Sei anni fa aveva annunciato urbi et orbi di essere lesbica. Oggi invece l’attrice Ellen Page, presentandosi come Elliot, scrive sui social di considerarsi un soggetto trans «non binario», esigendo che nei suoi confronti vengano impiegati i pronomi «he/they», «lui/loro». Un annuncio fulmineamente ripreso da wikipedia, che ti cambia il sesso alla velocità che un chirurgo se la sogna, e che ha suscitato subito pure la velenosa ironia di Arcilesbica («tutto, pur di non essere donne»).

Ora, al di là di ogni commento, e col massimo rispetto per Ellen, per Elliot e per la loro scelta di andare a convivere scavalcando le convenzioni, è davvero difficile non scorgere in questa notizia una maldestra ricerca dei quindici minuti di warholiana memoria; anche perché uno mi deve spiegare, in questo disgraziato 2020, cosa può spingere una persona peraltro già molto nota a rivelare le proprie tendenze e percezioni. Insomma caro Elliot, come vuoi essere chiamato ora, il tuo è un déjà-vu. Sei solo un Gabriel Garko che ha voluto strafare.

Giuliano Guzzo