Notizia d’apertura: a causa della crisi, quest’anno a Natale gli italiani taglieranno sul costo dei regali ma non sui cenoni. Seconda notizia: gli ultimi rapporti fotografano un Paese sfiduciato, ma fortunatamente a Cortina, Madonna di Campiglio e Courmayeur si registra già tutto esaurito. Terza notizia: i centri commerciali sono letteralmente presi d’assalto ed è caccia al regalo originale, anche se più di qualcuno, per ultimare gli acquisti, confessa di voler aspettare i saldi. Dulcis in fundo, un avviso: fate attenzione, in vista di Capodanno, all’acquisto di petardi pericolosi e ricordate di accenderli sempre all’aperto.
Da qui all’Epifania, cari amici, non avremo scampo, perché a rotazione i telegiornali ci martelleranno – come stanno già facendo – con queste quattro splendide “notizie”, che poi sono le stesse identiche da alcuni anni a questa parte. Pure la costruzione dei servizi, fateci caso, si ripete in continuazione: il giornalista, puntualmente inviato in una località da sogno o nel centro storico di qualche città o in un ristorante principesco, interpella l’uomo della strada su quanto intenda spendere. Come se l’appuntamento natalizio fosse tutta questione di quattrini.
A chi ancora non se la sente di gettare il televisore dalla finestra – e resta col dubbio che il Natale, una volta, lo si festeggiasse per qualcosa di leggermente più significativo di quattro ovvietà ripetute all’infinito -, non resta così che aspettare il 25 dicembre nella convinzione che gli autori di molti telegiornali e programmi televisivi, per completare l’opera di ripetizione di cose già dette, dovrebbero affibiare un nome più appropriato a Babbo Natale.

Se c’è gente in grado di accendere un mutuo per andare in vacanza, non mi stupisco quasi più di niente. Si può rinunciare ai regali? Certo che no, per carità, poi i bambini piangono. I bambini un mese dopo che gli avrai regalato barbie ostrogota oppure l’ennesimo giochino per Xbox (o quello che è, non me ne intendo) passeranno inevitabilmente ad altro e il natale se lo dimenticheranno. Svenarsi per il giochino chicco da 40 euro ha poco senso, una settimana e dimenticano. Però come si fa a far piangere i bambini? O il regalo da riciclo immediato. Perché in questo paese ci dobbiamo sentire obbligati a fare qualcosa per qualsiasi motivo? Mah…
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