Indignazione sì, stupore no. Giusto indignarsi per quanto accaduto in Svizzera – dove Oprah Winfrey, mitca star della tv Usa, s’è vista negare la vendita di una borsa perché «troppo cara per lei» -, ma a guai meravigliarsi della permanenza di intolleranza preventiva, per non dire apertamente di razzismo: il problema purtroppo c’è, e la strada da percorrere è ancora lunga. Anche nella civilissima Zurigo, a quanto pare. Certo, in quel lussuoso negozio, negando a una signora che guadagna 360 milioni di dollari annui una borsa da “soli” 35 mila franchi (38 mila dollari), l’hanno fatta grossa.
Ma anche, poniamo il caso, si fosse negata la visione di articoli di bigiotteria ad una donna di colore squattrinata, la musica sarebbe rimasta la stessa. Ed eguale sarebbe, ovviamente, l’indignazione. Beninteso: questo non ci autorizza a vedere razzismo ovunque. Anche perché certo antirazzismo, com’è noto, non di rado somiglia ad un razzismo a rovescio, con qualsivoglia critica alla persona nera, a quella omosessuale o a quella del sud scambiata a priori per la peggiore aggressione. Meno male che la grandissima parte di noi non è razzista; non pensa o fa certe cose. E soprattutto evita di portarsi la propria stupidità al lavoro, in un negozio di Zurigo.

“E soprattutto evita di portarsi la propria stupidità al lavoro, in un negozio di Zurigo.”
Non capisco che vuoi dire, qui abbiamo una sola versione quella della star tv (le star della tv, soprattutto quelle americane, hanno un alto senso del dovere, per esempio sono abilissime a sfruttare tutto quanto fa audience e, di conseguenza dollari)…
Stando al poco reperibile in rete, secondo la commessa si tratterebbe di una semplice incomprensione, cosa del tutto plausibile, se è vero che Oprah Winfrey sarebbe rimasta nel negozio per circa cinque minuti.
Sembra la scena di “Pretty woman” alla rovescia, solo che qui la cliente non è una povera ragazza inesperta, ma una donna di successo che, probabilmente, sprizza dollari da tutti i pori, soprattutto quando entra in un negozio elegante nel centro di Zurigo. Difficile credere che una commessa, per quanto inesperta faccia un errore del genere.
In ogni caso il confronto, comunque siano andate le cose, è impari: una star della tv contro una commessa, la star della tv che si commuove in diretta di fronte a milioni di telespettatori … ci credo che anche l’ente del turismo svizzero abbia presentato le sue scuse… non sia mai che la Winfrey si lasci sfuggire alcuni “consigli per gli acquisti” non proprio benevoli nei confronti della Svizzera.
Lungi da me la santificazione della signora Winfrey, volevo solo esprimere il mio disappunto per quanto accaduto. Del resto, non serve essere ricchi (e nemmeno di colore) per trovare maleducazione in certi negozi, dove i commessi si azzardano – spesso sbagliando – ad indovinare gusti e possibilità economiche dei clienti. Grazie dell’attenzione e dell’interessante commento.
Pare che la signora non abbia detto completamente la verità: qui di seguito c’è l’intervista alla commessa “razzista”:
http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/1294074/Oprah-la-accusa-di-razzismo–La-commessa-italiana-attacca—-Winfrey-si-e-inventata-tutto-.html
pare che abbia semplicemente detto “ma quella costa molto di più”.
Mettiamola sul ridere: fossi stato al posto di Oprah avrei comprato il negozio e licenziato la commessa :D
buona idea :-)
Ma infatti questa sarebbe la tipica azione di un cafone arricchito.
Sul tipo “Lei non sa chi sono io”.