La notizia della morte del David Bowie (1947–2016), pseudonimo di David Robert Jones, sta letteralmente facendo il giro del mondo e innumerevoli, in queste ore, sono le parole spese in sua memoria da parte di chi lo conosceva ma, soprattutto, dai tanti milioni di ammiratori che questo autentico camaleonte del rock, spentosi a 69 anni per un cancro contro il quale ha combattuto per diciotto mesi, aveva pressoché ovunque. E’ noto, fra le altre cose, come Bowie avesse una posizione molto critica nei confronti non tanto e non solo della fede, ma della Chiesa, come mostra, per restare ad anni più recenti, il video del brano “The Next Day”, nel quale preti e cardinali lussuriosi si trovano in un locale di perdizione in mezzo a donne seminude e demoni.
Mi sono chiesto, per pura curiosità, le ragioni di un atteggiamento simile e mi sono imbattuto in una sua intervista di alcuni anni fa ma tutt’ora facilmente reperibile su internet dove la star inglese – che più di qualche volta, come i suoi tanti estimatori ben sanno, ha evocato Dio nelle proprie canzoni, lasciandone intuire un rapporto tormentato – motiva la propria posizione spiegando di aver definitivamente lasciato il Cristianesimo: «Quello che trovo difficile, è ciò in cui sono cresciuto, il cristianesimo che curva la spina dorsale e esegue degli ordini. Sono un cristiano così cattivo. Non sono più un cristiano». Ma cosa ha spinto David Bowie a pensare che il Cristianesimo sia una sorta di imposizione «che curva la spina dorsale e esegue degli ordini»?
E’ lui stesso, nel corso della medesima intervista, a esporre meglio il proprio punto di vista: «Non posso fare a meno di pensare che gli inizi del cristianesimo non avessero nulla a che vedere con ciò che conosciamo oggi. Era una serie di consigli umanisti sulla vita e sulla sopravvivenza quotidiana. Il Nuovo Testamento è un libro censurato, con dei brani scelti, e si è lasciato da parte tutto ciò che si è ritrovato oggi nei manoscritti del Mar Morto, o il Vangelo di Tommaso. Penso che la parola di Cristo fosse più vicina a quella degli Gnostici. L’istituzione del Vangeli è stati un atto politico. I Cristiani avevano in qualche modo bisogno di una Chiesa, di un canone, di una comunità per difendersi e a loro interessava demonizzare gli Ebrei» (“Epok”, Settembre 2003).
Lungi dal volerne giudicare il pensiero, non si può però tacere come questa posizione di Bowie sui Vangeli – molto comune e tesa a screditarne l’attendibilità – presenti notevoli criticità. Per brevità ricordiamo infatti che del celebrato Vangelo di Tommaso – come quello da molti ritenuto il massimo studioso mondiale del campo, John P. Meier, insegna – «circolava in più di una forma e passò attraverso vari stadi di redazione. La versione […] che possediamo […] non è identica alla forma dell’opera originale greco, qualunque sia stata, ammesso che si possa parlare della forma originale greca» (Un ebreo marginale, vol.1, p. 130). Non solo: studiando quel testo appare evidente il tentativo dell’autore di imitare lo stile dei sinottici i cui detti «sono giustapposti ad altri di evidente timbro gnostico e a volte sembrano essere stati rielaborati per veicolare un messaggio gnostico».
Quanto a «tutto ciò che si è ritrovato oggi nei manoscritti del Mar Morto» e a vangeli apocrifi in generale – continua Meier – «siamo di fronte a prodotti in larga misura delle immaginazioni pie o sfrenate di alcuni cristiani del III secolo» (Un ebreo marginale, vol. 1, p. 110). Viceversa, segnala un altro illustre studioso come B.D. Ehrman, docente di Nuovo Testamento presso l’Università del North Carolina, i vangeli canonici – per ragioni che non abbiamo qui lo spazio di approfondire – «possono essere considerati e utilizzati come fonti storiche importanti» (Did Jesus Exist?, 2012, p. 95). Lo ripetiamo per non apparire poco rispettosi: certamente Bowie ha avuto un suo percorso spirituale. Ma è un peccato che lui, come purtroppo tanti altri, abbia trovato in cattivi argomenti storici buone ragioni per allontanarsi dalla fede cristiana.
