Femminicidio, omofobia, ius soli: in Italia sembrano non esserci più problemi, ma solo emergenze; non provvedimenti da emanare, ma leggi da approvare d’urgenza: non è chiaro se ci sia o meno il governo del fare, ma è certo che ci vorrebbe il governo del correre. E in tutto questo, purtroppo, pochi sembrano ricordarsi che se c’è una cattiva consigliera, ebbene questa è proprio la fretta. Di più: ci si dimentica che il Diritto può, anzi deve favorire l’educazione ma non può sostituirsi ad essa: i valori, in una comunità, o ci sono o non ci sono. Senza dimenticare che è curioso che nell’epoca del relativismo e del «ciascuno si tenga la sua idea» si insista sulla necessità, attraverso la condivisione del valore del rispetto, di rispettare tutti: e se uno non crede al rispetto, chi siamo noi per violentare la sua libertà e insegnarglielo o con le buone o con le cattive?
Ma torniamo alla necessità – continuamente rilanciata dai mass media – di dover arginare il presunto allarme femminicidio, il presunto dilagare dell’omofobia e i presunti diritti negati ai cittadini stranieri. La sensazione è che si vogliano creare tutta una serie di nuove “specie protette” – la donna, l’omosessuale, la persona di colore – per distogliere l’attenzione da due aspetti assai gravi. Il primo è che proprio mentre ci si accinge a meglio tutelare alcuni soggetti, ve ne sono altri che nell’indifferenza generale rimangono non solo senza solide tutele ma neppure senza il minimo diritto (pensiamo, per esempio, ai bimbi non ancora nati a quotidiano rischio di aborto o al cittadino in stato vegetativo a rischio di eutanasia). Il secondo aspetto riguarda l’odierna incapacità di parlare dell’eguaglianza. E qui ci ricolleghiamo a quanto accennato poc’anzi.
Posto che la gran parte degli allarmi di oggi, femminicidio ed omofobia in primis, è tutta da dimostrare nella sua effettiva portata, è infatti sotto gli occhi di tutti la moderna eclissi del valore della dignità umana: andiamo sulla Luna ma ignoriamo chi sia l’uomo, siamo circondati da tanti saperi ma quello originale ci è drammaticamente estraneo. In quest’ottica si spiegano le nuove “specie protette”: non sapendo più tutelare la persona in quanto tale – per farlo dovremmo prima individuarla e quindi conoscerla – tuteliamo categorie di persone. In più, immemori degli antichi doveri di tutti non facciamo che chiedere nuovi diritti per alcuni. Incapaci di confrontarci seriamente col principio del Buono ci accontentiamo quindi del buonismo; alla legge giusta ed uguale per tutti anteponiamo una legge opportuna e su misura per chiunque. Benvenuti, signore e signori, al supermercato dei diritti.

Giuliano, la tua analisi è drammaticamente perfetta. Hai qualche provvedimento immediato da proporre? Qualdo la televisione ha annunciato il suicidio di quel quattordicenne omosessuale dicendo:” Un altra vittima dell’omofobia”,io avrei detto :”Un’altra vittima dell’omosessualità!”. Rischio l’arresto? No, perchè l’avrei detto ma non l’ho detto, l’ho solo pensato. Potrebbero arrestarmi?
Il solo provvedimento che ho in mente è anche il più difficile: buon senso. Grazie per l’attenzione, cara Renata!
Post essenziale e ficcante. Complimenti.
Grazie per l’attenzione!
Una legge perfetta ed uguale per tutti non ci sarà mai però condivido sul fatto che ci si dovrebbe provare. Il discorso del femminicidio mi spaventa perchè il giorno che alla donna che uccide il compagno potrebbe essere inflitta una pena minore perchè non sarebbe femminicidio. Penso che sia ora di finirla con questo mito della donna sempre emarginata e sempre discriminata: a volte si, accade, ma quante volte ad essere discriminato è l’uomo? Per non parlare dello stalking : voi non vi immaginate quanto ci marcino certe donne a denunciare per stalking, Ultimo caso quello di una che conosco, che ad un certo punto della sua vita ha deciso di lasciare lavoro e soprattutto famiglia denunciare per stalking il marito ha cui ha dato tre figli perchè la chiama pper chiederrle che intenzioni ha.. Col discorso dell’omofobia si potrebbe arribare a processare un locatore di appartamenti che negasse una locazione ad una coppia gay,, od obbilgarla ad accettarla, Il paradosso dell’aborto è tanto ovvio quanto inutile ricordarlo: lo abbiamo capìto di che pasta è fatto l’uomo. Inoltre quand’anche fosse uin diritto abortire , quand’anche fosse un normale intervento chirurgico , non si capisce perchè debba essere lo stato a pagare per l’errore del singolo : almeno se lo pagassero,. anche in strutture pubbliche ( mi fa rabbrividire parlare di questa cosa intermini economici, ma anche questo aspetto del problema è da considerare) .
errata corrige: perchè un giorno alla donna che avesse ucciso il compagno potrebbe essere inflitta una pena minore perchè non sarebbe femminicidio.
