Il Fior di Fragola simbolo contro l’omofobia. Lo ha decretato Roberto Saviano oggi su facebook con un post in cui, rievocando i tempi andati, ha ricordato come le partite di calcio balilla, a Paestum, si concludessero con l’obbligo, per gli sconfitti, di papparsi un Fior di Fragola, «il gelato delle femmine», mentre ai vincitori andava toccava un Lemonissimo, «il gelato dei maschi». Una grave discriminazione, secondo l’autore di Gomorra, dato che «leccare il ghiacciolo rosa era da “ricchioni”. L’omofobia si sedimenta da quando sei bambino: gergo, punizioni, leggende». Ora, anche se sembrerà strano, sono sinceramente grato allo scrittore partenopeo per i pensieri espressi. Per almeno tre motivi.

Anzitutto perché, nel suo post, ha risparmiato l’accusa di apologia di fascismo al calcio balilla – in tempi di politicamente corretto, non era scontato -, e poi perché mi ha dato una grande notizia: io, indegno difensore della famiglia cosiddetta tradizionale, non sarò mai processato per omofobia nonostante le mie idee. Il motivo? Il Fior di Fragola, gelato proibito che confesso d’essermi gustato più volte quando ancora, per il fanciullo Saviano, farlo era un disonore. Anche se ignoravo il mio passato da militante Lgbt ante literram, adesso che ne sono al corrente chiedo quindi mi vengano riconosciuti i meriti che mi sono conquistato valorosamente sul campo, facendomi beffe dell’algida eteronormatività del Lemonissimo.

Una terza ragione di gratitudine verso l’analisi savianesca sta nel fatto che essa non coglie – consentendo a me di farlo – un aspetto decisivo, e cioè il fatto che la qualificazione femminile del Fior di Fragola e maschile del Lemonissimo, più che veicolare l’omofobia, contrastava la transfobia dato che sconfitta e vittoria toccavano a giorni alterni a ciascun bambino, esaltando così il genderfluid che alberga in ognuno. O forse, più probabilmente, queste sono – tutte quante – boiate imputabili al caldo torrido, e che sia Fior di Fragola, Lemonissimo o Cornetto, meglio ciascuno sia libero di gustarsi ciò che crede, senza la demenziale sessualizzazione dei gelati. Anche perché non credo sarei pronto per le implicazioni del Calippo.

Giuliano Guzzo

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