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Guardate che alla fin fine va anche ringraziato, Roberto Saviano, per il video che ha diffuso nelle scorse ore a proposito dell’omicidio di Charlie Kirk, l’attivista conservatore statunitense di 31 anni ucciso mentre stava parlando davanti a 3.000 persone in un campus universitario. Sì, perché l’autore di Gomorra è riuscito in soli 3 minuti e 35 secondi non solo ad illustrare bene quale sia il suo senso di umanità verso gli avversari politici – e cioè molto vicino allo zero -, ma anche a condensare una sorta di bignami del suo pensiero. Ma andiamo con ordine. In estrema sintesi, lo scrittore partenopeo afferma che: «L’uccisione di Charlie Kirk trasformerà la democrazia americana»; «Kirk è forse uno degli individui peggiori prodotti dalla politica americana […] ha propagato falsità sull’aborto, falsità sull’immigrazione, falsità sui vaccini […] fatturando cifre immense […] la sua esecuzione rafforza le parole di Kirk, risulterà per Trump esattamente come l’incendio del Reichstag fu per Hitler […] non ho alcuna empatia per Charlie Kirk, disprezzo ciò che ha detto e ciò che ha fatto».

Ancora: «Non riesco ad accodarmi al coro morale al coro morale, che pur rispetto, di chi dice che qualsiasi vita umana va rispettata, anche quella di un individuo che ha cercato in tutti i modi di sabotare il diritto all’aborto, di sabotare il diritto al divorzio, di sabotare il diritto alle minoranze, di inneggiare alla persecuzione dei migranti […] Uccidere Kirk ha significato sostenere profondamente Trump. Uccidere Kirk significa portare avanti la strategia armata fallimentare da sempre […] questo individuo che diffondeva violenza non poteva che aspettarsi violenza». Ora, queste affermazioni – scandite ovviamente con un tono tra il meditabondo e l’oracolare, in pieno Saviano style – non possono non far riflettere. Anzitutto per le inesattezze che contengono, a partire dal fatto che l’aborto e il divorzio – come sottolineano inascoltati da anni giuristi che non temono di sconfessare la retorica progressista – davvero non sono diritti in senso stretto: non secondo la morale cattolica (o secondo Kirk), ma neppure secondo l’ordinamento giuridico italiano, che difatti disciplina ambedue in modo piuttosto preciso.

Certo, per capirlo bisogna un po’ studiare, e ci sta che chi voglia seguire tutta la magna produzione letteraria savianesca non abbia tempo per farlo. Tornando al video in questione, colpisce anche la sottolineatura sulle «cifre immense» che gravitavano attorno a Kirk: quindi l’autore di Gomorra scrive senza compensi? I suoi libri, le sue conferenze e le sue ospitate televisive sono tutte quante gratis o comunque con un compenso pari a quello di un operaio? Ma che bella cosa, Saviano avrebbe dovuto farla sapere prima, gli avrebbe fatto onore. Della riflessione savianesca sulla morte di Kirk – stringi stringi un se l’è cercata («chi diffondeva violenza non poteva che aspettarsi violenza») a tutto vantaggio politico di Trump -, ciò che però davvero colpisce enormemente e più di tutto è la totale e dichiarata mancanza di empatia verso un giovane di 31 anni ucciso, giuste o sbagliate che fossero, per le sue idee. Per lui nessun senso di umanità, così come (stando sempre a quanto traspare nel video) per sua moglie e per i suoi due figli piccoli. Tutto ciò, almeno a me, appare davvero qualcosa di sconvolgente.

Così come mi appare sconvolgente che un signore in disaccordo con chi «dice che qualsiasi vita umana va rispettata» sia ritenuto un grande scrittore e intellettuale. Diciamo tanto – anche con delle ragioni, intendiamoci – che l’America è piena di paradossi ed eccessi, polarizzazioni ed estremismi. Sarà anche vero, non ne dubito. Ma se pure qui, nella “tranquilla Italia”, eleviamo a figure di riferimento (con inviti televisivi, nelle scuole, celebrazioni varie, ecc.) gente che non ritiene che «qualsiasi vita umana va rispettata» – e lo dice apertamente -, siamo certi di poter dare lezioni a chicchessia? Il sottoscritto ha qualche dubbio. E invita a riscoprire le parole di un altro scrittore, Giovannino Guareschi, che reduce dalla prigionia nei lager tedeschi ebbe ascrivere queste parole: «Io non odio nessuno». Poche parole sulle quali probabilmente Roberto Saviano (che, da paladino della democrazia, ai confronti pubblici di Kirk sembra preferire i monologhi) dissentirà, e pazienza. Ma se non partiamo da qui, se non riscopriamo l’umano e l’insensatezza dell’odio, statetene certi: non andremo tanto lontano. «Provatemi che mi sbaglio».

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