Ho trovato molto interessante, oggi su Repubblica (sì, ogni tanto oso letture rischiose), l’analisi di Ilvo Diamanti sulla figura di Papa Leone XIV, analisi che – elaborata sulla base di un sondaggio di Demos & Pi – sostanzialmente vede nel pontefice americano l’unica figura capace di raccogliere, almeno in Italia, considerazione trasversale. Prima di soffermarmi su questo punto, desidero però riprendere quanto riporta il sociologo a proposito dell’immensa popolarità (ancora superiore a quella di Prevost) di cui godeva all’inizio del suo regno Papa Bergoglio.

«Al momento dell’investitura, alla fine del 2013, Papa Francesco, era apprezzato da quasi 9 italiani su 10. Ma erano altri tempi», annota Diamanti, subito aggiunge: «Perché da allora la fiducia verso la Chiesa è praticamente crollata. Insieme alla frequenza alla Messa, che fornisce un indice di appartenenza significativo». Ora, c’è da sperare nessuno sia così ingenuo da non sapere che questo è essenzialmente frutto della secolarizzazione, processo non inventato da Papa Francesco, ma che certo neppure lui – ecco il punto – con la sua enorme popolarità mediatica è riuscito minimamente ad arginare.

Continuando, sulla base dei numeri raccolti il sociologo veneto evidenzia come il consenso nei confronti di Papa si aggiri sul 60%, dato già ampio ma che diviene ancor più significativo se si pensa come oltrepassi la platea dei credenti. «Così la figura del Papa si conferma importante. Perché, come si è detto, contano l’immagine, la persona. E mentre le ideologie declinano insieme ai colori politici del territorio, la fede resiste», sottolinea Diamanti, evidenziando come il consenso verso Papa Prevost appaia «ampio e trasversale. Da destra a sinistra, passando per il centro. Perché costituisce un riferimento per chi crede. Ma anche per gli altri».

Infine, ho trovato degno di nota – benché non così sorprendente – il dato sulla fiducia verso Leone XIV in relazione all’appartenenza politica. In estrema sintesi, gli elettori di centrodestra e centrosinistra esprimono verso il pontefice americano un indice di fiducia alto, che oscilla tra il 74% e il 78%. Un po’ distanziati pur essendo alti (dal 71% al 69%), invece, gli indici di fiducia degli elettori di Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e +Europa. Questi ultimi dati hanno confortato in me il sociologo, l’elettore di centrodestra e il credente. Sapermi infatti verso il Santo Padre nella stessa identica posizione di un supporter di Riccardo Magi o Ilaria Salis, confesso, mi avrebbe messo un po’ a disagio.

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