse stata non avrebbe avuto la maggioranza ne sulla carta ne nella realtà.
Le candidature di Pera e Nordio erano buttate lì solo per far scena, l unico serio era Nordio ed infatti non lo hanno veramente messo in campo (troppo onesto, hai visto mai lo eleggevano davvero !)
La destra in Italia cavalca solo la protesta, ma quanto a idee e’ economicamente la brutta copia delle idee socialiste stataliste e dal punto di vista delle battaglie civili è ferma agli 20.
Basta vedere che tra i referendum vuole abolire la legge Severino per consentire anche ai condannati per reati di corruzione di essere eletti in parlamento.
Tutte le battaglie di destra negli anni si sono sciolte come neve : la scuola privata? La sanità privata ? Ve li ricordate il buono scuola o il buono clinica? E i ministeri al nord ? E uscire dall’Europa e dall’euro ? Se non ci fosse stata l Europa a finanziare il nostro debito durante la pandemia ci saremmo ridotti all’elemosina. Per non parlare della Fiat Tax.
Eppure su queste proposte, mai veramente portate avanti, il centro destra ci ha vinto varie tornate elettorali andando a prendere i voti aggiuntivi di quel 20% di italiani che pensa con i mignoli, per poi però rimangiarsele regolarmente visto che sotto sotto manco a destra quelle cose le vuole davvero la maggioranza delle persone.
Le uniche proposte che ha attuato sono state quelle in cui lo stato pagava , il debito aumentava, alcuni cittadini guadagnavano e molti altri ci avrebbero poi rimesso ma senza rendersene troppo conto (tipo quota 100)
L unica cosa che unisce la destra è fare cartello per vincere le elezioni , fare proposte a costo generazioni future e a guadagno votanti attuali. Ed questa unità la troveranno anche il prossimo anno se non cambia la legge elettorale, per litigare fino a un minuto prima ma presentarsi uniti a guadagnare più seggi maggioritari possibili .
L’ha ripubblicato su Organone ha commentato:
#Vergognatevi