Ci sono diverse ragioni – politiche, partitiche e generazionali – per sperare nella vittoria alle primarie del Pd di Matteo Renzi; senza infatti nulla togliere a Cuperlo e Civati, la vittoria del Sindaco di Firenze costituirebbe un bene per tutti. La prima ragione per sperare nella vittoria di Matteo Renzi, dicevamo, è politica e, in particolare, di ringiovanimento politico: di aria fresca priva di estremismi, qui da noi, c’è molto bisogno. Per la verità l’ascesa di volti nuovi – pensiamo a Giorgia Meloni o a Matteo Salvini, che probabilmente stasera sarà nuovo segretario leghista – è già avviata, ma la segreteria di un partito consistente come il Pd nelle mani di Renzi, indubbiamente, imprimerebbe un’accelerazione importante in questo senso.
La seconda ragione, quella partitica, concerne l’avvio di dinamiche positive a destra come a sinistra. Con Renzi segretario, a sinistra si troverebbero nella condizione di immaginare realisticamente – e per la prima volta – una vittoria elettorale non risicata e soprattutto autonoma, da non condividere nell’assetto spesso complesso e paralizzante della coalizione. La vittoria dell’ex rivale di Bersani favorirebbe anche il centrodestra, benché ora diviso e privato – almeno a livello parlamentare – del leader storico, Berlusconi, anzitutto perché questa determinerebbe la necessità, per i moderati, di un rinnovamento radicale, pena il rischio di sconfitte elettorali a partire dalle europee, e poi perché metterebbe Renzi al lavoro, con onori e soprattutto oneri, facendolo scendere dal piedistallo, comodo tutto sommato, del predicatore.
La terza ragione per cui la segreteria renziana costituirebbe un fatto positivo è legata alla prima e concerne la necessità generazionale di farsi sentire. C’è una fetta importante della società italiana – quella di coloro che non sono più giovanissimi ma sono ancora ben distanti dalla senilità – che patisce, soprattutto con riferimento ad incarichi istituzionali decisivi, la sensazione di non essere rappresentata neppure visivamente; sensazione che, unitamente alla contrazione dell’economia e dei consumi, accresce pessimismo e rassegnazione. Per quanto nessuno, men che meno Matteo Renzi – verso il quale si possono legittimamente esprimere riserve politiche su più versanti -, abbia la bacchetta magica, è dunque fuori discussione come una sua vittoria partitica darebbe a molti, vicini alla sua età, l’impressione di incidere, di poter ancora contare. E non sarebbe male.

La tua analisi Giuliano può essere praticabile, ma purtroppo non stimo Renzi, mi sembra l’ennesimo bamboccione, ambizioso e parolaio della sinistra.
Inoltre la fascia di gente dell’età che tu dici, non ha bisogno di pensare di essere rappresentata perché c’è un giovin signore, ma ha bisogno di essere rappresentata da una persona con i controciufoli perché c’è necessità di far emergere i problemi e le tematiche gravissime che concernono proprio alle persone di questa fascia d’età, come tutti sappiamo la più penalizzata dalla crisi, dalla politica e dall’Europa.
In effetti, Renzi non è il messia. Il punto, sul quale mi interrogo, è quali sono – se ci sono – le anternative (a sinistra, intendo). In ogni caso, grazie di cuore per l’attenzione :-)
In verità, a parte il giovanilismo, non credo che Renzi si discosti molto dal paradigma sinistro. E’ a favore della legge sull’omofobia, e’ a favore dei matrimoni gay, e’ a favore delle varie patrimoniali per “asciugare” il ceto medio, e’ a favore di eutanasia/aborto/famiglie arcobaleno, non si discosta affatto dalla sinistra sui temi etici, anche i temi economici (che sono propedeutici a quelli etici) non sono molto diversi. Prevede una zona del cimitero di Firenze per i non nati? Mi sembra un modo per rendersi simpatico ai “cattolici”, come fece Monti (e lo sventurato Bagnasco rispose, per parafrasare Manzoni).
Insomma niente di nuovo sotto il sole.
Meglio Civati che Renzi.
Non credo si possa negare che Renzi è davvero uno che costituisce un cambiamento. E vuole farlo. A Firenze voleva farlo, e lo ha fatto. Per qualcuno non è abbastanza. Ma le promesse che aveva fatto le ha mantenute. (ps io sono fiorentino)