Ci sono anche altri refusi ma penso che il senso si capisca.
La legge sul divorzio ormai accettata da tutti , anche dai cattolici , non immaginiamo nemmeno le devastazioni che ha provocato in ambito familiare e sociale. A parte i costi (economici) ,che sono a carico di tutti i cittadini, tantissima sofferenza in adulti e bambini o ragazzi adolescenti. Eppure nessuno si interroga su questo problema ma si propongono nuove leggi per affrontare vere o presunte emergenze.
commentare la triste vicenda del quattordicenne, rischia di essere di cattivo gusto. Ma è un dato di fatto che a quell’età i ragazzini tendono a “prendere in giro” qualcuno. Direi che è, entro certi limiti, fisiologico. Come è fisiologico attraversare periodi di soggettiva instabilità, senso di inadeguatezza, di ricerca di identità. Dipende, anche, dagli ormoni. Per fare un parallelo, a quell’età alcune ragazzine hanno seni spropositati, e se vergognano; altre sono piatte come tavole, e se ne vergognano. Alcuni hanno i brufoli, e se ne vergognano. Alcuni restano molto più bassi dei compagni, o sono spilungoni; e tutti e due se ne vergognano. Ciccio Bombo si vergogna. E tutti vengono presi in giro. Presto! facciamo una legge contro la “brufolofobia”; una contro la “spilungonofobia”, e via discorrendo
Buona riflessione e ottima provocazione finale.
Prima causa del femminicidio va ricercata sulla legge sbagliata di separazione o divorzio sempre a favore della moglie. il marito una volta separato non ha più casa; spetta alla moglie e relativi figli, lavora per dare i soldi alla moglie e figli e di conseguenza si trova dall’oggi al domani emarginato dalla società, per non dire quanto sia difficile vedere, godersi i propri figli per un padre una volta separato. Oltre tutto poi, quasi sempre le mogli separate si rifanno una nuova vita con un altro uomo che spesso neanche lavora, la nuova famiglia campa con i soldi dell’ex. Il marito, il padre separato se non ha una sua famiglia ad accoglierlo di nuovo in casa va a dormire sotto i ponti. Ci meravigliamo poi perché il marito uccide la moglie? Si pensasse a modificare la legge sulla separazione e non penalizzare solo il marito. Poi c’è il femminicidio, delle coppie ancora non sposate che intrecciato amori come soluzione di vita e che la società accettandole come coppie di fatto, non si rende conto che qualcosa manca nell’unione, forse proprio l’amore. infine i giovanissimi un pò per gioco, per sfida ci cercano e senza rendersene conto si trovano in guai grossi esistenziali. Ma siamo certi che la colpa è sempre dell’uomo, del ragazzo? Forse è il caso di processare la rivoluzione sessuale che dal 1968 ad oggi tra superficialità e perversioni a rimetterci è solo la donna.
Concordo, le cause vere di ogni problema – a maggior ragione quelli familiari – sono da ricercarsi nel profondo. Il problema è che le rispostine facili facili, ahinoi, si “vendono” meglio perché risparmiano la fatica di pensare. Saluti.
Allora per fortuna non mi sono sposatoi e mi guarderò bene dal farlo. Non avendo esperienza ti posso dire che ho la stessa impressione (sulla donna che solitamente è favorita) ma quando è la donna a fuggire il discorso dovrebbe anche cambiare. Conosco qualche caso in cui i figli sono stati affidati al papà ( da farci chiedere che tipo fosse la moglie) . Non è un sito cristiano , e non è piu aggiornato da anni , tuttavia molti paradossi della nostra società li coglie bene :
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&ved=0CE8QFjAA&url=http%3A%2F%2Fdigilander.libero.it%2Fuomini%2F&ei=r4AKUpWkDIi34ASQqYCgAQ&usg=AFQjCNG5IBWCLVVl-5VCDy7anzKeq8pPFw&sig2=hlW1G4eDmsCkWcfM4mYZ5w&bvm=bv.50500085,d.bGE
Questa mi è nuova: mai sposata e tantomeno divorziata per cui non sono aggiornata, ma quali spese sulle spalle di tutti per i divorzi di alcuni?