Buongiorno, sono un bimbo che chiamano feto e sono discriminato. A “Repubblica” non interessa, ma la discriminazione c’è, eccome se c’è; ed è questa: non ho ancora tre mesi di vita e potrei essere abortito. Altri bimbi nasceranno, ma io potrei non farcela. Sapete, mamma è bella e giovanissima ma la notizia del mio arrivo ha spiazzato i nonni, ha messo in fuga mio padre – che non dev’essere un gigante di galanteria, da quanto ho capito -, e anche quelle che lei credeva amiche. Morale: ora è sola, e le amiche che ancora le rivolgono ancora la parola, a giudicare dai discorsi che sento, perdono sempre l’occasione di tacere.
Mamma è dunque indecisa, non sa che fare; non sa se tenermi e forse lasciare l’università o continuare l’università e lasciare certamente me. Ci sta pensando e intanto soffre. E se lei soffre, vi lascio immaginare quel che sto passando io, che rischio di perdere in un solo colpo la donna che amo e la libertà di sorriderle. Me la vedo brutta, dunque. Bruttissima. Altri bimbi che invece hanno mamma e papà o che, più semplicemente, non hanno una mamma sola come la mia nasceranno di sicuro. Ebbene, questa non vi sembra una discriminazione bella e buona ai danni miei e di una giovane donna che ha la sola “colpa” di tenermi in grembo? Vi pare civile un Paese che tramite i consultori manda a dire alla mia mamma che si può sbarazzare di me gratis – pagato lo Stato, cioè voi che leggete – mentre se decide di accogliermi si deve arrangiare?
Non crediate il mio caso isolato: dal pancione non ho potuto stringere amicizie, ma dai discorsi sentiti ho capito che altre donne belle e giovanissime come la mia mamma soffrono ed hanno sofferto la stessa solitudine, arrivando non di rado a scegliere di ingigantirla tramite l’aborto. Perché non le aiutate? Perché siete contro i diritti di queste donne oppure ve ne dichiarate a favore, salvo poi non muovere un dito? E soprattutto, che male vi hanno i bimbi come me, che chiamate feti nella speranza di esclissare l’evidente umanità di un essere umano che ha già un corpicino, testa, gambe e braccia? Proprio non lo capisco. E dire che, noi “feti”, abbiamo pure un cuore. Che, benché minuscolo, è già più grande di quello di quanti, finita questa lettera, faranno finta di nulla.

Caro Giuliano, la prossima volta che scriverà cose così struggenti mi avvisi prima, così mi preparo. E siccome non voglio essere sola a commuovermi la pubblico su Fb. Abbiamo tutti bisogno di identificarci empaticamente negli altri, incominciando da qui. Forse tante nefandezze si eviterebbero invece di farle diventare cose buone e giuste.
È proprio così! In questo panorama dove l’eccezione é la regola, il diritto alla Vita é la morte, l’imbarbarimento sociale é civiltà e progresso, in questa nostra Italia ci sono i CAV Centri di aiuto alla vita che, strano a crederci, fanno ciò che non fa lo Stato: applicano l’articolo 1 della legge 194, aiutano gratuitamente la mamma a portare avanti la gravidanza ascoltando i suoi dubbi, le sue difficoltà, i suoi problemi e la sue paure; non lasciandola sola! ma cercando di superarli insieme.
In questo periodo poi c’é la possibilità di far riconoscere a livello europeo la dignità ed il diritto umano e sacrosanto del bambino concepito di vivete! Se ne siamo convinti si può firmare la petizione UNO DI NOI promossa dal MPV-Cav.Nessuno dovrebbe sottrarsi perché abbiamo dimenticato purtroppo che per far crescere sano un bimbo ci vuole un intero villaggio,tutti noi. Purtroppo gli Stati moderni civili sono sempre più orientati alla libertà individuale dei diritti che al diritto della libertà comunitaria.
quando l’aborto lo portano avanti hitler e stalin diventa un crimine di guerra, noi invece lo legalizziamo…
La ringrazio per l’osservazione, caro Paolo. Saluti.
Io vorrei essere abortito ma a quanto pare mi metteranno in questo mondo di merda. Se un feto ha diritto ad essere ascoltato, ce l’ho anche io.
