Violenta scossa di terremoto ieri a Milano. L’epicentro è stato individuato sotto la redazione del quotidiano La Repubblica, alla quale degli insegnanti di religione – evidentemente convinti di avere fra le mani lo scoop dell’anno – hanno inoltrato copia della lettera che la Diocesi ambrosiana aveva appena trasmesso a loro, oltre che ad altri 6.000 loro colleghi. La missiva, firmata dal responsabile di settore della Diocesi, don Gian Battista Rota – riferendo di una «vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale» – è apertamente finalizzata a «valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del “gender”», e per questo si conclude chiedendo «a tutti i docenti nelle cui scuole si è discusso di progetti di questo argomento» di segnalarli.
Apriti cielo. L’iniziativa della Diocesi ha mandato su tutte le furie gli attivisti per i “nuovi diritti”. «I prof dovrebbero trasformarsi in “spioni” per conto di Dio», ha lamentato Maria Silvia Fiengo, editrice ed esponente del Movimento famiglie Arcobaleno, mentre su Huffingtonpost.it Aurelio Mancuso, parlando di «goffo tentativo» e «pericolose intromissioni», ha deliziato i lettori con critiche all’8 per mille, alle chiese sempre più vuote ed ai «plurimi peccati di cupidigia, alterità, edonismo, di cui è stata affetta la Cei negli ultimi decenni». Ora, davanti a parole così cariche di rabbia, un dubbio sorge spontaneo: come mai? Se davvero – come assicurano in molti – l’ideologia gender è solo un’invenzione da allucinati, cosa mai potranno segnalare di pericoloso alla Diocesi ambrosiana gli insegnanti di religione? Se veramente la lotta alle discriminazioni non comporta alcunché di scandaloso, che c’è da temere?
Spiace dirlo ma se basta una semplice lettera, fra l’altro estremamente pacata, a scatenare un putiferio simile, qualcosa non torna. E non può che rafforzarsi la sensazione che molte volte dietro l’intoccabile paravento della promozione del rispetto reciproco si celi altro. Cosa? Per esempio il consiglio della lettura di testi come Sei come sei, romanzo capolavoro che contiene passaggi privi dei «requisiti di proponibilità degli atti» richiesti per essere letti al Senato della Repubblica – come ha scritto nero su bianco il Presidente Grasso (Prot.n. 3030/5) – ma che in un liceo di Roma è stato caldamente raccomandato. Oppure specifiche illustrazioni sulla sessualità ai limiti del porno come – senza il minimo preavviso ai genitori e in sfregio al primato educativo della famiglia – già accaduto in diversi istituti della penisola. Se invece nelle scuole di Milano non accade niente di simile i paladini dei “nuovi diritti” stiano sereni, come direbbe Renzi: i formidabili 007 della Diocesi non scopriranno nulla di nulla.

Vorrei sperare (o illudermi?) che tutto tran-tran mediatico sia solo il clima sociale che, su questi temi, e’ molto “caldo”.
Sì, è quello che viene da pensare anche a me. Io non ho figli ma penso che se ne avessi, li vorrei educare ai valori che io ritengo essere buoni, saldi. Come pure al riconoscimento e al rispetto per le evidenze naturali. Quindi sono a favore del primato educativo della famiglia perché penso che fossi madre “andrei in valvola” se qualcuno avanzasse pretese su mio figlio/a al posto mio e dell’uomo che ho scelto. Che poi uno mi dica (e mi è stato già risposto così in altra sede) che ci sono famiglie disgraziate, genitori incapaci di trasmettere valori, sì beh, capirai che novità, anche nell’antichità c’erano genitori incapaci o disattenti. Allora, ma solo allora, è bene che intervengano le istituzioni e tutelare i minori e a garantire loro qualità di istruzione e di educazione. Ma se i genitori sono capaci, il primato educativo è loro secondo me.
In un sito Facebook quello che tu chiami “tran-tran mediatico” è addirittura chiamato “bufala” (una falsa notizia diffusa in rete per generare scalpore e sconcerto sociali). Io spero che sia “una bufala” la storia della presunta imposizione di un programma educativo unitario a livello europeo stabilito dall’OMS e già in vigore in Svizzera. Spero che sia “una falsità” la notizia di bambini tedeschi che “svengono in classe a lezione di gender mentre i genitori che protestano sono arrestati”.
Mi chiedo però per quale motivo diffondere notizie false…oppure, se vi è un fondo di verità, come ci si possa accertare che sia accaduto veramente e COSA sia accaduto realmente, al di là di quanto viene diffuso in rete.
E poi ancora, tu scrivi “il clima sociale su questi temi è molto caldo”. Hot, direi. Quindi battono il chiodo lì. Altra manovra mediatica?