Questo non significa che la conoscenza storica o il solo ragionamento bastino a schiudere e guidare gli occhi della fede, altrimenti non vi sarebbe alcun merito nel credere «senza aver visto» e dovremmo dare torto a Pascal (1623-1662) – mentre invece ha ragione – quando afferma che «il passo supremo della ragione è riconoscere che ci sono un’infinità di cose che la trascendono» (Pensées (trad.it Pensieri, Newton Compton, Roma 1993, p. 92)). Ciò nonostante dovremmo tutti stare più attenti prima di dare retta a quanti ostentano con sicurezza nozioni storiche imprecise ma fidandoci delle quali potremmo perdere un’esperienza fondamentale come è quella di credere in Dio, di poterlo pregare sapendolo presente e misericordioso. E oso pensare tu sia d’accordo, anche perché certamente adesso sai la Verità, David.
giulianoguzzo.com
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Francesca ha detto:
…i Vangeli sinottici che leggiamo nelle edizioni correnti sono persino mutilati di interi versetti. Hanno tolto anche quello circa il fatto che “certi tipi di demoni si cacciano soltanto con la preghiera e il digiuno”. Ecco, in alcune edizioni è sparito “il digiuno”. E vi sono altre alterazioni qua e là. Un mio amico ricercatore universitario ha collaborato a diverse traduzioni dal greco dei testi compreso l’apocrifo di Tommaso. Concordo sul fatto che i vangeli apocrifi siano fantasiosi in molti punti. Gesù con gli Esseni o a Qumran, Gesù bambino che già fa miracoli, Gesù che forse aveva una moglie e che aveva fratelli di sangue, e così via. Si potrebbe leggere, piuttosto che gli apocrifi che io pure ho messo da parte praticamente da subito, la sinossi di Maria Valtorta dei quattro Vangeli (non libera da critiche e perplessità da parte della Chiesa, ma anche degna di particolare attenzione).
Quanto ai cardinali e compagnia belle caduti nel girone dei lussuriosi, si dice che un prete su tre rischia di andare in inferno. Santa Veronica Giuliani, lungi dall’essere una rockstar, disse che i demoni inorridivano loro pure di fronte allo stato delle anime dei preti dannati. E questa è autentica esperienza mistica di Veronica. Su David Bowie, che non fu un mistico né un santo ma neppure un cretino o un perverso, mi viene da dire che si è salvato, perché così avviene di chi, nonostante gli errori, Dio lo cercava veramente. E prego per lui e per i sacerdoti, perché quello che ci dovrebbe far preoccupare caro Giuliano, non è il mondo dello spettacolo ma quello ecclesiastico. Ci sono più demoni in Vaticano che che in qualsiasi oddity spaziale.
Stefania Venturino ha detto:
Condivido le riflessioni espresse in questo articolo equilibrato e saggio di Giuliano Guzzo e anche il commento di Francesca è interessante. Personalmente la prima cosa che ho sentito di fare appresa la notizia della morte di Davi Bowie è stata quella di pregare per lui, sperando che tanti altri lo facciano e che qualcuno l’abbia fatto per lui mentre era in vita. A volte ci dimentichiamo che il successo e la fama mondiali non ci salvano l’anima, anche se i grandi artisti sono senz’altro persone particolari, con una missione particolare che li rende in un certo senso soli e unici nell’affrontare il loro percorso spirituale.