Inventarsi un indirizzo e-mail per scrivere commenti simili è un esercizio intellettuale che si commenta da solo. Grazie comunque per l’originalissima provocazione e grazie anche a “una mucca”, l’altro nickname fabbricato appositamente per commenti di un certo livello. Saluti.
Che il mondo vada maluccio non lo nego, ma penso ci siano altri modi di chiedere aiuto…diversi da questo, voglio dire, pubblicare certi commenti in un simile contesto.
Mi riferisco al commento dell’utente che si firma “un feto”, ma se si firmasse “un disadattato” forse sarebbe più onesto.
Purtroppo è vero, molte donne “belle e giovanissime” (o forse anche meno belle e meno giovani) non trovano aiuto, sostegno concreto, conforto, né dal partner (orribile!) né dalla famiglia di origine, né dalla comunità.
Mi piace questo post perché finalmente queste povere ragazze non vengono chiamate assassine ma riconosciute come vittime, loro e i loro “feti”. Poi ci vuole discernimento, c’è caso e caso, putroppo a volte l’aborto è una scelta di comodo anche quando in famiglia ci sono già altri bambini accettati ma arriva quello che è “in più” e pesa sul bilancio famigliare…
…altra cosa invece è la paura, il terrore che arriva nel cuore quando ti dicono che il tuo bambino non è sano, che tutto sta andando male e ti consigliano, per motivi medici, ad interromperne lo sviluppo… è difficilissimo parlare di questo, da un lato vorresti accogliere la vita, ogni vita, dall’altro è agghiacciante la prospettiva di un figlio così malato, di cure costose, e il medico che scuote la testa guardando l’esito degli esami pre-natali.
Non è il mio caso ma è il caso di qualche donna e io qui mi fermo perché sono situazioni così difficili e sofferte.
Ma se il feto è sano…se è solo, ripeto, solo questione di aiuto economico e sociale… allora la responsabilità è di tutto la società e le donne non trovano sufficiente sostegno.
Allo Stato costa meno farle abortire che fornire loro aiuto?
Ma se il futuro è nelle mani delle nuove generazioni, lo Stato porta avanti politiche anti-vita?
E come pensano di fare, come pensiamo di fare, tra venti o trent’anni, con una popolazione che continua ad invecchiare (e pure male, visto il numero di anziani con patologia) e pochi giovani?
Allora guai a lamentarci che “vengono gli stranieri e fanno figli più di noi”, mica è colpa loro, e guai a lamentarci che “è un Paese di vecchi”, e guai a dare la colpa “a cani o altri animali”, la scelta non si pone, c’è spazio per i bambini e per i simpatici cagnolini, o gatti, quello che è, anche perché non mi pare proprio che la convivenza non sia possibile, anzi, i nostri antenati e i nostri nonni vivevano in famiglia e con gli animali domestici o di fattoria, come naturalmente è sempre stato.
Il resto sono scuse.
Tenendo conto che le nuove generazioni se possono lasciano spesso e volentieri il Paese in cerca di nuove prospettive di lavoro e di studio e ricerca…
…nella peggiore delle ipotesi ci troveremo con un’Italia, e forse in parte un’Europa, stravecchia, con Cittadini malaticci, per età e stile di vita, chiusi alla vita, con poca assistenza e molte pretese. E se la saranno voluta. E ce la stiamo volendo.
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
L’aborto e’ necessario per le culture dei vaccini fatti dalle multinazionali.
Ricordo ancora i tempi dei referendum su aborto e divorzio;dichiarandomi contro,spesso ero visto come fascista ed integralista e spesso rischiai le legnate.
Dove sono i bravi cattolici adulti che votarono a favore? E’ meglio che si pentano in silenzio:rischiano le legnate del buon Dio dopo morti e la smettano col mantra della laicita’ dello stato.
Noooo….😭…. Quant’è volte ci penso, e ho sempre una domanda ma perché così tutto ingiusto. Mi dispiace per i genitori, per le coppie in difficolta. Vorrei condividere con un articolo interessante! Spero può essere d’aiuto per molti. https://maternita-surrogata-centro.it/maternita_surrogata.pdf