Non è la crisi economica, il problema dell’Europa. E non lo sono nemmeno la speculazione finanziaria, le divisioni interne, gli interessi della Germania, la Cina o l’andamento del dollaro. No, il vero problema dell’Europa oggi è un altro: si chiama Tonio Borg e non è un delinquente, un ladro o un losco faccendiere. Magari lo fosse.

Sì, perché il signor Borg – che è il Ministro degli Esteri maltese – ha una colpa molto più grave: è cattolico. Per questo non lo vogliono commissario europeo: non lo vuole l’Epha – acronimo che sta per European Public Health Association – , che lo accusa di aver sostenuto «normative anti-aborto»; non lo vogliono i 139 deputati del gruppo misto dell’Europarlamento sui diritti degli omosessuali;  non lo vogliono 8 Ong, che l’altro giorno hanno indirizzato all’Europarlamento un appello definendo Borg addirittura «un serio rischio per i principi dei diritti fondamentali».

A questo punto l’uomo della strada è autorizzato a chiedersi: e chi sarà mai quest’uomo? Il gemello di Riina? Un serial killer? Un noto truffatore? No, macché: lo ripetiamo, è semplicemente un cattolico. E ai vertici dell’Europa per i cattolici veri – chiedete a Mario Mauro (che doveva essere Presidente del Parlamento europeo) o a Rocco Buttiglione (silurato come commissario perché autore – parole di Massimo Cacciari – di una impeccabile distinzione kantiana fra morale e diritto) – non c’è posto. Per i cattolici a parole, invece, le porte sono aperte, anzi spalancate. Chiedete a Prodi.