Francesca ha detto:
Grazie. Anche io ho provato il desiderio di pregare. Purtroppo a volte il successo le rovina, le anime. Tuttavia, se un artista è anche in grado di gestirlo, la ricerca spirituale personale penso diventi cosa spontanea. Non solo negli artisti ma anche negli scienziati e in molte persone comuni, quelle come noi, che d’altra parte stiamo qui a leggere e riflettere e scrivere in un blog, dimostrando che ci siamo tutti posti questioni esistenziali, spirituali e morali – cosa neppure troppo comune in un mondo in cui milioni di persone vivacchiano abituandosi a seguire mode, a conformarsi o semplicemente a sopravvivere materialmente nel contesto di crisi economica.
Antonio Spinola ha detto:
Mi sembra una storia di ordinaria apostasia, che si ripete: battezzati e salvati per grazia di Dio; quando basta un umile sì …cerchiamo qualcosa di più.
Le cose non vanno? i conti non tornano? allora via la Chiesa e i suoi Sacramenti.
Poi, con la schiena ben dritta, voltiamo le spalle al cristianesimo. Inseguendo qualche residuo riflesso della Sua luce nella tenebra che ci avvolge, cerchiamo un Dio “non comune”, un Dio perfettamente indossabile. Non lo troveremo.
Federica ha detto:
Non concordo.. mi sembra superbia il dire “ora sai la Verità”. Cosa ne possiamo sapere noi su come questa “rabbia” possa aver mosso il cuore di David fino all’ultimo respiro prima di morire? la fede è un dialogo intimo tra l’uomo e Dio. Per questo il silenzio è il miglior saluto.
Francesca ha detto:
Caro Giuliano, non volermene se riprendo il dialogo, ma anche io ero rimasta perplessa dal titolo. Non vi attribuisco nessuna superbia, soltanto, mi sembra poco importante in sé desiderare che il distacco dalla realtà terrena (con i suoi errori, anche quelli in cui lo stesso David Bowie cadde) dimostri finalmente ad un’Anima “avevamo ragione noi cattolici”. La Verità…e se ci volessero un bel po’ di purgatorio e un’eternità di Cielo “per saperla”? Noi crediamo che la verità possa essere resa oggetto, e così è stato, di rivelazione. Non abbiamo però il possesso della verità tutta intera. La Chiesa nei secoli ha fatto un discernimento, ha stabilito dei capisaldi dottrinali, ha proclamato dogmi di fede, ha indicato punti di riferimento morali non negoziabili. Per chi vuole credervi e aderirvi. Ovviamente non si salvano solo i cattolici, si salvano i protestanti, i musulmani ecc. Non è importante, ai fini della salvezza, avere una cognizione intellettuale precisa di fatti come, che ne so, se Gesù Cristo ebbe o meno dei fratelli di sangue o se guarì miracolosamente un compagno di giochi morso da una vipera, come narra (a parer mio, fantasiosamente) un apocrifo. Ci salva per l’atto supremo di fede in Cristo salvatore, e contano anche le opere compiute in vita. Allora la Verità non è l’informazione storiografica su come Gesù di Nazareth potesse avere trascorso gli anni dai 12 ai 30. La Verità è Cristo, via verità e vita nella sua funzione di Cristo redentore, vero Dio e vero uomo, per mezzo del quale Dio offre la salvezza. Gli errori di ragionamento (forse che i santi non ne commisero?!) nel corso della propria personale ricerca sono da tenere in conto. David Bowie aveva fede, questo è deducibile. Penso che si sia salvato. Le altre luci per una sempre maggiore conoscenza di Dio la sua anima le riceverà mano a mano che si avvicina a Dio, per chi crede che vi sia un percorso di purificazione graduale (la tradizione cattolica parla di Purgatorio) e poi di ingresso nella luce delle schiere degli spiriti beati. Scusa il discorso circa realtà trascendenti. Sono quasi certa che questo cantante si sia salvato, cosa che non mi sento invece di poter affermare per altri artisti. “David, ora pregheremo per te”.
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